Epilogo

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Mikey venne a sapere in seguito che Draken non voleva una cerimonia funebre, aveva chiesto di bruciare il suo corpo e di conservarne i resti in quella casa. Questo l'aveva fatto per poter lasciare tutto se stesso a Mikey, anche oltre i suoi limiti.
Mikey tornò a Tokyo e disse ciò che riuscì ai membri della Toman che ne rimasero devastati. Sapeva di che malattia era morto Draken, ma volle portare con sé questo segreto, perché lo stesso Draken non ne voleva far sapere nulla.
Mikey accettò la casa e la fece rimettere in sesto da una ditta di costruzioni, divenne così, il nuovo luogo per i raduni della loro organizzazione. Spesso si fermavano lì a dormire o a preparare azioni. Mikey dormiva in quella stessa stanza da cui Draken gli aveva scritto tanto, fino all'ultimo istante.
Quello che Draken gli aveva lasciato, oltre quella splendida casa, erano un mucchio di pagine inchiostrate ricche all'apparenza di bugie, ma Mikey riuscì la leggere tra le righe, ricordandosi che io suo amico gli aveva anche dato la password del suo cellulare, per eventuali chiarimenti su tutto il percorso clinico.
Prima di andare a dormire, quando i pensieri negativi erano troppo pesanti, rileggeva qualche lettera, o se poteva, guardava il lago.
Ciò che più lo consolava, era il ricordo di una specifica frase di Draken. La loro amicizia, andava davvero al di là del tempo e dello spazio, quindi sapeva bene che un giorno, in questo o in un altro mondo, avrebbe potuto continuare a fare guai con il suo migliore amico, avrebbe di sicuro potuto rincontrare la sua famiglia.

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