Harry mi porta a casa sua. È così bella e grande. Ha perfino una piscina.
Vorrei avere anche io una casa del genere
<Se vuoi puoi venire a vivere qua>
Sembrava mi avesse letto nel pensiero. O forse avevo pensato ad alta voce.
<SI- cioè...sei sicuro?>
<Certo, non parlo mai se non sono sicuro>
<Va bene, grazie, mi trasferirò qua. Ma come faccio? Dovrei tornare a casa a prendere le valige.>
<Si, ti aiuto io se vuoi.>
<Grazie>
Andiamo a casa mia. Prendo tutti i miei vestiti più belli. Degli altri non mi importa.
Esco la mia valigia dall'armadio. Ci metto le robe, la penna e il taccuino.
<Porti solo questo?>
<Si, è tutto quello di cui ho bisogno>
<Hai dei soldi?>
<Si, nella tasca ho 500€, non basteranno a lungo, ma almeno abbiamo dei soldi, no?>
<Si, basteranno>
Inizio a camminare con i bagagli in mano.
<Vuoi che ti aiuti a prendere la valigia?>
<No, grazie. Ce la faccio>
<Sicura?>
<No, ahaha>
<Ahahahah>
Mi faccio dare una mano da Harry.È così gentile, sempre disponibile ed educato. Dovrebbero essere tutti così nel mondo.
<Se avessi avuto la macchina sarebbe stato tutto più facile>
<Siamo troppo piccoli per avere la macchina, non pensi?>
<Si, forse è vero.>
<A proposito, quanti anni hai?>
<15, tu?>
<14>
<Adoro i quattordicenni, e tu ne sei la prova>
<Grazie>
Arrossisco. Non avevo mai ricevuto complimenti del genere, soprattutto da un ragazzo.
<Siamo arrivati, finalmente>
Entriamo.
<Seguimi>
<Questa è la tua stanza>
<Bellissima, grazie>
Sistemo tutte le mie cose in ordine.
<Quanto sei ordinata, odio il disordine>
<Vedo che abbiamo molte somiglianze>
<Ti lascio sola con la tua nuova camera, se mi cerchi sono in piscina>
Annuisco. Mi stendo sul letto, a stella. Cerco di recuperare il telefono dalle tasche, ma sembra che non ci sia.Maledizione. Forse l'ho perso durante il tragitto, o forse non l'ho mai avuto.
Non importa.
Mi alzo. Provo dolore alle gambe, di nuovo. Raggiungo Harry in piscina.
<Hai già finito? Sei veloce>
Mi siedo vicino a lui, sul lettino.
<Ho caldo, entriamo?>
<Non fa proprio caldo, in realtà.>
Però volevo entrare a tutti i costi nella piscina con lui...
<Non fa niente, entriamo lo stesso.>
<Ti conviene prendere un asciugamano per asciugarti, altrimenti ti raffreddi.>
<Non ce l'ho>
<Prendi il mio>
<Grazie, di nuovo>
Ci tuffiamo in piscina. L'acqua è fredda. Molto fredda. Ma non importa. C'è lui con me.
<Hai qualcosa da bere?>
<Si, ma non si dovrebbe bere in acqua, si rischia di morire>
<Non lo sapevo. Grazie per avermelo detto.> <Sei molto colto. Che scuola fai?>
<Ehm...scusa, adesso devo uscire dall'acqua>
<Va bene, esco anche io>
Sembrava mi stesse nascondendo qualcosa. Oppure non voleva semplicemente rispondere.
Nel frattempo è arrivata sera.
Che bella la sera, è il momento della giornata che più preferisco. Mi fa sentire calma e al sicuro.
19:57.
1+9+5+7=22.
Il ventidue è segno di determinatezza nel raggiungere un obiettivo.
Forse l'obiettivo inteso è diventare una calciatrice, è sempre stato il mio sogno.
00:59:55
Harry mi saluta.
<Perchè mi sa->
Mi sveglio nel mio letto. È mattina. Mamma mi scuote la testa con la mano per farmi aprire gli occhi. La accontento.
<Vai veloce a fare colazione, oggi si va a scuola.>Mi sono risvegliata sulla Terra. È andato tutto perfettamente, e mi ricordo ogni cosa del "sogno". Harry, lui mi aveva salutato perché sapeva che a mezzanotte precisa mi sarei svegliata.
Questi pensieri mi pervadono la mente per tutta la mattina.
Non riesco a studiare. Ho il cervello distratto da altre cose.
Odio il lunedì.
STAI LEGGENDO
Dimmi che ci rivedremo
Rastgeleun mondo perfetto, dove niente potrebbe portare Edith a volerne uscire, tutto così meraviglioso. Ogni giorno un appuntamento con Harry, il ragazzo della sua vita. Ma tutto ciò non dura all'infinito...