C a p i t o l o u n d i c i

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Sollevò lentamente le palpebre per incontrare la fastidiosa luce del mattino.
Sbuffo sconsolata nel tentativo di voltarmi dalla parte opposta ma qualcosa me lo impedisce. Un'altra volta ancora, ma non sembra funzionare.
Mi sollevo velocemente sbuffando frustrata, quando mi accorgo di indossare ancora il lungo vestito della sera prima. Devo essermi addormentata immediatamente dopo la discussione con Harry.
Mi stiracchio leggermente facendo appello ad ogni forza di volontà per non pensare alla sera prima, troppo il nervoso per cosa poi?
Harry ha semplicemente detto come stava la situazione. Ma la verità è che mi da tremendamente fastidio il fatto che creda che io sia solamente di sua proprietà finché non ha ottenuto ciò che vuole.
Io sono forte ed indipendente non uno stupido giochino da abbandonare una volta divertitisi.
Arranco fino al bordo del letto prima di saltare giù ed osservare il mio raccapricciante riflesso allo specchio sopra la cassettiera. Non mi ricordavo di aver lasciato uscire qualche piccola lacrima, deve essere stato tutto quel nervoso accumulato.
Linee di mascara sbavato colorano le mie guance leggermente arrossate, mentre una lunga riga di rossetto mi attraversa la guancia sinistra, i capelli sono un groviglio indistinto.
Nonostante tutto non posso fare a meno di sorridere a quell'immagine.
Ho sempre trovato qualcosa di speciale nel viso di una donna dopo il pianto. Nonostante il trucco sbavato e gli occhi arrossati, riesci ad intravedere una nuova luce negli occhi. Riesci a vedere la sua fragilità come cicatrici sulla pelle, e poi la sua forza di come, nonostante tutto, riesca subito a sorridere.
Apro velocemente la cassettiera e prendo l'intimo pulito prima di afferrare la maniglia della porta quando noto un biglietto appeso con dello scotch.
"Io e i ragazzi siamo usciti presto, non so esattamente fino a che ora staremo fuori a causa delle riunioni, comunque per qualsiasi cosa chiama pure ti ho scritto anche i loro numeri.
-Alan"
Sospiro di sollievo.
Almeno non dovrò vedere Harry stamattina, la voglia di prenderlo a pugni non è ancora del tutto evaporata.
Stacco il biglietto e lo appoggio sulla cassettiera prima di dirigermi in bagno a fare una doccia veloce.
Dopo 10 minuti mi avvolgo in un asciugamano, mi lego i capelli in una coda alta per poi asciugarmi e indossare l'intimo.
Metto a lavare il vestito, e recupero velocemente una maglietta dall'appendino dietro alla porta per poi lasciarmela scivolare sopra alla testa. Tanto oggi i ragazzi rientreranno tardi e visto il mio umore, non ho proprio voglia di andare a rovistare tra i cassettoni della mia camera.
Un dolce profumo mi avvolge e riconoscendolo all'istante non posso fare a meno di chiedermi quale dei ragazzi utilizzi One Million.
Lascio la stanza con quella vecchia maglietta nera dei Rolling Stones assaporando ancora la nota inebriante del mio profumo preferito e scendo lentamente le scale.
Una leggera pelle d'oca si fa largo sulle mie braccia quando i miei piedi nudi entrano in contatto con i freddi scalini in legno.
Entro nell'ampia cucina moderna e pianto un grande sbadiglio prima di aprire il frigorifero.
Faccio vagare lo sguardo tra le varie pietanze, finché non trovo del succo d'arancia. Afferro il cartone e lo appoggio sul bancone per poi richiudere velocemente lo sportello.
Sollevo le braccia in alto per stiracchiarmi leggermente, la schiena tutta dolorante. Dormire arrotolata in quel vestito quasi fossi un bacco da seta non è stata una grande idea. Sbuffo frustrata e risistemo la maglietta.
"Mm preferivo di gran lunga a quando era sollevata"
Riconosco all'istante quella voce e alzo gli occhi al cielo nel tentativo di scacciare i brividi che mi hanno colorato la pelle al suono di quella voce fottutamente roca.
"Ma non dovevi essere via pure tu?" Sbuffo alquanto acida.
"Nah, perché dovrei stare chiuso in un ufficio quando posso vedere questo" risponde appoggiandosi con una spalla alla porta per poi indicarmi, il solito ghigno strafottente stampato in volto.
Faccio finta di non averlo sentito e tiro fuori un bicchiere dal mobiletto per poi versarci del succo.
Lo sento ridacchiare e muovere qualche passo.
Porto il bicchiere alle labbra prima di bere un piccolo sorso. Resto lí con un espressione scocciata in volto, mentre cerco di capire cosa abbia intenzione di fare ma la risposta arriva fulminea quando due grandi mani si posano sulla mia vita.
"E poi sei così fottutamente sexy con la mia maglietta.. " Sussurra al mio orecchio.
Oh e così la maglietta è sua? Dannazione è lui che usa il mio profumo preferito. Magari ci farò cadere accidentalmente un po' di succo sopra..
Lo ignoro nuovamente e continuo a bere dal mio bicchiere.
Lo sento ridacchiare nuovamente.
"Ah e così hai deciso di ignorarmi eh?" Sussurra facendo risalire la mano destra per accarezzarmi delicatamente il braccio." Lo sai che posso persuaderti vero?" Continua sfiorando delicatamente il mio collo con la punta del naso.
Lo detesto.
Non riesco ad essere arrabbiata e concentrata allo stesso tempo con lui così vicino, mi annebbia inspiegabilmente la mente sto stronzo ma non voglio essere debole.
"Credo proprio di no" Sussurro spostando le sue mani da me e dirigendomi verso il grande tavolo circolare al centro della stanza.
"O mio Dio" inizia a ridere.
Mi volto verso di lui, uno sguardo confuso in viso mentre in tutta risposta, il riccio si limita a ridere ancora più forte.
"Non posso credere che tu mi stia rifiutando" continua poco dopo tra una risata e l'altra.
La mia bocca si apre leggermente in una totale espressione sbalordita.
No scusa, chi si crede di essere?
"Ah si? E se provassi per una volta nella situazione inversa?" Chiedo leggermente irritata posando il bicchiere sul tavolo forse con un po' troppa energia per poi avvicinarmi lentamente.
Lo avevo avvisato che avrei risposto al suo stesso gioco.
Harry smette di ridere all'istante per poi osservarmi intensamente e leccarsi il labbro inferiore.
Un piccolo sorriso soddisfatto spunta sulle mie labbra quando, posandogli una mano sul petto, lo sento trattenere il fiato.
Lo spingo lentamente fino a farlo arretrare su una delle sedie attorno all'ampio tavolo per poi fare un respiro profondo. I miei piedi sfiorano lentamente le assi del pavimento mentre procedo attorno alla sedia in modo da arrivare alle sue spalle.
Le mie mani si posano delicatamente sulle sua schiena muovendosi a piccoli cerchi per poi procedere sul suo torace assaporando ogni centimetro della sua pelle così morbida e tonica. Una delle mani torna al punto di partenza afferrando quel cumulo di ricci per strattonargli delicatamente il capo all'indietro. Lo sento mugolare al contatto allora avvicino soddisfatta le labbra al suo orecchio sentendo ancora la lieve dolce nota del suo profumo all'altezza del collo.
"Come ci si sente eh?" Sussurro prima di alzarmi da lui tenendomi il labbro inferiore stretto tra i denti.
È incredibile vederlo in questo stato: il petto che si alza ed abbassa velocemente, le guance più rosee del solito, i riccioli ancora scompigliati dal sonno, così umano è vulnerabile. È strano sapere l'effetto che ho su di lui e avere per la prima volta il controllo è qualcosa di inspiegabile. Di solito è lui a guidare i giochi ma questa volta sono io a condurre e sapere di essere la causa del suo respiro accelerato mi fa salire ondate di soddisfazione lungo tutta la spina dorsale.
"Tanto riuscirò a capire il tuo punto debole" Sussurra guardandomi direttamente negli occhi, il labbro inferiore tra i denti, prima di sentir sbattere la porta d'ingresso.

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