Capitolo 1

1.4K 43 17
                                    

Era incredibile immaginare che noi esseri umani non fossimo gli unici nell'Universo. 

La NASA lo rivelò nell'anno 2012 e questo sconvolse scienziati, critici, popolazioni e credenti, ma io, infondo, avevo sempre pensato che un qualche barlume di vita potesse esistere su pianeti lontani con condizioni simili a quelle terrestri: chi ha detto che doveva esistere unicamente una sola Terra? Come se n'è creata una, ce ne potevano essere anche due o tre sparse per galassie lontane e ignote. 

Naturalmente, appena fu rivelata la novità del secolo all'umanità, si diffuse il delirio: paura e ansia erano alimentate dalle centinaia di film e racconti su alieni violenti, bramosi e schiavizzatori di mondi; infatti abbiamo sempre immaginato queste creature come peggiori, sia dal punto di vista etico che estetico, oppure estremamente potenti e dotate di intelligenza che si ripercuoteva solo nella costruzione di armi distruttrici di massa...a pensarci, umani e alieni non sarebbero stati così diversi, ma sconosciuti l'uno all'altro, e tanto sarebbe bastato per innescare una guerra interplanetare. E se il mondo del cinema ci avesse mentito, o meglio, raccontato solo parte di un'immaginaria realtà? E se esistessero alieni cattivi, buoni, belli, eruditi o sciocchi? Vari e diversi, proprio come l'umanità. 

Negli anni successivi, la NASA è riuscita a metterci in contatto con un popolo alieno, e loro stessi ci hanno assicurato che con le loro conoscenze, se avessero voluto distruggerci, lo avrebbero già fatto, ma non era successo; lo dissero con altri termini più velati per non creare panico, ma il messaggio era trapelato piuttosto esplicito. 

Nel 2018 iniziarono i primi "contatti" con questo pianeta lontano, e noi esportammo la nostra tecnologia ricevendo, in cambio, libri su cui era stata scritta la storia di quel Regno che congiungeva credenze popolari, leggende e magia.

Nel 2021, l'eccitazione della scoperta finì, ma iniziarono intensi viaggi di scoperta nello spazio e la questione si "normalizzò", al punto che alcune scuole avevano aggiunto nuove materie che includessero lo studio di quel remoto Regno, la loro lingua, la loro cultura e le loro tradizioni. Negli istituti più famosi o importanti, alieni stessi conducevano le lezioni, ed io, per volere del caso o della fortuna, frequentavo una scuola di altissimo livello: la Mayflower High-School di New York, celebre per la sua storia millenaria e per aver sfornato donne e uomini influenti nel campo della robotica, dell'arte e della letteratura. Ad honorem, ero riuscita ad entrare in quella scuola, e probabilmente la mia era la categoria più odiata: c'era chi aveva vinto borse di studio, "i rispettabili"; chi aveva pagato per essere ammesso, "i figli di papà"; chi era riuscito ad essere accettato dopo vari tentativi, "i fortunati"; e chi, come me, aveva delle abilità sorprendenti e che quindi erano stati invitati dalla scuola per entrarvi a far parte: "gli ospiti". Non so chi avesse dato questi nomi alle categorie, ma ci piacevano, per questo quelle etichette erano sempre esistite e da sempre usate: una tradizione che sarebbe continuata fino alla chiusura definitiva della scuola, alla quale assistetti e, probabilmente, contribuii.  Ero in quell'istituto perché ero definita una "bambina prodigio": a sei anni parlavo quattro lingue, a otto anni scrissi un romanzo e a dieci anni fui insignita di importanti titoli accademici. Tutto questo attirò moltissime scuole in giro per il mondo, tra cui la Mayflower, che scelsi per vicinanza. Nel 2023 frequentavo l'ultimo anno e fortunatamente fui tra quegli studenti che fecero in tempo ad attendere ad un corso regolare di cultura asgardiana con un insegnante proveniente direttamente da quel Regno, i cui abitanti erano esattamente come gli esseri umani negli attributi esterni. 

Il primo giorno di scuola, alle otto di mattina ero in classe, prima di tutti gli altri. Ero nervosa ed eccitata per quel primo incontro faccia a faccia con un alieno, quindi mi sedei al primo banco, davanti alla cattedra, anche se ero abituata a stare in fondo dato che non volevo ricevere troppe attenzioni. Disposi il quaderno, preparai la penna e mi sistemai l'uniforme, poi rimasi ad aspettare pazientemente. Stavo iniziando ad annoiarmi, quindi mi alzai e mi andai a sedere sulla cattedra. Guardai la classe e sospirai osservando i poster sulla letteratura straniera e sorrisi. Quella era l'aula più bella della scuola e il preside aveva deciso di assegnarla al nuovo professore proveniente da Asgard. Ad un certo punto, qualcuno si affacciò in aula me ne accorsi perché vidi un'ombra con la coda dell'occhio. Era un ragazzo, forse uno nuovo e disorientato.

Yes, professor {Loki//student}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora