XIV

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I due finalmente arrivarono alla loro destinazione.
La casetta di Scott era completamente nascosta in mezzo ad alberi e campi, senza conoscere la strada era impossibile trovarla.

Dopo il loro "litigio" Duncan e Gwen non si dissero altro: lei continuò a guardare altrove scocciata e lui, irritato, cercava di non guardarla.

Scesero dalla macchina e Duncan si avviò ad aprire la porta.
Gwen rimase qualche metro dietro di lui a braccia conserte a guardare la "casa" in cui si sarebbero dovuti nascondere.

<più che una casa in campagna mi sembra una topaia...> commentò la detective mentalmente.

In effetti il tutto faceva alquanto schifo: il giardino intorno era completamente incolto pieno di erbacce, la facciata cadeva a pezzi e i vetri delle finestre non venivano puliti probabilmente da secoli.

<che schifo...>

<vuoi entrare o preferisci rimanere lì a fare lo gnomo da giardino?> le disse Duncan con tono freddo.
Lei lo guardò male, sbuffò e lo seguì dentro la topaia.

Beh... il dentro era peggio del fuori...

<sul serio dovremo stare qui?> si lamentò lei.
<se non ti piace l'accomodazione quella è la porta> rispose lui schietto lanciando il borsone sul tavolo impolverato in mezzo alla sala.

Gwen si chiuse la porta alle spalle ed iniziò ad aggirarsi con sguardo critico per la casa.

Duncan cercava di non prestarle attenzione e continuate a fare l'offeso... ma stava diventando difficile ignorarla...
Iniziò a frugare nel borsone per controllare ci fosse tutto il necessario ma il suo sguardo si posò involontariamente sulla ragazza che gli stava passando davanti. Anche se imbronciata era sempre bellissima...

-

Passarono un bel pò di ore e i due non si dissero nulla.
Si stava facendo ora di cena, così Duncan tirò fuori due zuppe in scatola e due cucchiai dal borsone.
Guardò Gwen che era rimasta tutto il tempo seduta accanto ad una finestra a guardare fuori, non aveva idea di cosa stesse guardando o a cosa stesse pensando, ma era certo che avesse fame quanto lui.

Le si avvicinò un po' incerto prima di rompere quel fastidioso silenzio che si trascinava da tutta la giornata:
<hai fame?> le chiese porgendole la lattina di zuppa.
Lei lentamente si girò verso di lui guardandolo per la prima volta negli occhi dopo tanto tempo, poi guardò la zuppa e il suo stomaco emise un brontolio.

Si, aveva fame...

La afferrò ed iniziò a magiare senza dire una parola.

Alla vista di Duncan sembrava un procione famelico che non mangia da giorni e si mise a ridere.

<che c'è di tanto divertente?> lo riprese subito lei fulminandolo con lo sguardo.
<da quanto non mangi tesoro? Da una settimana? Hahaha>
<senti, lo stress mi mette fame>

Cercò di rispondergli con tono freddo e distaccato ma la sua risata la stava lentamente contagiando.
Cercò di resistere ma un sorriso segnò lievemente le sue labbra... e lui se ne accorse subito.

<senti Gwen... so benissimo che la situazione non è delle migliori e questo posto fa schifo... ma almeno cerchiamo di non ammazzarci a vicenda e proviamo a collaborare okey?> disse lui serio.
La ragazza rimase qualche secondo a fissarlo ma poi annuí abbassando lo sguardo.
<si... hai ragione... scusami per prima... è che sono ancora scossa per tutto...>

Per lei scusarsi era davvero difficile: raramente ammetteva di aver sbagliato, il suo orgoglio era troppo alto per le scuse.

<scusa ma, non ho capito bene... ti stai scusando?> la prese in giro lui vedendola in difficoltà. Non si fece scappare l'occasione di stuzzicarla.
<si. E non lo ripeterò nuovamente quindi fatti andare bene quello che ho appena detto> rispose decisa guardandolo fisso negli occhi.

Rimasero qualche istante a fissarsi seriamente finché Gwen non scoppiò a ridere contagiando anche il punk in pochi secondi.

<che c'hai da ridere adesso? Ahhaha>
<oh no ahhaha niente hahaha sarà la tua faccia da schiaffi>
<certo certo hahah... e scommetto che tu adori la mia faccia da schiaffi tesoro hahaha>
Gwen smise di ridere di colpo e diventò rossa in volto, poi tirò un pugno sulla spalla di Duncan che intanto continuava a ridere.

A una provocazione si risponde con una provocazione... e su questo loro due erano in perfetta sintonia.

Finita la "cena" Duncan uscì a prendere un po' di legna ed accesero un piccolo falò accanto alla finestra.

La notte che si prospettava sarebbe stata lunga e fredda in quella piccola casetta di campagna.

<e... adesso che facciamo?> chiese Gwen mentre si scaldava le mani ghiacciate accanto al fuoco.
<in che senso?>
<beh... non vorrai mica restare qui per sempre>
<già... tu hai qualche idea?>

La detective rimase in silenzio a riflettere finché non le venne un'idea.

Era rischioso? Probabile. Ma d'altronde non avevano altra scelta...

<un'idea ce l'avrei...>

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