"Daphne, Daphne, DAPHNE"
"Che c'è" continuavo a camminare, imperterrita.
"COSA CAZZO STAI FACENDO, DOVE VAI?"
"voglio andare ad Hogsmade"
"Prima mi dici che non mi vuoi parlare e poi vuoi che vengo a fare una gita tutti da soli fino ad Hogsmade? Cosa ti passa per quel cervello? O forse hai capito che sono il migliore e che Potter è uno sfigato?"
Draco non sta zitto, così decido di fare a modo mio
"Senti, ho capito tante cose"
"Cosa?"
"Ora non te lo posso dire, vieni con me"
"Va bene"
Il mio piano aveva funzionato, ora lo avevo con me e non pensavo più a nulla.
Ci incamminammo lungo la strada erbosa verso la stamberga strillante, passando per le vie ci ritrovammo davanti ai tre manici di scopa, entrammo.
"Vieni voglio sedermi qui, 3 burrobirre per favore!"
"Scusa e la terza?"
"È da dividerci"
"Tu sei scema"
Dopo essermi scolata tutte e due le burrobirre e anche metà di quella di Draco, mi sentivo già meglio, sembrava che i miei problemi fossero del tutto svaniti.
La testa vagava e il sorriso non mi si levava dalla faccia, quasi sentivo di avere una paresi e la mia risata la sentivo battere e rimbombare nella cassa toracica.
...
"Che giorno è?"
"È lunedì sera, Daphne"
"Astoria? Sei tu?"
"No sono Draco, dio Daphne se sei fulminata"
"Cosa è successo?" mi esplodeva la testa, vedevo tutto sfocato, ero nel panico.
"Lasciamo perdere"
...
Per fortuna Astoria mi aveva coperta e data per malata tutto il giorno, a quanto pare anche Piton era venuto a controllare come stavo, ed ero calata in un sonno profondissimo, dopo una serata ad Hogsmade che neanche ricordo, cosa era successo? Cazzo devo essere proprio fulminata...
"Non ho voglia di parlare, lasciami dormire" dissi senza sapere chi avevo davanti, con la vocde impastata di chi non sapeva neppure se quel biondino era ancora al mio capezzale o si era già ritirato nelle "sue" stanze.
La mattina dopo, era martedì, e mi ricordavo benissimo le parole di Harry riguardo al dovergli stare lontano, 'che cazzata'.
Quello che mi si parò davanti agli occhi pochi minuti dopo la mie entrata a divinazione fu letteralmente disgustosa: tutto il golden trio riunito.
Ero su tutte le furie: che Harry volesse semplicemente allontanarmi o grazie ai suoi magici poteri era già riuscito a sconfiggere questo pericolo? E se ci era riuscito, perché non me l'aveva detto? Qualunque cosa fosse io sentivo il corpo avvampare e una scarica di rabbia che si propagava alle estremità pronta a dare un pugno a chiunque mi avesse rivolto la parola.
Deciso di starmene zitta e sedermi al capo opposto della stanza, tutta da sola.
Alla fine delle lezioni preso coraggio e decisi di andare a parlare prima con Hermione
"Ei ciao"
"Ciao Daphne" ...e le raccontai tutto il discorso che Harry mi fece appena due sere prima
"Daphne credo che tu stia delirando, a noi Harry non ha mai detto niente del genere"
"A quanto pare tutti mi danno della pazza in questi giorni, lascia stare, non importa"
Com'è possibile che lei non sappia nulla? C'è qualcuno che non me la dice giusta...
Sono sconvolta e anche sconfortata, ma come è possibile che debbano capitare tutte a me? Sono sul filo del rasoio, la rabbia, la tristezza, la delusione, non so da che emozione farmi uccidere, ma sembrano tutte abbastanza valide.
Torno in camera mia e decido di mandare una lettera ad Harry, via gufo, perché non ho il coraggio di parlare a voce con lui, sono patetica, lo so, ma è l'unico modo che ho per risolvere questo dilemma al più presto.
Mando Elwood, la mia civetta, verso il dormitorio Grifondoro, e mi metto a pancia in su nel letto, aspettando una lettera di risposta...
Intanto mi rannicchio in una posizione confortevole, sta volta facendo attenzione a levarmi le scarpe, mi sento vuota, come all'inizio dell'anno e sembra che tutto quanto stia girando contro di me.
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Ciaooo, sempre io che pubblico nuove cosette eh? hihihi
dovevo farmi perdonare...
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Tutto fa schifo: una storia di Hogwarts
Ficção AdolescenteLe segrete sono il mio luogo preferito non ci va mai nessuno, sono piene di vicoli e non rischio di essere vista