capitolo 6// labbra al sapore di ciliegia

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CAPITOLO 6

LABBRA AL SAPORE DI CILIEGIA



"Gli piaci"

"Nives ti prego..."

"Non sono mai stata più sicura di qualcosa in vita mia. E' pazzo di te"

"Io- io non lo so".

Patroclo si gettò sgraziato sul suo letto, nascondendo la testa nel cuscino che aveva ancora il profumo del suo detersivo alla lavanda.

Dall'altro lato della stanza la ragazza dai ricci rossi si avvicinò al corpo inerme del castano e gli passò dolcemente una mano dalle unghie smaltate di blu colma di anelli sulla schiena.

"Tesoro, non devi aver paura. Lui ti piace e non puoi negarlo. Tu gli piaci. E' dal vostro primo incontro che me ne sono accorta e dopo tutto ciò che mi hai detto che è successo al vostro appuntamento ne sono ancora più sicura. E' cotto di te. E tu di lui" le carezze rassicuranti sulla schiena di Patroclo non si interruppero e Nives continuò a parlare, timorosa della reazione del suo amico a causa dell'argomento che stava per tirare in ballo. "So che dopo tutto quello che è successo con Daniel per te le cose non sono state affatto facili, ma devi permetterti di essere felice. Devi dare un po' di tregua a te stesso tesoro. Vedo come i tuoi occhi si illuminano quando parli di Achille. So che lui ti rende felice e te lo meriti. Quindi non creare i tuoi soliti inutili complessi e per una buona volta buttati."

Patroclo alzò il viso dal cuscino, guardando intensamente gli occhi azzurri di Nives, faticando a reggere lo sguardo deciso della ragazza.

Nives aveva ragione. Quando mai Nives non aveva ragione? Achille lo rendeva felice e si sarebbe dovuto buttare. Voleva essere felice dopo tanto tempo. Daniel apparteneva al passato, non avrebbe permesso ancora a quello stronzo di controllare la sua vita anche dopo essersene andato!

Quella sera ci sarebbe stata un'altra esibizione degli Unlabeled e Achille avrebbe nuovamente cantato su quel palco. Patroclo decise che non sarebbe mancato per niente al mondo. Voleva buttarsi. Al diavolo tutte le sue paranoie! Achille gli piaceva-gli piaceva così tanto- e sentiva di essere ricambiato.





Il locale era affollato come l'ultima volta. Corpi sudati e stracolmi di adrenalina e alcool si muovevano gli uni attaccati agli altri. Patroclo era accanto al bancone a sorseggiare un drink che non aveva mai bevuto e di cui neanche si ricordava il nome. Aveva un forte sapore di ciliegia che gli era rimasta appiccicato alle labbra e sulla lingua, sembrando quasi che non sarebbe più andato via. Era nervoso. Quella sera aveva preso una decisione che forse avrebbe cambiato in modo decisivo la sua vita: si sarebbe buttato. Forse per la prima volta nella sua monotona esistenza avrebbe agito ascoltando il suo istinto, ascoltando il suo cuore-in breve avrebbe ascoltato Nives-. La stessa Nives che in quel momento vedeva appiccicata ad una ragazza dai corti capelli neri che le stava spudoratamente palpando il fondoschiena. Almeno lei si stava divertendo.

La sua attenzione venne richiamata dalla graffiante e roca voce che ormai aveva imparato a conoscere. Achille iniziò a cantare, sfregando quasi furiosamente il plettro contro le corde della sua chitarra. Continue scariche di adrenalina facevano tremare il corpo di Patroclo, gli occhi erano incollati alla figura slanciata del ragazzo dai lunghi boccoli dorati. I tatuaggi neri risaltavano sulle braccia pallide e forti lasciate scoperte da una canotta. Non aveva mai prestato attenzione a quei disegni d'inchiostro fissati permanentemente sulla candida pelle dell'altro. Si appuntò mentalmente di chiedere ad Achille il significato di ogni singolo tatuaggio. E se aggiunse al suo elenco mentale anche di tastare la pelle di quelle braccia per sapere se fosse così liscia come sembrava non ci è dato saperlo.

𝑰𝒐 𝒆 𝒕𝒆 𝒐𝒍𝒕𝒓𝒆 𝒊 𝒔𝒆𝒄𝒐𝒍𝒊||𝑷𝒂𝒕𝒓𝒐𝒄𝒍𝒐&𝑨𝒄𝒉𝒊𝒍𝒍𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora