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Non mi interessava innamorarmi.
Non mi interessava davvero.
Anzi,quando le mie coetanee parlavano di ragazzi e amore restavo in silenzio,non mi interessava nemmeno parlarne.
Io non riuscivo ancora a vedere nella mia ottica da tredicenne un ragazzo come un eventuale fidanzato.
La mia definizione di ragazzi era "razza divertente".
Loro per me erano solo spassosi e poco affidabili; talvolta insensibili e sinceri a tal punto da non risparmiasi nulla,evidenziando ogni tuo difetto.
Pensavo che lo facessero solo per sincerità,poi ho capito che lo facevano solo per farti sentire inferiore.
Il vero problema è che io non mi sono mai sentita inferiore a nessuno.
Mi piaceva stare in compagnia dei ragazzi,fare "cose da maschio" sbucciarmi le ginocchia e rotolarmi nel fango. I miei familiari continuavano a ripetermi "tra poco andrai alle superiori,non si addice ad una signorina questo comportamento". Ma io continuavo a non vederci nulla di insolito.
Non avrei mai cambiato il mio modo di essere,mai.
Solo che poi incontrai l'amore.
Chiariamoci.
Non ho visto Cupido in mutande e con l'arco passarmi davanti. NO.
Ho visto un ragazzo bellissimo,alto e biondo fuori la mia vecchia scuola e non fu come le altre volte.
Semplicemente non fu come le altre volte.
Lo vidi e non riuscii ad essere il solito maschiaccio di sempre.
Cercavo di comportarmi come una ragazzina dolce e simpatica,che non diceva parolacce e non ruttava come un maialino pazzo.
Non ci scambiammo una parola,istintivamente però,sperai che il giorno dopo l'avrei rivisto li.

Le ombre del passato.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora