22. LUCI PSICHEDELICHE

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Le giornate trascorsero velocemente. Ci riunimmo più volte con la band per provare il nuovo brano e per provare a registrarlo nello studio di Tiziano. Andò abbastanza bene, anche se si percepiva una certa tensione nell'aria che non ci permetteva di dare il meglio di noi stessi. Da come avete già capito, la tensione era tra me e Riva. Motivo? Avevo accettato di uscire più volte con Elia per approfondire la mia conoscenza con lui, e Riva non aveva mancato di rinfacciarmi quanto stessi sbagliando nel farlo. In più le parole di Elia riguardo alla situazione economica di Riva continuavano a ronzarmi in testa, e la probabilità che fosse stato lui a rubare la mia carta di credito era più realistica che mai. Ma non avevo prove concrete per smascherarlo, perciò decisi di stargli alla larga e di frequentarlo solo nei limiti della band.

Con Elia invece sembrava andare tutto bene. Eravamo usciti più volte, con Tiziano nei paraggi che ci sorvegliava, e non era andata per niente male. Certo, non mi sentivo ancora pronta a fare un passo in più in quella relazione, ma mi giovava la sua compagnia. Inoltre era un ragazzo che papà approvava, e non potevo tralasciare quel particolare.

Per quanto riguardava le mie amiche, tra Maria Grazia e Davide stava andando alla grande. I due piccioncini sembravano più uniti che mai, e non mi faceva altro che piacere. E anche tra Tiziano e Dalila c'erano finalmente stati dei passi in avanti: avevano avuto una serie di appuntamenti e finalmente c'era stato anche il loro primo bacio, raccontato da Dalila nei minimi dettagli, ovviamente lontano dalle orecchie della povera Gloria. Venere invece continuava a essere la solita Venere e Gloria non sembrava soffrire così tanto per il rifiuto di Tiziano, anzi, era sempre la Gloria innocente che tutti conoscevamo.

Fu così che trascorsero anche le vacanze natalizie dove tutti noi ci prendemmo una pausa per restare coi nostri familiari lontani dalle lezioni, e arrivò subito il momento di ritornare a scuola dopo la prima settimana di gennaio. La sera prima del ritorno a scuola ebbi il permesso da parte di papà di uscire con Elia da sola senza Tiziano alle calcagna. Beh, era stato Elia a chiederglielo senza che io lo sapessi, e il debole che papà aveva per il ragazzo gli aveva permesso di accettare a patto che fossi ritornata a casa alle dieci in punto, non dopo avermi fatto duecento raccomandazioni.

«Hanno aperto questo nuovo pub in centro, ti va di andarci?» mi chiese Elia mentre eravamo nella sua macchina.

«Non sono una fan dei pub...» brontolai.

«Preferiresti camminare al freddo per le strade di Milano?» rise divertito.

«Ugh, già, siamo in pieno gennaio... direi che non abbiamo altra scelta allora...» sbuffai.

«Vedrai, ti piacerà».

Il problema si presentò poco prima dell'entrata al pub, dove era richiesto un documento che attestava la maggiore età delle persone.

«Mi sa che non possiamo entrarci» gli feci notare. «Solo chi è maggiorenne, e ti ricordo che io ho solo sedici anni».

«Tranquilla, provvedo io a questo piccolo intoppo» mi fece un occhiolino afferrandomi la mano e trascinandomi all'ingresso dove c'era un bodyguard grande quanto una montagna.

«Documento di identità, per favore» disse. Elia gli porse il suo che la guardia studiò attentamente per poi ridargliela. «E la ragazza?» alzò un sopracciglio.

«Facciamo trecento e la ragazza avrà diciotto anni» sussurrò infilandogli inaspettatamente nella tasca dei soldi di nascosto. La guardia strinse lo sguardo per un attimo per poi farci segno di entrare.

«Ehi, ma cos'hai fatto?!» squittii al suo orecchio mentre entravamo nel pub.

«Ti ho permesso di entrare» rispose sorridendo.

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