|Kiara|
La serata non inizia nel migliore dei modi, anzi. La pioggia ha completamente devastato i miei piani, e quello che doveva in principio essere un falò da sballo, praticamente regalando ai miei genitori una ragione in più per dirmi di alzare il culo e dar loro una mano al ristorante di famiglia, il Wreck.Da quando siamo tornati dopo qualche settimana di chiusura i profitti sono aumentati vertiginosamente, ma ovviamente, l'incremento dei guadagni comporta anche un incremento dei clienti, il che ci riconduce a più ore di lavoro, di conseguenza quindi più lavoro.
Fortunatamente non pretendono una grande fatica da me, soltanto il minimo indispensabile per non ritrovarsi del tutto in alto mare quando sono a corto di personale, due mani in più non guastano mai.Cerco di aiutare quando posso, nei weekend estivi, i più affollati, oppure nelle domeniche invernali, che per quanto possa sembrar strano per un ristorante con pietanze per lo più d'acqua, sono le più complicate da gestire, soprattutto i pranzi. È questo il lato positivo del vivere su un'isola, tutto ciò che riguarda il mare non stanca mai.
-Tirati su, stiamo per aprire. Il patio è tutto tuo.
Annuisco in direzione di mia madre, interrompendo quella che doveva essere un'interessante e soprattutto lunga partita a Candy Crush. Cerco di non fare storie, ma avrei preferito qualsiasi altra sala benché meno il patio.
Nonostante venga coperto durante le giornate di pioggia come questa, ciò non allontana totalmente il freddo.Mi alzo dalla mia comoda posizione, a gambe incrociate su una delle sedie della cucina, sbuffando leggermente, attirando l'attenzione di Rhys, il cuoco, che mi guarda comprensivo. Afferro senza indugiare molto una patatina dal vassoio che mi porge, cercando di non farmi notare da mia madre.
Rivolgo un sorriso all'uomo prima di volatilizzarmi all'ingresso.Pur avendo aperto da qualche minuto, le persone che occupano i tavoli sono già molte, troppe per i miei gusti. L'orario dalle 20:00 alle 21:30 è il più duro. Ci sono per lo più famiglie numerose impazienti di tornare a casa dopo una giornata faticosa, ma che allo stesso pretendono la cena migliore della loro vita in soli trenta minuti. Fortunatamente ho a che fare con loro poche volte, sicuramente non stasera.
A causa del brutto tempo pochi scelgono la zona patio, per lo più turisti ben coperti, e io non potrei esserne più grata. Dopo aver preso qualche ordinazione e servito ai tavoli, tiro un sospiro di sollievo aspettando con ansia che arrivi mezzanotte solo per nascondermi sotto le coperte ed eliminare ogni traccia di stanchezza dal mio corpo.
Mentre sogno ad occhi aperti su cosa farò una volta tornata a casa, non mi accorgo di tre ragazzi all'ingresso. Impiego poco tempo a mettere a fuoco, realizzando che si tratta del magico trio dei Pogues. JJ, John B e il ragazzo prodigio di cui non ricordo mai il nome, ma che sa decisamente qualsiasi cosa di qualsiasi argomento.
Sono costantemente sulla bocca di tutti, che ne parlino bene, o male.
Sono come i Nirvana delle Outer Banks, ma con meno capelli.È strano vederli qui, nonostante questo ristorante sia stato costruito appositamente in una zona neutrale e con prezzi accessibili per entrambe le tribù, in onore delle diverse origini dei miei genitori, pochi Pogues vogliono davvero respirare la stessa aria dei Kooks e viceversa. I primi occupano il ristorante per lo più d'estate, durante il week-end, nelle festività come il Natale, oppure nei giorni successivi ad un uragano.
I Kooks vengono solo in settimana, per il resto dei giorni frequentano altri ambienti, come se si sentissero in dovere di cambiare aria periodicamente.I tre non sembrano avermi notato, troppo assorti nei loro pensieri mentre scelgono il loro tavolo.
Fa che sia il patio, fa che sia il patio.
Una parte di me cerca di auto-convincersi che questo desiderio sia stato dettato da una semplice e ricorrente noia, l'altra parte invece, conosce esattamente il motivo di questa speranza.
Sussulto leggermente quando noto le loro figure prendere posto esattamente a due tavoli di distanza dalla coppia straniera che ho servito qualche minuto fa, proprio di fianco ad una graziosa stufetta in legno. Dio sembra ascoltarmi qualche volta.Come un riflesso involontario, sciolgo i capelli precedentemente legati alla bene e meglio, cercando di dar loro una forma. Non perché mi interessi particolarmente dell'opinione di qualcuno, ovviamente.
In maniera disinvolta, o almeno è questo che mi piace credere, mi avvicino ai tre, persi nella loro rumorosa conversazione riguardo argomenti poco interessanti, a mio parere.
-Pronti per ordinare?
Domando attirando finalmente la loro attenzione. Sembrano abbastanza stupiti nel vedermi qui, ma non quanto me nel vedere loro.-Cazzo, mi aspettavo tuo padre come al solito.
Ridacchia John B, tra i tre forse il mio meno preferito, non che io impazzisca per i due rimanenti, ma per lui ancor meno.
-Se ci tieni tanto te lo vado a chiamare.
Alzo gli occhi al cielo cercando di non farmi notare, ma davvero vogliosa di tirare un pugno al suo zigomo destro. Il perché di tanto odio è un mistero anche per me, ma sembra reciproco, il che lo rende ancora più odioso.-Tranquilla, stiamo bene così, vero JJ?
Lancia uno strano sguardo al biondo di fianco a lui, il quale non ha ancora spiccicato parola, stranamente. Normalmente avrei trovato fastidioso a limiti estremi anche lui, ma sembra che l'erba di ieri sera stia ancora facendo effetto, perché questa sensazione di tolleranza nei suoi confronti non vuole proprio sparire.-Tre cheeseburgers e una coca grande.
Il genio della lampada, credo che lo chiamerò così finché il suo nome non mi verrà in mente, decide di spezzare il silenzio imbarazzante che stava per crearsi, ordinando.
-Va bene.
Sorrido al minimo, giusto per non sembrare sgarbata, per poi voltarmi sentendo ancora i loro sguardi bruciarmi addosso, uno in particolare.Subito dopo averlo riferito a Rhys, approfitto dell'apparente calma per andare in bagno. Nonostante ci sia un bagno apposito per il personale, evito sempre di andare lì. È trattato in maniera nettamente peggiore rispetto al bagno per i clienti, il quale viene pulito regolarmente, sebbene venga usato di più.
-Niente falò, eh?
Sussulto quando una voce mi colpisce alle spalle proprio nel momento in cui cercavo di aprire la porta per liberarmi da quella fastidiosa sensazione di pienezza nella zona del basso ventre.
-Seguire le persone e quasi provocare loro un infarto potrebbe essere penalmente perseguibile, te l'hanno mai detto?-No, in genere non amo spaventare le ragazze nei bagni, ma che posso dirti? Tu mi fai quest'effetto.
Il mio cervello avrebbe volentieri preso a calci il suo sedere per le sue molteplici frasi fastidiose e senza senso, mentre una sensazione alla bocca dello stomaco si faceva largo ogni volta che alzava gli angoli della bocca per sorridere appena. Stupido maledetto sorriso di merda.
-Sei fottutamente irritante con queste battute del cazzo.-Lo so. Ti lascio ai tuoi bisogni, a dopo ragazza irascibile!
Ancora una volta mi rivolge uno snervante ghigno, dandomi finalmente le spalle.In breve tempo torno a lavoro, servendo l'affamato trio e cercando di dare una mano anche alle altre sale, così che i miei genitori non avrebbero avuto nulla di cui potersi lamentare una volta tornati a casa, cosa che succede molto più spesso di quanto ci si immagini.
Poco oltre le undici i tre si alzano, lasciando i soldi esatti sul tavolo. È proprio quando faccio per afferrarli che noto un fazzolettino di carta avvolto tra i due biglietti da 5. Lo apro curiosa, trovando qualche scritta con dell'inchiostro sbiadito.(252) 820-5678
Sei carina quando lavori, forse eccessivamente permalosa, ma ti perdono.
Scrivimi, abbiamo una canna in sospeso.
-JJ, l'unico e solo.Le mie guance prendono colore mentre involontariamente la mia bocca si solleva in un'espressione di gioia. Dannato Pogue.
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Happier Than Ever [JJxKiara]
FanfictionE se Big John non fosse mai scomparso, e la ricerca al tesoro non fosse mai iniziata? Leggere per scoprire, a voi la scelta.