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Così nell'età in cui molti tentano di capire se stessi, io ero occupata a cercare di capire perché pensavo sempre a quel ragazzo,quando non mi importava mai di nessuno.
Sopratutto se era qualcuno che non conoscevo.

Pensavo che non potevo essermi innamorata senza sapere nemmeno il suo nome. Però poi pensavo cosa importa?Pensavo alle parole del mio amato Shakespeare:"Che cosa c'è in un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, anche chiamata con un'altra parola avrebbe lo stesso odore soave"
Però questo poteva voler veramente dire che mi fossi innamorata? Era questa la dinamica dell'amore? Lo vedi e ti innamori?
Non capivo. Sempre nella mia ottica poco esperta da tredicenne,la cui unica esperienza amorosa l'aveva vissuta nei cartoni animati,non pensava ci si potesse innamorare guardandosi.

Passarono parecchi giorni e non lo vidi più venire fuori scuola.
Sentii poi dalle solite "voci di corridoio" che lui era fidanzato con la più fighetta/super ricca ragazza della scuola.
Erano stati fidanzati 6 giorni esatti e poi si erano lasciati.
Scoprii che lui si chiamava Anthony,ma che tutti lo chiamavano Tony. Aveva 17 anni e frequentava il liceo. E lui era tra i più super ricchi/stra maledettamente belli della sua scuola.
Avrei dovuto gettare la spugna. Arrendermi.
Retrocedere.
Lasciar perdere.

Purtroppo però nessuna di queste parole faceva parte del mio vocabolario.

E ovviamente lo aggiunsi su Facebook.

Dopo un ora dalla mia richiesta di amicizia lui accettò.
Dopo 1 minuto mi contatto'.

"Tu sei quella della caduta...ahahahah"

"No il mio nome di battesimo è Aurora,piacere"

"Antipatica. Piacere Anthony,per gli amici Tony. Quindi tu chiamami Anthony"

"Antipatico."

"Acida"

Andammo avanti a parlare per tutta la notte. TUTTA LA NOTTE.

Le ombre del passato.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora