Le domeniche in famiglia erano un disastro, e quella domenica vi era proprio tutta la famiglia al completo, compreso zio Teo, fratello di papà. Il problema sarebbe stato sgattaiolare via nel pomeriggio per incontrarmi con Riva per lavorare al testo della canzone. Solitamente l'intera famiglia rimaneva a casa fino a pomeriggio inoltrato, e sarebbe stato difficile dare spiegazioni sul mio impegno domenicale. Ugh...
Fortunatamente a rendermi più lieta quella domenica fu la presenza di Amina e, un po', anche di zio Teo e zia Sarah, che per l'appunto era una coppia accettabile. Le mie sorelle erano impegnate in diversi modi, Mel a badare al piccolo Max e Mia a correre in bagno diverse volte per vomitare a causa della sua gravidanza. Che brutta fine avevano fatto. I gemelli Andersen, loro mariti, erano sempre antipatici — forse Andreas un po' meno, ma Axel era insopportabile con quella faccia da sbruffone — soprattutto perché le avevano ingravidate. Junior invece era Junior, il solito scimmione arrogante, e la mamma era sempre la mamma, un misto di gioia, felicità e contentezza. Quella domenica non poteva andare peggio, soprattutto dopo essere rincasata all'una e mezza della notte prima a causa del ritardo di Matt e Giuliana che erano ritornati tardi dal loro "rendez-vous" segreto con tanto di sessione di "snip-snip". Stare cinque ore coi gemellini Sara e Andrea era stato uno sfinimento. Quei bambini erano instancabili per la loro minuscola statura e per i loro due anni di età. Io a sedici anni sembravo già una vecchia decrepita.
Me ne stetti quindi chiusa in camera a esercitarmi con la mia chitarra fino all'ora di pranzo, quando ricevetti una visitina dal mio cognatino, il caro Andreas.
«Ehi, cognatina imbronciata, come va la vita?» chiese non appena entrò in camera mia senza chiedermi il permesso.
«Non ti hanno insegnato a bussare prima di entrare?» risposi coi miei modi gentili.
«Il fascino non bussa alle porte, lo sapevi?» disse arrogante come sempre. L'unica cosa positiva che aveva era il suo aspetto impeccabile. Tra lui e Axel non sapevo chi fosse più perfetto. Potevano comparire su tutte le copertine di moda.
«Devi dirmi qualcosa?» chiesi dopo aver roteato gli occhi.
«No. Volevo solo assicurarmi che tutto andasse bene» rispose facendomi per un attimo fermare con le esercitazioni. Lo guardai.
«Cosa ti fa pensare del contrario?» alzai un sopracciglio.
«Era solo una supposizione. Quindi c'è qualcosa che non va» constatò.
«No. Va tutto bene» risposi più in fretta del necessario. «E poi da quando ti interessi di me?».
«Da sempre, Marzia. Sei tu che non te ne sei mai accorta. Ricorda che Tiziano lavora con noi e che è anche nostro dovere chiederti come stanno andando le cose» andò in modalità "professionalità".
«Se ne occuperà lui allora. Se qualcosa non andasse ve lo direbbe» dissi infastidita. Lui fece qualche passo avanti inginocchiandosi davanti a me che ero seduta sul letto. Poi mi guardò.
«Sei come una sorellina per me, Marzia, e credo di parlare anche a nome di Ax, anche se è un testardo. In passato non siamo riusciti a proteggere la nostra sorellina Alice da una persona cattiva, ma non vogliamo ripetere lo stesso errore. Ricorda che se qualcosa non andasse puoi contare su noi due come se fossimo tuoi fratelli, ok? Voglio solo che mi prometti questo» disse serio. Lo guardai per un attimo ingoiando quelle parole. Avevano una sorella più piccola? E perché non c'era più?
«Io ce l'ho un fratello» gli feci notare. Lui sorrise divertito.
«Certo, e non vogliamo prendere il posto di Junior. Solo... conta su di noi, ok? Le tue sorelle sono molto occupate al momento, e so che non avete questo rapporto così aperto tra di voi-»

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My Schoolmate - Il Mio Compagno Di Scuola ✔️
RomanceCOMPLETA! «Tu vuoi fare la forte e resistermi, ma non mi resisterai a lungo. Sei pur sempre una donna, anche se vuoi fare il maschiaccio» sussurrò, il suo viso vicinissimo al mio. «Vero, sono una donna, ma non sarò mai attratta da uno come te, da u...