C a p i t o l o v e n t u n o

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Boccheggio in cerca d'aria mentre due profondi occhi verdi mi osservano rabbiosamente. Quel verde che di solito ricorda le sfumature delle foglie estive è stato ora stato rimpiazzato da qualcosa di scuro, nero. Brividi scorrono lungo la mia schiena mentre cerco di elaborare velocemente qualcosa da dire ma l'unica cosa su cui riesco a concentrarmi è il pesante fragore della pioggia alle mie spalle. Le mani iniziano a tremarmi impercettibilmente quasi a seguire la caduta di ogni singola goccia d'acqua che mi colora la schiena. Il ragazzo digrigna i denti al mio silenzio mentre la presa sul pomello della porta si fa sempre più stretta.
Un assurdo pensiero fa capolino nella mia mente. Stralci di lezioni di storia e mitologia delle medie mi solleticano la memoria mentre mi focalizzo su un nome.
Ade il dio della guerra, così bello quanto fatale.
Sento la sua rabbia protendersi verso di me come se fosse un'onda pronta ad inghiottirmi da un momento all'altro. I suoi occhi continuamente fissi su di me, tanto immobili da sembrare surreali. Ade mi distruggerà.
Scuoto velocemente il capo tentando di allontanare le assurde analogie della mia mente mentre prendo un respiro profondo.
Osservo il suo corpo irrigidirsi e la sua mano stringere maggiormente il pomello mentre muovo qualche passo in avanti entrando in casa.
I brividi leggeri si trasformano in vere e proprie scosse incontrollabili quando il tepore del salotto mi avvolge.
"Dio mio Marty, vieni qui!"
Delle braccia mi avvolgono istantaneamente con una coperta mentre poggio la fronte sulla spalla del mio gemello siamese.
Louis mi accarezza delicatamente i capelli grondanti d'acqua mentre cerco di calmare i tremori che mi scuotono le membra.
"Harry chiudi la porta per cortesia.
Non abbiamo bisogno di disperdere inutilmente calore" afferma Louis tirando maggiormente un lembo della coperta che era sfuggito a terra.
Sento un lamento profondo, gutturale che viene poi inghiottito dal potente schianto della porta. Louis sobbalza preso alla sprovvista e sento anche la sua mascella tendersi, pronto per uscire con una delle sue battute taglienti ma con mia grande sorpresa deglutisce solamente.
"Cosa gli ha fatto?" Lo sento bisbigliarmi ad un orecchio e prima che possa anche solo corrugare la fronte dalla confusione, un braccio mi strappa violentemente all'indietro facendomi quasi inciampare nella coperta.
Incontro nuovamente i suoi occhi e stavolta non vedo il nero. Non vedo assolutamente nulla, solo i pugni distesi lungo i fianchi e i denti stetti in una morsa micidiale.
"Te lo chiedo ancora una volta e te lo giuro, sarà anche l'ultima. Dove cazzo sei stata!" Urla con un impeto tale da farmi indietreggiare.
Il mio sguardo passa lungo tutto il suo viso alla ricerca di qualsiasi particolare possa ancora ricondurlo ad un giovane ragazzo ma l'unica immagine che riesco a concepire è ancora quella Ade, l'implacabile Dio guerriero che era stato in grado di trascinare Proserpina negli inferi solo per un suo capriccio.
Forse, non sono poi così diversi.
Sposto ancora una volta lo sguardo ai suoi occhi per poi far ricadere la coperta a terra e voltarmi dall'altra parte.
Non so cosa stia facendo, non voglio perdere la tranquillità acquisita durante la giornata e ora come ora la mia mente riesce solamente a sentire il fragore della pioggia mentre mi avvio verso le scale.
Un ringhio furioso riecheggia per tutto il salotto mentre salgo i primi gradini.
Non sento il bisogno di voltarmi.
"Harry calmati dannazione!" Sento urlare Louis dal piano inferiore quando raggiungo la mia stanza con passi lenti e strascicati.
La bolla isolata in cui mi trovavo viene brutalmente ridotta a brandelli mentre alcuni passi, decisamente più pesanti, rimbombano sulla scala riportandomi alla realtà.
Cosa devo fare adesso?
"Vai a fanculo, devi starne fuori Louis!" Sputa rabbioso il ragazzo la cui rabbia rimbomba per tutto il corridoio.
"Vieni qua brutta cagna!" Urla non appena mi raggiunge.
Mi immobilizzo sui miei passi mentre mi irrigidisco.
Come mi ha chiamata?
"Guardami in faccia quando ti parlo!" Urla strattonandomi nuovamente per voltarmi dalla sua parte. Le mie mani si stringono a pugno mentre mantengo lo sguardo fisso sul pavimento per poi scuotere il capo per scacciare via i pensieri che si affollano istantaneamente, mostri che non dovrebbero tornare.
Devo calmarmi.
Scosto violentemente il braccio dalla sua presa per poi riportare lo sguardo sul suo viso.
La temperatura nel corridoio sembra essersi abbassata drasticamente a causa della nostra rabbia. Siamo entrambi furiosi non va assolutamente bene.
"Ti sembra questo il modo di comportarti?" Sputa rabbioso.
"Andartene senza avvisare e per di più non ti degni nemmeno di dare una spiegazione!"
Urla scagliando un potente pugno sul muro.
Rimango impassibile, nessuna emozione sembra vivificare il mio corpo e la mia mente.
Il ragazzo a me difronte continua a respirare affannosamente mentre il pugno rimane ancora appoggiato sulla parete.
"Avevo bisogno del mio spazio, lontana da te fottuto stronzo capace di assecondare solamente i tuoi capricci tanto da ingannarmi per farmi venire qui" sputo impassibile.
I suoi occhi si sollevano istantaneamente mentre il suo viso si contrae.
"Poi se devo proprio essere puntigliosa, io mi trovo qui per lavorare il che significa che dovrei seguire degli orari e se decido di uscire al di fuori di quegli orari, sono libera di non avvisarti perché non ne hai il fottuto diritto" aggiungo rabbiosamente.
"Non parlarmi così" sussurra a denti stretti.
"E perchè no? La verità ti brucia il culo Styles?" Affermo rendendomi conto di come la mia rabbia stia compromettendo le consuetudini con cui dovrebbero parlare le buone ragazze.
Non mi frega un cazzo ora come ora.
Fa un passo in avanti e lo stesso vale per me.
Osservo un lieve bagliore di sorpresa farsi strada in fondo ai suoi occhi, non se lo aspettava. Punto il suo sguardo prima di continuare. "Sono uscita con l'intenzione di pensare a tutta la merda che mi hai detto l'altra sera. Mi prendo continuamente a pugni mentalmente per essere stata vulnerabile anche solo per un secondo soprattutto per delle fottute parole." Rilascio un sospiro tremante mentre la rabbia continua a trainami senza sosta.
"Ho incontrato Jake, il ragazzo della spiaggia.
Mi ha fatto passare una, se non addirittura l'unica,  delle giornata più serene da quando sono stata trascinata qui da te e mi è piaciuto starti fottutamente lontana"
Continuo ad osservare quei pozzi verdi guardarmi senza emozioni mentre riacquisto lentamente la ragione.
Liberarmi del fardello che mi stavo portando dentro da quando sono partita mi ha decisamente dato padronanza e sicurezza.
"Non sono debole come credi, ricordatelo e soprattutto non sono una tua fottuta proprietà mettitelo in testa" concludo prima di entrare in stanza sbattendomi la porta dietro lasciando un grande silenzio a coronare il corridoio buio.

***
Ehilà lo so che è passato tantissimo ma non so davvero cosa fare. Ho così tante idee per la storia che mi piacerebbe aggiornare ogni settimana ma è anche vero che le visualizzazioni e i voti sono calati molto.
Sono in un bivio, non so cosa pensare.
Credo che continuerò a scrivere perché è l'unico modo che ho per sfogare tutto l'aggrovogliato insime di emozioni che ho dentro però mi dispiace pensare che nessun'altro riesca a trarne del bene come lo è per me perché sapete la vita, cambia radicalmente quando ci si sente parte di qualcosa ma soprattuto utili per migliorare la vita agli altri. O almeno questo è un mio pensiero.
Mi aiutereste a diffondere un po' la storia?
Non è un obbligo o una richiesta disperata ma quanto più una richiesta col cuore in mano.
Vi ringrazio tantissimo, continuante a vivere al meglio le vostre vite e a sentire tutte le emozioni perché sono davvero i battiti dell'esistenza. Buona serata anime meravigliose

Ps: Scusate l'essere troppo poetica ma a volte è bello lasciare la mente volare e le dita scrivere senza paura.. Provare per credere.

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