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Louis aveva appena finito di fare la doccia dopo la giornata passata al mare.

Si odiava!

Tutti si erano divertirti tranne lui che era stato con l'ansia per tutto il tempo che il suo costume rosso mettesse troppo in risalto il suo sedere.

Erano venuti al mare quel giorno anche gli altri amici.
Erano presenti Jacob, Charlie, Etan e Thomas e nel pomeriggio erano passate anche Sophia, Emily e Elizabeth.
Alcuni non avevano fatto in tempo a passare, altri non avevano avuto voglia. Insomma per quel giorno ed anche quella sera visto che sarebbero rimasti a cena li, sarebbero stati solo loro.

Si stava asciugando i capelli con l'asciugamano quando qualcuno, come al solito, entrò senza bussare.
Harry era l'unico a farlo quindi non si girò nemmeno per vedere chi fosse.

Il riccio non disse nulla. Per questo Louis si girò.
Era steso sul suo letto, un fumetto in mano mentre lo teneva alto sopra la testa.
-Che fai?- chiese Louis.
-Leggo. Mi annoiavo di là da solo.
Così Louis tornò a tamponare i suoi capelli.

Erano più belli da bagnati per questo non li asciugava quasi mai la sera.

Il tramonto fuori dalla finestra era bellissimo sul mare e la presenza di Harry nella sua stanza rendeva il tutto ancora più bello.

-Di che parla?- chiese Louis curioso mentre lasciava l'asciugamano sulla prima sedia disponibile.
-Louis! Così rovini la sedia. L'asciugamano è bagnato.

Harry odiava il disordine.
Sembrava sua madre alle volte.

Louis alzò gli occhi al cielo.
-È la mia camera. Lo lascio dove voglio.
Harry sospirò.
-Quindi? Di che parla quel fumetto?
-È di Diabolik. L'ho trovato nello sgabuzzino. Deve essere di Geoff.- e detto ciò si alzò e prese l'asciugamano bagnato.
Louis lo vide uscire dalla sua camera, di sicuro diretto in lavanderia per metterlo a lavare, quando poi dopo qualche minuto tornò.
-Ti dava tanto fastidio?- chiese Louis un po' nervoso.
-Si. Sei il solito disordinato. Ogni volta che entro in camera tua impazzisco.
-Intanto però non mi lasci un attimo da solo.- rispose a tono Louis.

Beh, non stava mentendo.
Sia lì in Southampton che a casa loro, a White Plains nel Westchester, stavano sempre insieme, quasi continuatamente. Harry aveva quasi le chiavi di casa per quante volte lo andava a "disturbare" nella sua camera. Ed era l'unico che non bussava mai. Più di una volta Louis si era quasi ritrovato in una situazione imbarazzante se non fosse stata per quella benedetta finestra da cui vedeva tutto.

Harry sorrise.
-Ma che c'entra! Non ti lascio mai da solo perché siamo amici da sempre.
-Quindi se fossimo amici solo da un paio di anni mi lasceresti in pace?
Harry ridacchiò.
Sapeva che Louis non fosse serio.
-Forse.
-Allora dovevo conoscerti più tardi. Invece no. Amici dall'infanzia!
Harry ridacchiò ancora poi Louis si girò verso di lui e gli sorrise, prima di tornare a mettere in disordine la sua valigia.
-Mi spieghi una cosa? Siamo qui da due settimane ormai e ancora non hai disfatto la valigia. Perché non metti le tue cose nell'armadio come sempre?
-C'è la mia roba nell'armadio.

L'armadio di Louis era semi aperto. Dentro c'erano i teli del mare, bagnoschiuma, shampoo, spazzolino e dentifricio in un angolo, due costumi appena lavati ed il pigiama di Louis, ossia una maglietta tutta sgualcita.

Lo sguardo sufficiente di Harry parlò per lui.
Louis alzò gli occhi al cielo.

-Come mi hai fatto notare poco fa, non sono molto ordinato. Ho disfatto la valigia ma è tutta dentro la stanza.
Harry si guardò attorno.
Louis aveva ragione.
C'erano magliette sulla scrivania, due pantaloncini sulle sedie della camera, un paio di mutande appese all'anta del comodino, dei calzini sopra il comodino ed Harry intravedeva una camicia a terra.
Per non parlare di cosa ci fosse sopra quel letto.
La ciliegina sulla torta però era la valigia. Buttata a terra con tutto il possibile dentro.
-Sembra sia appena passato un uragano.
Louis rise.
-Infatti.
-Ti è passata?- chiese poi dopo qualche minuto Harry.
Louis si voltò.
Harry era serio e teneva le braccia incrociate al petto mentre se ne stava con la schiena poggiata alla testata del letto.
-Che intendi?
-Il fatto che non volessi venire quest'anno. Ti è passata?
Louis distolse lo sguardo con la scusa di mettere in ordine la valigia.
-Non era niente di che.
-Non mi hai risposto.
-Si che ti ho risposto.
Louis sentì dei movimenti.
Harry si era spostato sul bordo del letto, più vicino a lui.
-Louis, guardami!
Louis alzò gli occhi al cielo ma accontentò Harry.
-Che c'è?
Harry lo osservava serio ma non era arrabbiato. Era più preoccupato.
-Voglio che tu ti diverta da morire qui con noi. È la nostra estate Lou! Poi dovremo tornare a scuola. Non voglio che tu non te la goda.
Louis sorrise teneramente all'amico.
Poggiò la mano sulla sua e la strinse.
-Non ti preoccupare. Va tutto bene!
-Davvero?- chiese Harry apprensivo.
Louis annuì e continuò a sorridere sinceramente all'amico.
Harry sembrava molto più sollevato.
-Bene! Allora ti aspetto di sotto. Gemma penso abbia finito di prepararsi e Nicola era già pronta insieme a Ruth, di sotto. Manchiamo solo noi due.
Louis annuì. Si guardò allo specchio un ultima volta prima di scendere.

Come due bambiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora