Vi ricordate quando vi avevo detto che quella serata tra amici sarebbe stata tranquilla e sotto controllo? Bene, non vi ho mentito. Stava andando davvero tutto meravigliosamente, forse anche troppo per i miei gusti. Erano arrivati da poco anche Davide e Tiziano che si erano aggiunti a noi ragazze posizionandosi accanto alle rispettive fidanzate. Gloria aveva grandemente superato la delusione di Tiziano, anzi, sembrava anche sorridere ai due piccioncini come se niente fosse. Feci spallucce alla scena. Dalila e Tiziano erano sempre in un mondo tutto loro fatto di abbracci, sguardi dolci e carezze rubate. D'altra parte Maria Grazia e Davide erano sempre lì a darsi sguardi maliziosi e complimenti sdolcinati, da parte del Dondavide ovviamente, che non mancava ogni secondo di ricordare alla sua ragazza quanto fosse bella, piacevole, sexy, magnifica e via dicendo. Gloria era sempre lì nel mondo degli occhi sognanti e io... io ero in attesa dell'arrivo di Riva. La cosa mi rendeva nervosa, anche perché non sapevo cosa volesse papà da lui. Lo aveva odiato fino a poco prima, quindi cos'era cambiato? Forse non era cambiato nulla e voleva trucidarlo direttamente nel suo studio? Il solo pensiero mi faceva rabbrividire.
Ecco, una cosa che non capivo di papà era il suo passato. Da quando era accaduto l'episodio di mia cugina Clarissa a New York in cui lei, papà e suo padre, zio Yago, avevano rischiato di perdere la vita, si era saputa l'amara verità che vegliava come un'ombra sulle nostre famiglie. Fino a quel momento aveva sempre tirato una strana aria in casa, l'aria di verità nascoste, di segreti mantenuti, di finta gioia. Non si capivano alcuni gesti strani tra papà e zio Yago, e tra quest'ultimo e zia Claudia. Dopo quell'accaduto noi tutti venimmo a sapere quelle tristi verità, ossia un passato burrascoso che aveva coinvolto dapprima zio Yago e papà, e in seguito zio Yago, zia Claudia e la mamma. Non era stato facile per tutti accettare un così difficile e tremendo passato, ma all'epoca avevo solo nove anni, e il tutto mi era sembrato surreale visto che me lo avevano raccontato in una maniera che non mi spaventasse. Dopo qualche anno avevo poi capito cos'era realmente successo, ma avevo cercato e cercavo tuttora di fingere che fosse solo una storia e non la realtà. Non mi andava di vedere zio Yago sotto una luce cattiva e non mi andava di vedere la mamma e zia Claudia con gli occhi della pietà. Quello era stato il loro passato e in quanto passato era... passato. Ma la storia di papà era diversa, complicata... difficile. Sapevo di lui molte cose. Sapevo quanto il suo papà fosse stato cattivo con lui. Sapevo del suo aver perso la sua mamma in giovane età alla nascita di zia Claudia. Sapevo del suo aver cresciuto sua sorella da solo senza l'aiuto di nessuno essendo lei figlia di un altro padre. Sapevo delle sue perenni incomprensioni col suo fratello gemello, zio Teo. Sapevo del mondo delle lotte clandestine che lo avevano portato a essere il lottatore più forte di tutti. Sapevo delle sue cattive abitudini che avevano portato al suicidio di una ragazza. Sapevo del suo essere stato in galera e del suo essersi creato un impero da solo, senza l'aiuto di nessuno. Sapevo che quel suo essere com'era era dovuto dall'ombra di suo padre, un uomo meschino ed egoista, che voleva spingere suo figlio verso la perfezione mentre abbandonava l'altro a sé stesso. Sapevo di tutta la storia sua e della mamma, del loro incredibile amore. Sapevo molto, forse anche troppo, ma non lo capivo. Non capivo quel passato, non capivo molte altre cose che non mi erano state dette. Un giorno glielo avrei chiesto, forse.
«Mio fratello è arrivato!» esclamò Gloria facendomi tornare sulla terra. Voltai lo sguardo in direzione della porta del salotto trovando Riva sull'uscio. Alzò la mano in segno di saluto.
«Benvenuto! Tu devi essere il fratello di Gloria e il vocalist della band?» chiese subito la mamma facendo dei passi verso di lui. Ugh, perché lo guarda in quel modo?
«Salve, Signora Valente, sì, sono proprio io» sorrise col suo bel faccino dandosi un'occhiata attorno.
«Chiamami Chloe, ti prego. Entra pure, gli altri sono tutti qui. C'è un posto libero accanto alla mia Marzia» indicò lo spazio sul divano al mio fianco. Roteai gli occhi.
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My Schoolmate - Il Mio Compagno Di Scuola ✔️
RomanceCOMPLETA! «Tu vuoi fare la forte e resistermi, ma non mi resisterai a lungo. Sei pur sempre una donna, anche se vuoi fare il maschiaccio» sussurrò, il suo viso vicinissimo al mio. «Vero, sono una donna, ma non sarò mai attratta da uno come te, da u...