Premessa

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Lasciandosi scivolare addosso quel cappotto scuro, camminava in quel buffo modo che era ormai sua caratteristica. Il vento insisteva nel mettergli i capelli davanti agli occhi, impedendogli di vedere con chiarezza ciò che aveva davanti. Girò l'angolo di una strada trafficata, urtò un passante e si scusò sorridendo. Si fermò a prendere un gelato: chiese due specifici gusti, senza pensarci nemmeno per un istante. Camminò ancora per qualche minuto, poi si fermò davanti alla vetrina di una boutique per donne. Non era la vetrina che guardava, ma il riflesso. Dietro di lui, visualizzò "l'oggetto" d'interesse. Sorrise sotto i baffi, si girò quasi di scatto e il gelato si sciolse sulla maglietta di un ragazzo.
- ammettilo, hai contato i giorni per farmi questo scherzo.
- ciao Ken-chin! Perdonami, ma è usanza che io sporchi la tua bella maglietta il giorno del tuo compleanno.
- ci ho fatto l'abitudine.
- oggi ci riuniamo, volevo assicurarmi che anche in vista del fatto che stai invecchiando, verrai come sempre.
- lo sai bene che non manco mai, Mikey.
Si diressero sorridenti verso il loro amato tempio, tutta la Toman era in attesa dei loro comandanti. Il piano di Mikey in verità, era sempre stato quello di distrarre Draken finché i suoi compagni non avessero terminato i preparativi.
Con poca coordinazione e una pessima organizzazione, alla fine, gli fecero trascorrere un compleanno dignitoso.
- compagni, oltre che ringraziarvi per avermi concesso di festeggiare i miei 27 anni con voi, con del buon vino e una buona dose di ricordi, c'è una cosa che non posso tenervi nascosta. Ho avuto un'offerta di lavoro da mia zia, nella casa di campagna che Mikey conosce bene. Passerò li la mia estate.
La gang al completo, scoppiò a ridere. C'era dell'assurdo nel discorso di Draken. Lavorare d'estate, lasciare la Toman per tre mesi, lasciare Mikey per tre mesi. Da quando avevamo ottenuto il controllo di Tokyo e da quando Mikey aveva realizzato il suo sogno di una criminalità "per bene", non si erano mai lasciati. Al termine dei festeggiamenti, Draken sapeva che nessuno l'aveva preso sul serio.
- rovinare il tuo compleanno con uno scherzo di cattivo gusto non è da te, Ken-chin.
- non è da me, no.
- comincio a credere che non sia uno scherzo... e così te ne vai in campagna a coltivare ortaggi mentre io sgobbo in città eh? E bravo il mio Ken-chin.
- sarà per pochi mesi, non vi accorgerete nemmeno della mia assenza.
- l'importante è che ti farai sentire, con me soprattutto.
- volevo parlarti di questo. Dove andrò, non ci sono ripetitori, il segnale è debole. Come preferisci che ti contatti?
- piccione viaggiatore? - chiese Mikey sorridendo.
- pensavo più a una lettera.
- che romantico Ken-chin! Lettera sia. Aggiornami sui tuoi lavoretti estivi. Mi rattrista che tua zia non mi abbia invitato.
- l'ha fatto, ma tu hai la Toman a cui badare. Io posso assentarmi per poco, ma il grande Mikey non può.
Risero animatamente e si diressero a casa, mentre Draken obbligò i membri più recenti a pulire il disastro.
Dopo il compleanno di Draken, il mese di giugno giunse in fretta. Tra i membri più giovani della Toman c'era un mormorio continuo, un chiacchiericcio sfiancante. Mikey tuonò in cerca di una spiegazione.
- chiedo scusa comandante, quello che i più giovani si chiedevano è solo... Draken è davvero andato via?

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