33. LA CASSAFORTE

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Il punto della situazione era più che tragico: primo, a Riva servivano quattro milioni e duecentomila euro per saldare il suo debito; secondo, a Riva servivano quei soldi in relativamente pochissimo tempo — settimane? Mesi? Giorni?! — e terzo, mi ero appena offerta di prendere il posto di Gloria nel caso quel debito non fosse stato saldato. La mia vita non poteva che andare meglio. C'era una cosa che però non sapevo, ossia quanti soldi Riva avesse già raccattato. Ci si potrebbe chiedere: ma a te, Marzia Valente, cosa importa? Ebbene, da come avrete già capito, tali soldi sono programmati di essere rubati molto probabilmente dai fondi di casa Valente, e non di certo dalla casa di zio Teo, Matt o Junior Valente. No. Dalla casa di Marco Valente, ossia mio padre. Ero sconvolta? Neanche un po'. Mi feriva quell'idea? Forse un po'. Riva era stato almeno sincero nel dirmi che mi avrebbe ferita, ma aveva sottovalutato una cosa, cioè che Marzia era una Valente, e i Valente non si arrendono fin quando non scoprono cosa bolle in pentola.

Il mio obiettivo era scoprire la data di scadenza del debito e, siccome mi era stato raccomandato da quel bastardo — sembro quasi mio padre — di Leonardo di non dire una parola se non avessi voluto Gloria in pericolo, me la dovevo cavare da sola senza destare sospetti. Ciò voleva dire non richiedere l'aiuto di mio padre e cercare di sembrare felice e rilassata. C'erano almeno due problemi nell'assolvere tali compiti: uno, ero figlia di Chloe Rossi in Valente e automaticamente fingere normalità non era nel mio DNA; due, sembrare felice e rilassata non era mai rientrato nei miei piani. Solitamente apparivo depressa e sempre nervosa, e quindi forse non avrei dovuto fingere più del previsto. Dovevo semplicemente essere me stessa? Mmh, non male come idea.

Pensandoci per tutta la notte seguente cercando di trovare una soluzione a quel problema, decisi che l'unica persona con cui avrei potuto condividere quelle informazioni era solo Gloria Riva. Non volevo certo darle dispiaceri maggiori, ma per scoprire qualcosa al riguardo dovevo per forza di cose ricorrere al suo aiuto ancora una volta. A meno che... a meno che non mi sarei potuta fidare di una persona a Riva vicina che non fosse Gloria. E chi poteva essere una persona vicina a- Ma certo! Davide Romano! E se lui sapesse già qualcosa?

Mi misi perciò all'opera la mattina seguente a scuola quando mi avvicinai al gruppetto delle mie amiche fingendo naturalezza.

«Buondì» esordii attirando l'attenzione di tutti, soprattutto di Gloria che mi guardava come a voler sapere qualcosa della sera prima.

«Salve, buona ragazza» rispose Venere per prima.

«Come va?» chiese Maria Grazia che era attaccata all'oggetto dei miei desideri, ossia il suo Dondavide.

«Bene. Davide, dopo vorrei discutere con te di un'idea che mi è venuta per la band» mentii spudoratamente davanti a tutti. Stavo diventando davvero brava.

«Certo. Ci possiamo vedere dopo le lezioni così poi ci incontriamo con gli altri» propose lui.

«Sembra adeguato» risposi proprio quando la campanella suonò per invitarci a entrare nelle aule.

Le lezioni durarono all'infinito fino a che durante l'intervallo Gloria mi seguì mentre mi dirigevo ai bagni.

«Marzia» mi sentii chiamare alle spalle.

«Oh. Uhm. Gloria».

«Non mi hai detto com'è andata ieri...» sussurrò.

«Ho tutto sotto controllo, sta tranquilla. Ti farò sapere non appena avrò un piano adeguato. Tu non devi preoccuparti. Solo...» feci per dire avvicinandomi al suo orecchio. «Evita di stare per strada quando non sei a scuola e... cambia scheda sim. Evitiamo che quel Leonardo possa contattarti ancora, ok?» le raccomandai. Lei annuì un po' preoccupata.

My Schoolmate - Il Mio Compagno Di Scuola ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora