|JJ|
La mattinata non sarebbe potuta iniziare meglio, se non con il suono della sveglia che ha deciso di interrompere la miglior dormita che abbia mai fatto dall'inizio dell'estate. Maledetto liceo.
Per i primi cinque minuti contemplo semplicemente il vuoto stiracchiandomi, incapace di poter persino mettere a fuoco la mia camera. Riesco ad alzarmi solamente in seguito ad una lunga serie di sbadigli, esclusivamente per fare una doccia e poter indossare qualcosa di decente.Primo giorno di scuola, e anche ultimo primo, per fortuna. Non so cosa farò dopo quest'anno, non ho mai avuto la forza di rifletterci su, e probabilmente non l'avrò per molto altro tempo, di sicuro non la troverò questa mattina, perciò allontano semplicemente il pensiero dalla mia testa evitando di entrare in un tunnel di domande senza fine.
Afferro lo zaino, ritrovato con un colpo di fortuna sotto una distesa di vestiti ammucchiati, ed esco velocemente, ma non prima di lanciare un'occhiata alla catastrofe che trovo in cucina.
Vivere da solo a diciassette anni è un'esperienza mistica, non molto piacevole, ma per fortuna io ho l'istinto di sopravvivenza di uno scarafaggio. I miei genitori non ci sono mai stati per me, per questo motivo sono abituato a vivere in questa situazione. Mia zia è l'unica a vivere sull'isola, e mi aiuta con le spese, il che va bene, finché riuscirò ad avere un tetto sulla testa.La mia vita da questo punto di vista non è mai stata facile. Mia madre è andata via quando avevo dodici anni, ma durante tutta la mia infanzia l'ho vista davvero raramente. Eppure ricordo quanto fosse affettuosa con me, le poche volte che era presente.
Con mio padre invece la storia è diversa. Lui è sempre stato qui, ma avrei sperato andasse via al posto di mia madre.Mi ha cresciuto insegnandomi a rubare, invece che a guadagnare onestamente. È stato in prigione così tante volte che non potrei neppure contarle, finché non ha deciso di scappare, pochi mesi fa.
L'unico metodo per farmi capire qualsiasi cosa per lui era la violenza. Ha iniziato con gli schiaffi quando ero ancora un bambino, e andando avanti con il tempo, peggiorava sempre più.
So che dirlo non è bello, ma è un sollievo per me che non sia più qui.Scaccio il pensiero, ricordandomi che ho già versato troppe lacrime per questo e mi lascio distrarre dall'inaspettato arrivo di John B. Per fortuna, pensavo di dover camminare fino a scuola.
-Tuo padre ti ha lasciato il Twinkie?
Domando salendo al bordo del van, che non vedevo da fin troppo tempo. Big John ce l'aveva confiscato dopo aver scoperto della nostra piccola gita a Roanoke Island.-Ha realizzato che se non me l'avesse lasciato avrebbe dovuto accompagnarmi lui a scuola, ogni mattina. Non credo gli convenisse.
Annuisco notando il posto che di solito avrebbe occupato Pope, completamente vuoto.
-Dov'è Pope? Non dirmi che suo padre ce l'ha ancora con noi...Pope è la mente del gruppo, l'unica funzionante probabilmente, e suo padre, Heyward, lo sa. Sa anche che io e John B, al contrario, saltiamo le lezioni di continuo, e seguiamo la scuola relativamente poco, per questo motivo cerca di tenere suo figlio il più distante possibile dalla nostra cattiva influenza, in particolare quando si tratta dello studio. Ma non lo biasimo, probabilmente al suo posto lo farei anche io.
-Din' din', indovinato.
Sospiro rumorosamente, non molto sorpreso. Il resto del viaggio trascorre in silenzio, entrambi troppo assonnati.
Purtroppo il tragitto dura poco, e ben presto ci ritroviamo in cortile, circondati da volti fin troppo familiari. Dopo qualche minuto ci raggiunge anche Pope, raggiante come al solito.-Saputo la novità?
Alzo le sopracciglia sottolineando un'espressione confusa, incredibile come questo ragazzo sappia tutto prima di noi.
-Guardate alle vostre spalle.
Ci indica un punto ben preciso dietro le nostre teste, in modo da farci voltare.
Spalanco gli occhi quando noto un gruppo di Kooks seduto attorno ad uno dei tavoli. Non sono molto difficili da distinguere, indossano delle divise che probabilmente vengono a costare più dell'intero edificio.Io e John B ci scambiamo un'occhiata fugace prima di corrugare la fronte, sbalorditi.
Vederli in un liceo pubblico, e soprattutto questo liceo, è paranormale. Frequentano solo scuole private e accademie, con delle rate mensili per cui io dovrei chiedere un paio di prestiti.-Non ho ancora ben chiaro il motivo, ma cercherò di informarmi. Ora vado, ho matematica alla prima, meglio partire con il piede giusto.
Il ragazzo prodigio si congeda non appena il suono irritante della campanella giunge alle nostre orecchie.
Dopo pochi minuti decido che forse sarebbe meglio se andassi anche io, nonostante saltare l'ora di letteratura mi stia tentando molto.Le prime due ore sono le più lunghe della mia vita, sembrano non passare mai. Decisamente non mi era mancata questa routine. Per fortuna arriva il mio momento preferito: l'intervallo. Esco dalla classe il più velocemente possibile, evitando di dovermi imbattere in ragazze e in conversazioni che ora come ora vorrei evitare.
Eppure, il mondo sembra avercela con me.
Infatti, come da copione, appena svolto l'angolo mi imbatto in Kathy Peters e il suo scollo vertiginoso. Cerco di salutarla frettolosamente passandole a fianco, in modo da sottrarmi ad una chiacchierata che sicuramente non gradirei, ma, ovviamente, la sua voce mi trattiene.-JJ, sei sparito alla festa, io e le ragazze ti stavamo aspettando. Che fine avevi fatto?
Accenno appena un sorriso al ricordo sbiadito che ho della festa, se potessi tornerei lì immediatamente.
-Avevo bevuto un po' troppo e mi sono allontanato. Mi piacerebbe parlare con te ma devo proprio andare, ci vediamo in giro.
Con le mie doti da attore riesco a scappare dalla situazione in men che non si dica. Dio benedica chi mi ha insegnato a mentire così.
-Fatti sentire qualche volta, non ti mangio mica.
Cristo, qualcuno aiuti questa ragazza...Se dovessi nominare una categoria di persone che non sopporto in questo liceo, probabilmente farei il nome di Kathy e le sue amiche. Sono il tipo di ragazze che farebbero di tutto per una scopata, e che pur di sentirsi speciali sentono il bisogno di buttare giù le persone che hanno intorno. È qualcosa che ho sempre odiato.
-Oh, JJ, mettimi incinta, ti scongiuro!
Pronuncia una voce che potrei giurare di aver sognato almeno un centinaio di volte.
-Kiara?
Domando leggermente scettico, era l'ultima persona che avrei aspettato di vedere. Devo essere in paradiso, o non si spiega.-Carina la tua amica.
Continua appoggiando la schiena ad uno degli armadietti.
-Sento odore di gelosia o mi sbaglio, Kie?
Mi sto affezionando a questo soprannome, e per me è già una gran vittoria che non ne sia infastidita.
-Ancora una volta, ti farebbe piacere.-Ti andrebbe di spiegarmi perché questa scuola è invasa da voi deliziosi Kooks?
È una domanda a cui sto cercando di rispondere da circa due ore, ma per quanto io ci provi, non riesco a trovare una spiegazione plausibile.
-Storia lunga, e io devo andare. Ma se vieni al falò di stasera, forse potrò fare uno sforzo e spiegartelo.
Quando è passata dall'odiarmi al preoccuparsi della mia presenza ad una festa?
-È un invito per caso?-Te lo sogni. Non dimenticare la canna.
Mi intima alzando la voce e iniziando ad allontanarsi, probabilmente dimenticando che potrebbe imbattersi in qualche professore.
-Carina la gonnellina, comunque.
Esclamo riuscendo ad osservarla meglio da lontano, non potendo fare a meno di notare come la divisa le calzi a pennello, e sapendo che quel complimento le avrebbe sicuramente dato fastidio.
-Vaffanculo!
Nonostante sia più distante, posso comunque vederla accennare un sorriso.
La mia giornata è completamente svoltata ora.
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Happier Than Ever [JJxKiara]
FanfictionE se Big John non fosse mai scomparso, e la ricerca al tesoro non fosse mai iniziata? Leggere per scoprire, a voi la scelta.