Sara fermò la sua Toyota rossa nel parcheggio davanti alla questura.
- Sicuro che non vuoi che venga con te?
Annuii, anche se la paura mi stringeva la gola come una catena di ferro: non sapevo cosa mi avesse messo quell'idea in testa, ma sentivo che quell'affare riguardava solo me e il mio aggressore. Come nei western di Sergio Leone, quando ci sono i due pistoleri uno di fronte all'altro e alla fine ne resta soltanto uno.
Anche per questo non avevo detto niente a Ivan, lui mi credeva in libreria.
Scesi dall'auto e mi avviai verso l'ingresso con il passo deciso di una gatta dal pelo ritto e gli artigli in fuori, ma dentro tremavo come un pulcino bagnato.
L'agente addetta all'ingresso mi fece entrare, dopo un po' ci raggiunse anche l'ispettore.
Un uomo alto, robusto, sui quarant'anni, l'aria solida del poliziotto di lungo corso, di qualcuno di cui ci si può fidare.- E' lei Annalisa De Simone?
Mi alzai, gli strinsi la mano.
- Sì, sono io.
Il poliziotto sorrise: - Ispettore Raffaele Palmieri. Ho seguito il suo caso.
Si sedette di fronte a me, ma la sua era un'espressione strana: guardava in basso, tormentava una graffetta con le dita. Quasi dovesse dire qualcosa di molto difficile e stesse trovando il coraggio di parlare.Alla fine infilò la mano in tasca.
Pose sulla scrivania una catenina d'argento con un ciondolo di cristallo a forma di fiocco di neve.
La luce dei neon lo colpì, rifrangendo sulle pareti della stanza riflessi multicolori.- Lei conferma che l'uomo che l'aggredì il 15 agosto di due anni fa le sottrasse questo ciondolo?
La voce mi si bloccò in gola.
Protesi la mano a sfiorare quel ciondolo, ma la ritrassi ancora prima di toccarlo, come fosse stato carico di elettricità.- Sì, - confermai con il fiato che mi mancava.
L'ispettore sospirò.
- E allora abbiamo un problema, - disse.Lo guardai disorientata.
- U-un problema in che senso?
Il poliziotto si allungò sulla scrivania verso di me.- Una settimana fa, i colleghi di Amalfi hanno arrestato l'ingegnere Eraldo Bandini, di Rimini, uno dei più noti imprenditori italiani nel ramo dell'edilizia. Lo ha denunciato una delle cameriere dell'albergo di Positano in cui soggiornava: lo ha accusato di averla drogata con un caffé che le aveva offerto, di aver abusato di lei nella sua stanza e infine di averle strappato il braccialetto che portava al polso. Durante la perquisizione nell'albergo, i colleghi hanno trovato una vera e propria collezione di collane, catenine, anelli: sospettiamo che possa trattarsi di uno stupratore seriale.
L'ispettore si schiarì la voce.
- Il punto è che l'ingegner Bandini continua a negare tutto. Sostiene che il rapporto sia stato consensuale, e che quel bracciale gliel'abbia regalato la cameriera stessa. Ammette di essere quel che si dice un don Giovanni, ma non uno stupratore; del resto è incensurato.
S'interruppe. Tacque qualche istante che a me sembrarono un secolo.
- E sostiene che anche la collana gliel'avrebbe regalata lei.Cosa credete si possa provare dopo una frase come questa?
Semplicemente niente, come se il cervello fosse andato in blackout tutto d'un tratto.
Rimasi lì, immobile e muta come una statua, la vista annebbiata, con puntini rossi e verdi che mi danzavano davanti agli occhi.- Signorina, tutto bene?
Alzai il volto verso l'ispettore di fronte a me.
Tentai di leggere dietro quell'espressione bonaria, di cercarvi qualche traccia di biasimo o di scherno.
Non mi riuscì.- Lei... lei non mi crede? - balbettai con un filo di voce.
Il poliziotto si passò una mano sulla fronte stempiata, due o tre volte, come ad asciugarsi un sudore che io non vedevo.
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Strip Tango
ЧиклитAnnalisa e Ivan non potrebbero essere più diversi. Lei è una semplice giovane donna di provincia, assetata di giustizia, molto impegnata soprattutto per le altre donne, ma con una forte paura del maschile; lui è un celebre spogliarellista, un gigolo...