XII

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Gwen stava tremando. Tremava da testa a piedi.
Mille pensieri e paure le invasero la testa.

Come potevano credere che lei centrasse qualcosa?!
Alla centrale la conoscevano bene! Non potevano credere che si immischiasse in queste cose!

Persa con lo sguardo sul televisore la ragazza non sentí gli altri due discutere finchè Duncan non le si avvicinò scuotendola.

< Gwen? Mi hai sentito? > la risposta era "no" ma la giovane non aveva abbastanza neuroni connessi per rispondere.

La sua bocca tremava e gli occhi erano spalancati.
Duncan iniziò a preoccuparsi vedendola così.

<Gwen hey! Vedrai che si sistemerà tutto, noi...>
<io...> lo interruppe balbettando per la prima volta dopo infiniti minuti di confusione.
Rimanendo con lo sguardo fisso in un punto continuò a balbettare:
<io... devo... devo parlare con i miei colleghi... loro sanno che c'è un errore...>
Duncan la guardò allarmato.
<No Gwen ma sei matta?! Loro pensano che ci sei dentro come pensano che ci sono dentro io!>
<ed è per questo che devo parlare con Courtney. Le dirò tutto e arresteremo quel Mike... Mal... come cazzo si chiama!> sbottò lei tornando in sè. Ricomparve la sua solita determinazione nei suoi occhi, quella determinazione e freddezza che a Duncan piaceva tanto... ma non in quel momento.
<Gwen è una follia! Courtney... lei non si ferma davanti a nulla! Non ti crederà mai!> cercò di convincerla che ormai erano spacciati... era rimasta una sola cosa da fare...

Gwen lo guardò male col fuoco negli occhi:
<e cosa dovrei fare scusa farmi arrestare con te?! Non ci penso proprio!>

Era così agitata che le veniva da piangere ma cercava di trattenersi. Si malediva per tutto quello che aveva fatto per trovarsi in quella situazione e malediceva chiunque l'avesse stolkerata in quei due giorni.

<Gwen... Duncan ha ragione. Non avete scelta> si intromise il rosso con tono serio.
<dovete andarvene, sparire.> continuò poi.

Il cuore di Gwen si fermò di colpo. Sparire? Scappare? Essere una fuggitiva ricercata?

Non voleva crederci alla situazione. Come poteva lei, una ragazza sempre stata leale e scrupolosa nel seguire le leggi, essere costretta a scappare dai suoi stessi colleghi?

<hai ragione Scott... dobbiamo andarcene> rispose il punk all'amico avvicinandosi ad un armadio e tirando fuori un grosso borsone nero.
Era pronto e ben preparato ad affrontare una situazione simile, con Courtney nei paraggi non si poteva mai sapere...

<Ti ricordi la mia casa in campagna? È vuota da un po' ed è ben isolata. Potete andare lì> disse Scott.
<grazie amico!>

Gwen ascoltò la loro conversazione ancora sconvolta.

<ma voi siete matti! Non posso scappare! Non posso essere una fuggitiva!> sbraitò lei ad una certa.
<Gwen non abbiamo scelta!>
<ma...>
<fidati di me... sistemeremo tutto. Ma ora dobbiamo andarcene...> le disse mettendole me mani sulle spalle e guardandola negli occhi.

Lei si tranquillizzò un secondo guardando i suoi occhi azzurri. Non sapeva come replicare...

<stanno arrivando dovete andare! Passate dal retro e prendete la mia macchina> disse Scott velocemente scostando le tende della finestra che dava sul vialetto.

Le macchine della polizia stavano entrando nella proprietà di Duncan. Non c'era più tempo.

Poi Scott lancio le chiavi della macchina a Duncan e quest'ultimo corse sul retro portandosi dietro la ragazza ancora confusa.

La polizia era ormai alla porta della villa di Duncan. Courtney si fece largo tra i vari poliziotti per essere lei la prima a fare irruzione. Era pronta più che mai ad arrestare il suo nemico, a Gwen in fondo neanche ci pensava più di tanto.

Intanto Duncan e Gwen raggiunsero la macchina di Scott parcheggiata subito fuori sul retro dell'abitazione. Lui buttò il borsone sui sedili dietro ed aiutò lei a salire.

Gwen ancora non aveva detto una parola. Non sapeva come reagire. Si sedette inerme nel sedile del passeggero fissando il vuoto davanti a se.

Duncan non ci pensò due volte e mise in moto.

-

<buttiamo giù la porta capo?> chiese un poliziotto all'ispanica.
Lei rimase un secondo in silenzio a respirare l'aria fresca a pieni polmoni. Aveva sognato quel momento da tanto tempo...
<si, sfondatela. E arrestate chiunque vediate dentro> ordinò sicura per poi lasciare spazio ai suoi colleghi, lei non si sarebbe sicuramente sporcata le mani nell'abbattere la porta.

Si avvicinò ad un altro collega col quale non aveva avuto occasione di parlare molto...

<beh che dire. Hai fatto un ottimo lavoro. Senza di te non avremmo scoperto di avere una sudicia spia doppio giochista nella nostra squadra> si complimentò col ragazzo.
<ho fatto solo il mio lavoro signora...>
<come ti chiami caro? Magari potrò mettere una buona parola per te ai piani alti>
Al ragazzo si illuminò il viso.
< Trent > rispose timidamente.
<D'accordo Trent. Vedrò di fare qualcosa per te. Davvero buon lavoro, io non avrei mai immaginato che Gwen collaborasse col nemico>
<nemmeno io...>

Appena i poliziotti buttarono giù la porta Courtney si precipitò all'interno della villa.
Intanto Trent, rimasto fuori, sorrideva sperando di veder uscire quel delinquente e la ragazza per la quale aveva fatto di tutto in manette.

<POLIZIA! USCITE ALLO SCOPERTO CON LE MANI IN ALTO! SIETE TUTTI IN ARRESTO> urlò la detective puntando la sua pistola davanti a sè pronta a sparare al primo movimento.
Aspettò qualche secondo... ma niente, niente e nessuno si mosse...

Fece segno ad alcuni colleghi di seguirla ed iniziarono a perlustrare la casa... la villa era grande ma era impossibile nascondersi lí dentro per sempre...

<MERDA!>

Finito di perlustrare il tutto non trovò nessuno. Se ne erano già andati. Se li era fatti sfuggire.

Courtney era furiosa, furibonda. Non potevano essere già scappati.

<Brutti deficienti! Vi avevo detto che non dovevamo trasmettere le nostre scoperte in tv prima di arrestarlo!> sbraitò ai suoi colleghi che, impauriti, tenevamo lo sguardo basso.

< e adesso? Cosa facciamo?> chiese Trent. Non era quasi mai uscito dall'ufficio, tranne che per spiare Gwen, non era mai stato sul campo e non sapeva come comportarsi.
<emaniamo un mandato di ricerca ed arresto. Quei due non possono passarla liscia! Soprattutto Duncan...>

-

Nascosto tra le siepi, a diversi metri da dove si erano appostati i poliziotti, si era nascosto Scott e aveva visto e sentito tutto.

<merda... ora si che sono nei guai...> disse tra se e se.

Prima di fare una qualsiasi pazzia decise di andarsene e tornare a casa sua. Non voleva immaginare cosa gli avrebbero fatto se lo avessero beccato lí nascosto.

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