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Negli ultimi tempi sono riuscita a trovare un altro posto dove "vivere" anche se non era per nulla confortevole, si trattava di  una piccola baracca in legno costruita grazie all'aiuto di Mikey e gli altri, era situata proprio vicino al tempio, luogo che divenne il nostro punto di incontro.
Era una sera come le altre, in cielo la luna era ricoperta dalle nuvole che venivano trasportate pian piano dal vento, e come mi era solito fare, stavo lì seduta su uno dei gradini di accesso al tempio a fumarmi una delle sigarette che trovai all'interno di un pacchetto ancora imballato dalla plastica.
Fin quando non vidi avvicinarsi a me un anziano che senza dire una parola mi prese di soppiatto la sigaretta dalla bocca e iniziò a fumarsela.
<<Hey vecchiaccio, quella è mia!>> gli sorpresi, lusingata sia dal gesto che dal fatto di non aver mai visto un vecchio della sua età fumare.
<<Cosa ci fai qui tutta sola a quest ora della notte ragazzina?>> mi chiese incuriosito.
Wow, per la prima volta qualcuno mi si era rivolto al femminile.
<< Tks, questa è una domanda che dovresti fare a te stesso, i vecchi come te vanno a dormire presto per poi svegliarsi all'alba per assaporarsi il caffè insieme agli altri della loro età fino alla loro morte.>> dissi piuttosto scontrosamente, forse perché ce l'avevo ancora con lui per essersi preso la mia sigaretta.
<<Hahahahahah, sei proprio crudele sai?>> disse ridendo di buon gusto.
Ci furono pochi istanti di silenzio, nel mentre mi osservava ancora come se pretendesse una mia risposta.
<<Dormo qui la notte ultimamente...>> dissi chinando la testa e scostando lo sguardo dall'altro lato.
<<Mh? Non hai familiari con cui vivere?>> mi chiese stranito.
Non risposi, e da quel vuoto di silenzio, sembrava avesse già capito in che situazione mi potessi trovare.
<<Tu piuttosto... ancora devi dirmi per quale motivo ti trovi qui...>> dissi cercando di cambiare contesto.
<<Oh, giusto, immagino tu ti sia confusa dopo quel che mi hai rinfacciato prima.>>
<<Scusami... ero un po' presa...>> gli risposi pentita. <<Non preoccuparti. In realtà qualche volta mi capita di dirigermi qui per offrire delle elemosine al tempio in onore di mia moglie, ultimamente è malata, spero solo che non peggiori, d'altronde vorrei passare ancora del tempo con lei>>
<<Mi dispiace, spero guarisca presto...>> dissi dispiaciuta.
Dev'essere piuttosto brutto rimanere continuamente in pensiero per qualcuno di caro e avere il timore di perdere quella persona una volta per tutte.
<<Lo spero anch'io, ma non rimuginiamoci su, sono sicura che presto starà alla grande!>> rispose riassicurato.
Quella sera faceva piuttosto freddo a causa del forte umido, tremavo ma non me ne rendevo nemmeno conto.
<<Sembri aver freddo...>> ribadì il vecchio.
<<Sto bene>> risposi. Non amavo molto quando in determinate situazioni la gente si preoccupava per me, preferivo cavarmela da sola e tenermi tra me il mio orgoglio, anche se potrebbe sembrare piuttosto banale.
Iniziò a guardarmi con aria molto seria, come se avesse un senso di pietà per me.
<<Dunque...facciamo così, se entro al sorgere dell'alba riuscirai ad effettuare tutte le mie consegne ti offriró un lavoro e un alloggio. Allora, accetti?>> mi propose.
Credevo fosse giunto finalmente il momento di stabilizzarmi una volta per tutte, così senza troppi intoppi accettai.
<<Ci sto, ma sappi che se non manterrai le tue parole te la faró pagare>> dissi provocandolo, anche se sembrava un uomo di parola.
<<Immaginavo avresti accettato, bene ragazzina, seguimi!>> disse invitandomi di seguirlo.
Arrivammo dinanzi al suo negozio, dall'aspetto sembrava vendesse prodotti animali come uova, latte e formaggi.
<<Lascia il tutto davanti all'entrata delle case, ora va e non metterti a perder tempo>>
Avrei voluto chiarire alcuni dubbi sulle consegne, del tipo perché consegnarle nel pieno della notte o se sarebbero mai state mangiati da animali randagi o addirittura rubate da qualcuno ma preferii non perdere tempo.
Credevo di averci messo meno del previsto ma finii nell'impiegarci tutta la notte, intanto si iniziarono ad
intravedere i primi raggi di sole, era ormai giunta l'alba, accompagnata dal cinguettio degli uccelli.
Finii di compiere le mie ultime consegne e ritornai dal vecchio.
<<Uff che sonno... Hey vecchio, ho finito le consegne! Ma dove diamine si è cacciato!?>> dissi sperando non se la sia svignata.
<<Oh, hai finito?>> mi chiese.
Chissà cosa avrà fatto per tutto questo tempo, d'altronde non credo si sia messo a dormire.
<<Si, ora dammi ció che mi avevi promesso!>>
<<Beh... la verità è che io non posso darti nulla di quello che ti ho proposto ma->>
<<COOSA?!! SPERO TU STIA SCHERZANDO VECCHIO DECREPITO!>>
<<Insomma, fammi finire di parlare ragazzina!>> disse dandomi un leggero pugno diritto sulla testa.
<<Ho qualcuno che potrebbe fare al caso tuo, eccoti quest'indirizzo, il luogo si trova proprio nel distretto a luci rosse. Se ti darà del filo da torcere digli che ti manda il signor Tanaka.
<<Tipico nome da vecchio>> sussurrai ridendo, convinta non mi sentisse.
<<Eh!?>> mi rispose contro.
Mi divertiva prendermi gioco degli anziani, li ho sempre considerati delle macchine rotte in attesa di essere demolite, ma ben presto mi resi conto di essermi fatta delle idee totalmente sbagliate al riguardo.
<<Stavo scherzando hahaha, ho capito andrò lì appena possibile.>> gli assicurai.
<<Vieni da me se hai bisogno di aiuto.>>
<<Allora io vado>>
E fu così che mi incamminai verso il posto indicato sul foglietto datomi dal vecchio, non sapendo minimamente quale strada dovessi percorrere così chiesi informazione ad un passante.
<<Scusi per caso saprebbe indicarmi dove si trova questo posto?>> gli chiesi mostrandogli il foglio su cui era scritto l'indirizzo.
<<Dopo aver raggiunto quel negozio, svolta a sinistra e prosegui sempre diritto>> mi disse indicandomi la direzione da seguire.
Cercai di seguire le sue indicazioni ma non riuscii a individuare il numero civico del posto che cercavo, e proprio nel momento in cui iniziai a cambiare rotta udii delle voci urlanti provenire dal retro di uno di quei locali del posto, sembrava che una coppia di ragazzi stesse litigando.
<<Per favore Tanaka sono stufo di questa situazione, non fai altro che rinfacciarmelo!!??!>> Disse il ragazzo che sembrava davvero infastidito.
<<Jean... tu davvero non capisci la gravità della cosa... come credi se la stiano passando i cari di quelle due povere persone che TU hai ucciso?!!>>
<<Io non ho ucciso proprio nessuno, quel giorno non ero cosciente, quante volte dovrò ancora ripeterlo?!!>> disse rinfacciandoglielo.
<<Lo hai comunque fatto, e adesso è  tutta colpa tua se siamo in bancarotta, non avremmo mai dovuto pagarti la cauzione!!!>> disse a sua volta la ragazza.
<<Invece lo hai fatto.>> gli rispose il ragazzo con aria del tutto indifferente.
<<Va al diavolo.>> disse la ragazza ormai stufa.
Non capii molto di quello che sentii,  ma sembrava che quei due si trovassero proprio in un bel casino.
<<Oi tu, forza esci da lì!>> disse scostando la testa verso la direzione in cui stavo sbirciando.
<<E-eh?>> Ero sicura di essermi nascosta per bene.
<<Dimenticati di tutto quello che hai sentito okay? E non osare chiedermi spiegazioni.>>
<<In realtà non ho sentito proprio nulla ha-ha>> dissi facendo finita di niente.
<<Continui a fissarmi, cerchi qualcosa?>>
<<N-no, anzi si! Devo raggiungere questo luogo, sai dove potrebbe trovarsi?>> chiesi imbarazzata.
<<Huh? Ma questo è il numero del nostro locale! Perché mai un ragazzino come te dovrebbe venire qui?!>> esclamò sorpreso.
<<Sono una ragazza... Ah, mi manda il signor Tanaka, dice che tu potresti aiutarmi a trovarmi un lavoro e un posto dove vivere>>
<<Mio padre?! Non so cosa lo abbia spinto a portarti qui ma io non sono in cerca di adozioni, né mai assumerò una della tua età al lavoro, sembra tu abbia scelto il momento sbagliato>>
<<Cosa!!?  Il vecchiaccio mi aveva umilmente promesso di aiutarmi, ho anche passato la notte ad effettuare le sue stupide consegne e ora vieni a dirmi di non potermi aiutare nemmeno tu?!>>
Dissi andandogli contro arrabbiata più che mai.
In quel periodo ero così su di giri, volevo solo ricominciare a vivere una vita normale, e per farlo avevo bisogno necessariamente di soldi e di certo non mi avrei fatto mettere i piedi in testa da uno come lui!
<<Tks, sei davvero pesante!>>
Continuavo ad insistere mandandogli più occhiatacce possibili. Era davvero tremendo.
<<Uff... e va bene ti farò lavorare nel mio locale, ma solo perché sono così stufo di mio padre da non voler più subirmi le sue inutili ramanzine.>>
<<Davvero?! Non sembravi il tipo da cambiare idea così facilmente!!>>
<<Non montarti troppo la testa, ovviamente nulla è regalato, dovrai lavorare il doppio di noi, ogni singola notte nel locale e subirti tutti quegli ubriachi dei clienti, e il bello viene dopo, quando dovrai sistemare tutto il casino che provocano!>>
<<Credo tu sia uscito di senno, mi spieghi come farò mai a sopravvivere senza dormire!!?>> gli rinfacciai questo, facendogli capire di avere solo dodici anni.
<<Cavatela da sola, io non sono tuo padre ne il tuo badante, piuttosto dovresti essermi grato!>> rispose con la sua solita espressione indifferente e subdola.
<<Non capisco perchè ad una come te servirebbe lavoro, cos'è tua madre non ti da i soldi per le caramelle eh?>> disse con aria totalmente ironica e convita con quel sorriso perfido.
<<Non sono affari tuoi.>>
<<Va a prendere la tua roba, ti aspetterò qui>> disse il ragazzo di cui ancora non sapevo il nome.
Quel tipo è davvero strano, cambia umore molto spesso. D'altronde il discorso di prima con quella ragazza... sono davvero curiosa di sapere cosa sia realmente successo.
Insomma, tornai in men che non si dica da lui.
<<Forza, vieni con me>> disse già rivolto con lo sguardo verso la direzione che stavamo per raggiungere.
Mi portò nei pressi di un quartiere piuttosto affollato. Entrammo all'interno di uno dei tanti palazzi disposti l'uno affiancato all'altro e arrivammo in un appartamento che a primo impatto non sembrava molto grande, il pavimento era ripieno di mutande, reggiseni appartenenti sicuramente a donne diverse, cibo scaduto e una valanga di bottiglie di birra sparse ovunque.
<<Se proprio insisti, ti farò vivere qui, ma in cambio dovrai pulire almeno per questa volta tutto il casino che c'è qua dentro, e ovviamente come interessi dovrai aggiungere una tua parte di stipendio per pagare l'affitto.>> mi disse come se si fosse liberato di un grosso peso.
<<Qualcos'altro?!!?>> gli dissi scontrosamente contro.
<<Queste sono le conseguenze ma se non vuoi accettarlo puoi liberamente andartene.>> continuò a ribadirmelo con quella sua dannata faccia da impertinente.
<<Dove dormirò?>> chiesi confusa.
<<Ehm... dove ti pare>> mi disse senza avere la minima idea di dove potessi sistemarmi.
<<Adesso devo andare, divertiti mentre pulisci!>>
Non ero per niente dell'idea di dover convivere con lui, ma purtroppo era l'unica via che potessi percorrere per poter finalmente vivere una vita come si deve, in fondo era solo una questione di abitudine.

THE PRIDE OF A PERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora