C a p i t o l o d i c i a s e t t e

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Osservo i sottili raggi del sole filtrare dalla finestra della cucina mentre poso la colorata tazza dei Looney Tunes nel lavandino.
Niente di meglio di una tazza di latte e cereali per iniziare la giornata a mio parere.
Porto una mano davanti al viso mentre un ampio sbadiglio si fa spazio lungo le mie labbra.
Forse non è stata una grande idea guardare film fino a tardi però mi serviva proprio una serata tranquilla soprattutto dopo tutto quello che è successo, quasi a ricordarmi delle serate con la mia migliore amica. Mi manca.
Non è passata neanche una settimana ma è così, ho bisogno del mio uragano rosso.
Afferro il cellulare e compongo il numero della mia squilibrata preferita.
La casa è tremendamente silenziosa, sembra quasi surreale dato che ci abitano cinque ragazzi e diciamocelo, gli uomini hanno la delicatezza dei bisonti o sbaglio?
Forse non sono l'unica a rimpiangere l'idea di essere andata a letto tardi di sicuro varrà lo stesso anche per il riccio e il nano da giardino.
Sorrido al pensiero delle smorfie che Louis dava vita sul suo viso la sera prima quando per sbaglio gli affibbiai questo nomignolo.
"Moretta, ho voglia di caramelle. Andiamo a rubarne qualcuna dalla scorta segreta di Niall?" Chiede il moro a metà del terzo film sollevandosi velocemente sui gomiti, quasi avesse appena scoperto come far passare la fame nel mondo.
"Ha una scorta segreta?" Chiedo sorpresa.
"Oh yes. Ti va? Così se ci becca facciamo a metà per la colpa" risponde con un enorme ghigno in volto.
Faccio finta di pensarci picchiettandomi il mento con l'indice. "Certo, sei il mio compagno di bravate in fondo" Rispondo facendo spallucce.
Louis si alza velocemente dirigendosi verso il mobile sopra al televisore.
Inizia a saltare cercando di arrivare alla maniglia, ma la credenza e posta troppo in alto.
Ma per quale motivo poi non ne ho proprio idea, cioè mica sono tutti alti come Michel Jordan.
Cerco di contenere le risate mentre il moro salta sempre più in alto. Sposto lo sguardo su Harry come ad esortarlo ad aiutarlo perché di sicuro lui con la sua statura se si allunga un po' ci arriva perfettamente. Il riccio continua a guardare la TV perso nei suoi pensieri e nel suo continuo silenzio dall'ultima frecciatina di Louis.
Dalla fronte aggrottata posso dire che qualcosa lo tormenta.
Pagherei per essere in grado di leggere anche solo uno dei suoi pensieri in questo momento.
Il resto della serata passa accompagnato dalle risate tra me e il moro e dai nostri continui battibecchi sull'incapacità di recitare della protagonista. Nonostante i tentativi di coinvolgerlo nella nostra piccola bolla di allegria, Harry passa la serata rispondendo a monosillabi e nel suo continuo silenzio.
È strano. Harry è strano.
Di solito non perde occasione per ricordarmi la sua sfacciataggine accompagnata da battutine e dai suoi tentativi di vincere quella dannata sfida. Cosa gli prende adesso?
"Pronto?" Risponde flebilmente una voce distogliendomi dai miei pensieri così intensi che quasi non mi ricordo chi stessi chiamando.
"Gin! Come stai? Scusa se non mi sono fatta sentire, ma l'altro giorno siamo stati al mare e ho preso un colpo di sole talmente forte da restare segregata in casa a dormire quasi fossi una carcerata" rispondo allegramente come se non fossi stata male.
"Oh sì già" risponde articolando parole a caso per poi sbadigliare. "Perché brutta stronzetta che mi alzi nel bel mezzo della notte non mi chiami tra un po' visto che avendo fusorari diversi, qui sono le tre di del mattino?" Domanda con voce più chiara.
Oh santissima madre, la mia intelligenza colpisce ancora.
"Oh già scusa, la stronzetta chiamava solo per dirti che le manchi davvero molto comunque adesso ti lascia al tuo adorato sonno. Buona notte!" Le urlo nel microfono cercando di trattenere le risate.
"OKAY" urla di rimando "anche alla tua migliore amica manchi tanto, però ora ha bisogno di dormire perché tra qualche ora deve andare a lavoro. Ciao amica!" Annuncia prima di chiudere la chiamata.
Scuoto la testa, quella ragazza è davvero la parte migliore di me.
Riporto lo sguardo fuori dalla finestra perdendomi nell'azzurro del cielo senza nubi.
Sarà di sicuro una bella giornata.
Un'idea mi balza in mente quando comincio a correre su per le scale. Corro in camera di Harry per poi buttarmi sul suo letto e cominciare a saltare.
"I SWEAR I LIVEDDD" canto continuando a saltare.
"Ma che cazzo stai facendo?" Impreca il ricco per poi sollevarsi velocemente a sedere.
"BUON GIORNO" urlo mentre salto ancora più in alto.
Il riccio rimane a fissarmi mentre piano piano rallento i miei movimenti per riprendere fiato fino a fermarmi completamente in piedi sul letto. Il mio petto si alza ed abbassa velocemente mentre lo osservo stringersi il labbro inferiore tra i denti.
"Bè se mi assicuri che tu tutte le mattine ti precipiti in camera mia con solo una maglietta addosso che ti lascia tutte le gambe scoperte, forse potrei assumerti come sveglia personale" annuncia squadrandomi da testa a piedi.
Le mie mani volano velocemente all'orlo della maglietta per rimetterlo al suo posto.
Muovo un passo cercando di scendere dal letto quando inciampo nel piumone e mi preparo a una fantastica caduta di faccia sul pavimento con possibile rottura del setto nasale.
Harry si sposta velocemente sulle ginocchia prendendomi per una braccio non appena intuisce la situazione ma non è abbastanza veloce infatti cadiamo entrambi sul pavimento.
"Ma che cazzo di equilibrio hai?" Mi chiede cercando di trattenere le risate.
"Ma è il tuo piumone che fa gli sgambetti, scommetto che è made in China" gli rispondo cercando di ignorare l'incredibile dolore al fondoschiena.
Il riccio lascia ogni tentativo e libera le sue risate gettando la testa di lato e mettendo le fossette in bella vista. Sorrido alla consapevolezza di essere stata io a farlo sorridere unita alla vista di quel bambino riccioluto che sembra essermi comparso di fronte.
"Ma com'è che voi due finite sempre uno sull'altro?" Irrompe una voce, facendoci voltare entrambi il capo in direzione della porta.
Un Louis in tuta e pantaloncini sembra voler cercare di sembrare serio, ma il piccolo sorriso nascosto all'angolo della bocca lo tradisce.
Perché sorride?
"Mi è solo venuta a svegliare e poi mi ha anche dato prova del suo grande equilibrio" risponde Harry con un ghigno per poi rialzarsi.
"Ah ah ah" commento sarcastica per poi rimettermi in piedi. "In realtà volevo avvisare che oggi esco" aggiungo poco dopo.
"COSA?!" Chiedono entrambi.
"Con chi?" Aggiunge Harry.
"Perché?" Domanda poi Louis.
"O mio dio ragazzi! È una bella giornata, le temperature non sono così basse, sono vicino ad una delle più belle città al mondo e secondo voi me ne sto a guardare i pini intorno alla casa?!" Chiedo levando gli occhi al cielo e gesticolando animatamente.
"Okay, ma con chi esci?" Domanda il moro avvicinandosi per poi rivolgere uno sguardo alle mie spalle, verso il riccio.
"A dir la verità non ci ho pensato, se voi dovete lavorare me ne vado anche da sola. No problem" faccio spallucce.
"Assolutamente no. È troppo grande come città ti perderesti" risponde Harry facendomi voltare verso di lui. "E poi siamo a casa per oggi perché George non ha comunicato alcun impegno" aggiunge poco dopo.
"Bè poi ai ragazzi farebbe bene prendere un po' di aria fresca. Vado a svegliarli!" Urla il moro correndo giù per le scale.
Dopo mezz'ora siamo tutti pronti e seduti in auto, avvolti nei nostri maglioncini.
Nonostante le temperature non siano basse come negli scorsi giorni, non posso fare a meno di rabbrividire quando una volta arrivati, una folata di vento ci investe. Sposto lo sguardo in alto per osservare fin dove la punta di quel grattacielo di fronte a noi sembra incontrare il cielo.
"Allora questa è Manhattan" mi spiega Louis prendendomi sotto braccio. "E questo bestione, è dove veniamo quando George ci deve comunicare qualcosa" aggiunge indicandomi l'imponente costruzione da cui non avevo ancora spostato lo sguardo.
"E di quà iniziano i negozi" aggiunge Liam prendendomi l'altro braccio "magari quando ti presenterò Sophia, la mia ragazza, potreste venire a fare compere assieme" suggerisce con un sorriso dolce.
Non sapevo che Liam avesse una ragazza, di sicuro deve essere davvero speciale per aver rapito un ragazzo dolce come lui.
"Certo perché no" rispondo ricambiando il sorriso.
Camminiamo tra i vari marciapiedi mentre i ragazzi mi indicano a turno qualsiasi cosa degna di attenzione come negozi, statue, fontane.
Sposto lo sguardo avido e pieno di meraviglia in ogni direzione indicata e mi lascio a lunghe risate quando Niall mi fa notare un gruppo di anziane signore con dei cappelli dai colori vivaci e dalle forme più svariate.
Davvero non capisco come della gente possa andare in giro come se fosse pronta per il carnevale di Rio.
Tutto sembra così carico, pieno di vita in questa città. Ognuno sembra voler mettere una parte di sè in ogni cosa, dal modo di camminare ai vestiti. Tutti sembrano sentire il bisogno di dimostrare il loro passaggio.
E come non capirli? Chi in una città dalle dimensioni quasi irreali, non vorrebbe farsi notare?
Sono così abbagliata da tutto che quasi non mi accorgo dei ragazzi che si tirano piccole palle di neve raccolta da ció che ne rimane sui davanzali delle vetrine o delle finestre, dopo che la pioggia del giorno prima ne ha quasi cancellato le tracce.
"Allora che te ne pare?" Chiede Harry avvicinandosi. Sembra essere nuovamente uscito da quei lunghi momenti di silenzio nel quale ultimamente sembra perdersi.
"Dire che tutto mi lascia senza fiato è un eufemismo" sussurro con lo sguardo che corre tra i vari palazzi.
Ho sempre immaginato che New York fosse qualcosa di inspiegabilmente affascinante, ma tutto ciò va oltre ogni mia più grande aspettativa.
Mi fermo davanti a un palazzo e socchiudo leggermente gli occhi. Ha un'aria familiare.
Sposto lo sguardo dalle porte alle numerose finestre che ne punteggiano il fronte, fino alla schiera di bandiere disposte lungo il marciapiede.
"Se ti concentri ci arrivi da sola" annuncia Harry fermandosi al mio fianco.
Sposto lo sguardo su di lui.
Allora è davvero qualcosa di familiare, magari qualcosa di famoso.
Riporto lo sguardo sull'anonimo palazzo ma la mente non sembra partorire alcun pensiero logico.
"Un aiutino?" Chiedo con una smorfia.
Il riccio sorride e il mio cuore accelera per un secondo. Perché non é né un ghigno, né un sorriso arrogante.. Ma un semplice sorriso, come quello che mi aveva rivolto una volta saliti in auto dopo la gita al mare.
"Un solo nome: Kevin" si limita a dire.
Rimungino sulle sue parole, mentre al già persistente caos del traffico si aggiungono gli schiamazzi dei ragazzi e le urla di Zayn per aver ricevuto una palla di neve tra i capelli.
Fisso ancora una volta le bandiere consapevole di averle già viste di sicuro in TV.
Un'onda di soddisfazione mi investe quando finalmente le riconosco.
"Non ci credo, è il palazzo del film Mamma Ho Perso L'aereo!" Urlo.
Amavo quel film quando ero più piccola.
Lo guardavo sempre a Natale con mia madre e forse è una delle poche cose rimaste ancora ora della mia infanzia perché ancora adesso io e Gin a Natale lo guardiamo.
"Esatto! Sai anche io ci ho messo un po' a capire ma alla fine ce l'ho fatta. I ragazzi si sono arresi subito mentre Louis non ha voluto saperne finché non ci sarebbe arrivato da solo. Alla fine però dopo una settimana non ce la faceva più e ha pagato un gelato a un bambino per farselo dire" annuncia Harry ridendo.
È così diverso ora sembra più tranquillo, più sereno. Non sembra per niente il ragazzo che cerca di portami a letto solo per il suo ego.
"Non ci credo! Ora avrò altro con cui prenderlo in giro" annuncio unendomi alle sue risate.
I passanti ci scorrono attorno incuriositi da tanta naturalezza, quasi gelosi di non sapere il motivo delle risate che continuo a lasciar scorrere via fino a quando non sento terminare quelle del riccio. Sposto lo sguardo su lui, notando una strana espressione sul suo viso.
"Cosa c'è?" Domando sentendo le guance leggermente accaldate a causa dell'intensità del suo sguardo. La nuova sensazione quasi mi porta fastidio, non mi è mai capitato che un ragazzo mi facesse arrossire.
Quei due occhi verdi continuano a puntare dritto nei miei di un semplice blu, nessuna risposta sembra lasciare le sue labbra.
Dopo non so quanto tempo, secondi o forse minuti chi può dirlo? Delle parole lasciano finalmente quelle labbra rosee destandomi dallo stato di trans in cui ero caduta dimenticando il caos intorno a noi.
"Niente" risponde con voce calda e melodiosa.
Scuoto la testa, non posso perdermi in pensieri dietro alla cadenza della sua voce.
Riporto lo sguardo sul grande palazzo difronte a noi ma con la coda dell'occhio non posso fare a meno di veder Harry sorridere.

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