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Il sabato mattina è sempre stata la mia parte preferita della settimana. Soprattutto se si è appena sopravvissuti a cinque giorni di scuola. Il prezzo di svegliarti e capire di aver raggiunto il week-end, è impagabile. Quasi quanto la meraviglia di bere il primo caffè della giornata in tutta tranquillità.Per quanto un sabato mattina possa però essere stravagante e dinamico, mai e poi mai avrei immaginato di ritrovarmi ad osservare Kiara Carrera dormire beatamente nel mio letto, se non nelle mie fantasie, che, per quanto belle, non riescono ad avvicinarsi minimamente a quella che è la realtà.
Lancio uno sguardo ai quattro angoli della stanza, mai stata tanto ordinata. Suppongo che passare la notte in piedi cercando di dare una pulita abbia dato i suoi frutti. I miei occhi vengono poi attirati nuovamente dalla sua figura, notandola muoversi leggermente, probabilmente non trovando abbastanza forza per aprire gli occhi e fare qualsiasi cosa.
-Dio, che male.
Ancora con gli occhi leggermente appannati, si massaggia la testa. I postumi di una sbornia sanno essere dolorosi quando vogliono.
-Tieni.
Accenno un sorriso a cui probabilmente non farà caso, porgendole dell'acqua e una Tachipirina, già pronte sul comodino da una dozzina di minuti.Butta giù entrambe sussurrando un "grazie" a malapena udibile, mentre sembra star iniziando a realizzare qualcosa, ma non dice nulla, nonostante l'espressione curiosa.
Rimango in silenzio per qualche minuto, aspettando che sia lei a farlo, non sapendo se in questo momento riuscirebbe a sopportare il suono della mia voce.-Cosa cazzo ho combinato?
Sussurra sollevandosi, lasciando cadere il lenzuolo, dapprima appoggiato sul petto. La stoffa nera che le ricopre il corpo mi fa ricordare che indossa ancora il vestito della sera prima, che le calza a pennello nonostante la sbornia.
Sembra notare la direzione del mio sguardo ma non commenta, poggiando il viso tra i palmi delle sue mani.Mi rendo conto della sua difficoltà semplicemente osservando l'espressione disorientata e forse, in un certo senso, pentita, di qualcosa che neppure ha fatto. Mi rendo conto di quanto la sua mente si stia muovendo velocemente pur di riuscire a trovare una spiegazione. Mi rendo conto dell'imbarazzo nel ritrovarsi nel letto di qualcuno che si conosce appena e che, soprattutto, si sostiene a malapena; perciò cerco una frase, una qualsiasi frase che non mi faccia sembrare un idiota, o che non la faccia scappare in questo preciso istante, ma prima ancora di processarla il silenzio viene spezzato da un rumore fin troppo familiare: lo stridulo clacson del Twinkie accompagnato, chiaramente, da urla non del tutto pacifiche.
-Cazzo, cazzo, cazzo.
Borbotto, maledicendomi per aver dimenticato dell'appuntamento con i ragazzi. Non un appuntamento qualsiasi, ma L'appuntamento: sabato 1 ottobre, il giorno che puntualmente, ogni anno, aspettiamo per mesi.
Con la fine dell'estate le onde aumentano sempre più fino ad arrivare al punto in cui la corrente generata dal mare sarebbe in grado di trascinare qualsiasi cosa con sé, e quel giorno sembra sempre, o quasi sempre, coincidere con il 1 ottobre.
Per una persona qualunque potrebbe risultare spaventoso, e in effetti lo è; per un surfista si tratta dell'evento dell'anno.-Che c'è?
Mi domanda Kiara, sollevando la testa, quasi stordita.
Ed è difficile ricordare come formulare una risposta quando i suoi occhi, velati da un'espressione più che confusa, fissano i miei.
-Dovevo vedermi con i ragazzi per surfare. Ora esco e gli dico che ho un impegno, altrimenti non finiranno mai di suonare quel fottuto clacson.-Merda, è il primo ottobre.
Il mio sguardo la fissa, impercettibile, e troppo occupato ad osservarla, il mio cervello sembra aver ignorato la sua affermazione del tutto, finché non mi accorgo di come stia cercando di radunare tutte le sue forze e alzarsi dal letto con una fretta totalmente nuova.Kiara Carrera era nel mio letto.
Kiara Carrera sta camminando in casa mia.
Kiara Carrera sa del primo ottobre.
Sarebbe stato effettivamente se lei, l'unica ragazza di Figure Eight che riuscirebbe a salire su una tavola da surf, non lo avesse saputo; ma riesce comunque a stupirmi, come qualsiasi cosa faccia.-Ah, uhm, sì, se mi dai cinque minuti prendo la moto e ti accompagno a casa, o in spiaggia, dove vuoi.
Le mie mani torturano i capelli presenti dietro la nuca come fossero dei fili d'erba da strappare, mentre la sua espressione diventa minuto per minuto più emblematica.
-Oppure...potrei venire con voi?
E ancora una volta, cazzo.Kiara Carrera vuole surfare con noi, con me.
Potrei dirle di no, potrei dirle che la nostra compagnia è molto diversa da quella di Rafe Cameron, o di Topper, o di Kelce, o di qualsiasi altro fastidioso e insipido Kook. Potrei dirle che non possiamo offrirle un posto nella migliore spiaggia, o una sdraio in prima fila, o dello champagne versato in un bicchiere di cristallo, che siamo troppo diversi, troppo distanti, ma poi ricordo che parliamo di Kiara Carrera, la stessa ragazza che due giorni fa stava fumando l'erba di mio cugino con me, un Pogue come pochi, in un magazzino abbandonato, o sulle scale arrugginite di una scuola che ormai cade a pezzi. E la risposta diviene naturale, quasi scontata:-Sí, cioè, se a te va bene. Non voglio forzarti, possiamo fare tutto ciò che vuoi.
Affermo con tono incerto mentre in sottofondo continuo a sentire il rimbombo di quel fastidioso clacson che diventa secondo per secondo più insistente.
-Non te l'avrei chiesto se non avessi voluto. Che ore sono?
Lega distrattamente i capelli mentre spazientita a causa dei numerosi tentativi nel provare a compiere dei passi con i tacchi, a mio parere una tortura creata su misura, della sera prima, lascia che i piedi nudi tocchino nuovamente il freddo pavimento della camera da letto.
-Le 11 appena, perché?-Ho bisogno di darmi una ripulita senza il rischio di essere vista dai miei genitori, ma con buone probabilità sono già al ristorante. Non è un problema darmi prima un passaggio, vero?
Potrei morire se indosso questo vestito per altri dieci minuti.
Vorrei dirle che la decisione non sta a me e che con buone probabilità John B e Pope mi uccideranno per averla anche solo fatta avvicinare al Twinkie, ma non ne sarei in grado. Mi limito ad annuire perché non potrei fare altrimenti; non riuscirei a trovare neanche un briciolo di volontà in me per dirle di no, neanche se volessi.Per cui raduno tutte le mie forze, pronto all'ampio ventaglio di insulti che su scaglieranno contro di me, e percorro, seguito dalla ragazza, il corridoio d'uscita che conduce all'esterno, giungendo finalmente a pochi passi dal van.
-Segui me.
Intimo a Kiara, ora al mio fianco, mentre apro una tra le porte laterali e le faccio spazio, cercando di non prestare attenzione ai volti dei miei amici, quasi sul punto di crollare.
-Sorpresa!
Sussurro lievemente mentre la riccia accenna timidamente a un saluto, che i due neanche sembrano voler ricambiare.Sarà un lungo viaggio.
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Ciao ragazzi!! Perdonate il lunghissimo periodo di assenza, ma la mia concentrazione era ormai sparita. Ho notato che la storia continua ad essere apprezzata, e la terza stagione mi ha sinceramente spinto in parte a riprenderla, insieme al vostro supporto di cui sono grata❤️.
Spero di riuscire a portarla a termine; non è il capitolo che avrei voluto ma non volevo lasciarvi aspettare ancora.
Grazie a tutti!
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Happier Than Ever [JJxKiara]
FanfictionE se Big John non fosse mai scomparso, e la ricerca al tesoro non fosse mai iniziata? Leggere per scoprire, a voi la scelta.