18. Isole:

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Giugno 2017

Mauro si risvegliò affamato. Le campane della chiesa in centro erano risuonate diverse ore prima, ma lui le aveva ignorate. Il sole afoso di fine giugno non era più allo zenit. Aprì il frigorifero e ne tolse un succo ace in cartone da mezzo litro. Svitò il tappo e ne bevve un sorso. Aveva la gola secca dalla scorsa notte. La custode, avvisata dell'imminente arrivo, aveva rifornito il frigorifero di cibi e frutta fresca. Il tutto rigorosamente in porzioni monodose. Ignorava che l'uomo avrebbe avuto un ospite.

Uscì scalzo sul portico che affacciava sul giardino. Strizzò gli occhi alla luce del sole. Il mare da lì non si vedeva ma, oltre il cancellino, c'era un vialetto secondario che conduceva alla spiaggia libera. La nonna gli aveva ripetuto, infinite volte, che era sufficiente l'aria ricca di salsedine a curare tutti i mali. Forse la sua era stata mera illusione perché mettendo piede sull'isola non si era sentito meglio.

Gli doleva la testa da giorni. Oramai, l'acufene aveva interessato entrambe le orecchie. Secondo il vocal-coach era una questione di stress. Pazienza. Avrebbe avuto tutto il tempo di rilassarsi. Forse. O forse aveva avuto una pessima idea a invitare Carrie a raggiungerlo.
Non voleva litigare, ma come poteva guardarla negli occhi e tacere?

Beata ignoranza! Perché il destino era stato tanto crudele con lui da avergli affidato anche i pettegolezzi del vento?

Rientrò in casa. Aprì il frigorifero. Non c'era niente che lo stuzzicasse. Un po' di pancetta e due uova, potevano fare al caso suo. Cucinò e si sedette al tavolo. Con un piede sul sedile e il gomito sopra il ginocchio, staccò con la forchetta un pezzetto di cibo. L'albume, dal fondo marroncino, sapeva di bruciato e la pancetta a cubetti era secca. Rigirò il tutto più volte tra i denti e lo inghiottì a fatica.

Come erano arrivati alla situazione attuale lui e Carrie? Non ci capiva più nulla. Dov'era il punto di rottura? Dove riavvolgere il nastro? Dove mettere una pezza?
Da vero maschio, un pensiero infimo lo sfiorò: se fosse stato un problema di prestazioni sessuali?

***

Estate 2015

Il primo bacio era stato come infilare un dito nella panna montata. Mauro ne avrebbe voluta ancora e ancora. Si era riscoperto adolescente per tutta l'estate e si era specializzato in numeri da acrobata pur di condividere anche una sola tazzina da caffè durante uno scalo in aeroporto o una sosta in Autogrill.

Finché, giunti i giorni in cui il profumo dolce del mosto nelle vigne aveva superato quello acre di città, si erano ritrovati liberi da impegni. Così la scelta era ricaduta su Albarella. Giornate al sole lungo la spiaggia libera e passeggiate in bicicletta alla ricerca della casa dei gabbiani. Era stato strano poter godere del vuoto infinito del tempo lontani dalla vita mondana.

Ma il tempo non era rimasto vuoto a lungo, infatti l'avevano riempito rinnovando la vecchia dimora dei nonni che Mauro aveva rogitato. Avevano dato il peggio di loro stessi nella tinteggiatura delle pareti a calce e nel fai-da-te con gli infissi in legno, ma alla fine avevano trovato una vera passione comune: l'arredamento. Così quel pomeriggio si erano ritrovati lì, in quella casa dalle pareti blu e i soffitti bianchi, di fronte a un vecchio letto matrimoniale a baldacchino.

«La sabbiatura ha fatto miracoli.»

Mauro non credeva ai propri occhi.

«Non ci sono più macchie e la cera bianca è venuta omogenea.»

«Sì, è molto bello. Un ottimo lavoro.»

Carrie aveva accarezzato un palo della struttura portante lavorato a truciolo e alzato la testa verso il puntale sulla cima.
«Le tende ci sono sempre state?»

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