Capitolo VII

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Giulia's POV
Sbatto le palpebre cercando piano piano di abituarmi alla luce che entra sottile dalle finestre. Non è ancora così intensa, non è come quella delle altre mattine. Deve essere ancora presto, la sveglia non è ancora suonata. Realizzo che ad avermi svegliata è probabilmente un suono che non sentivo da tanto, che non pensavo di ricordare così bene. E mi sbagliavo.
Il suo respiro, soprattutto quando dorme profondamente, è qualcosa di estremamente particolare. Cambia e muta molto a seconda delle stagioni, questo ancora lo ricordo. Non è mai fastidioso, ma si fa sentire. Un po' come lui. Mi ha tenuto compagnia tante notti, mentre non riuscivo a dormire. Il suono mi riporta irrimediabilmente alla mente tanti ricordi, tanti altri risvegli così. Anche se poi così così non lo sono mai stati. È la prima volta che ci svegliamo senza telecamere ad inquadrarci, senza batterie pronte da essere cambiate, senza coinquilini che più o meno discretamente girottolano tra le stanze.
Penso di aver dormito poco, una manciata di ore. Nonostante questo il mio corpo è tutt'altro che stanco e intorpidito. È attraversato da un'energia che riconosco essere insolita, che non fa altro che aumentare di secondo in secondo.
Alzo lentamente la testa dal suo petto, mi guardo intorno. Siamo praticamente avvinghiati l'uno all'altra. Le sue braccia mi stringono nonostante dormendo i suoi muscoli siano più rilassati. La poggio di nuovo, lasciando che sia il mio mento a premere sui suoi pettorali e mi perdo a guardarlo.
Lo studio, lo analizzo, punto per punto. Sorrido nel rivedere da vicino quei nei che tanto mi piacciono. Ne scorgo anche qualcuno di nuovo. Vedo anche la sua barba, adesso più uniforme. Mi viene spontaneo passarci il naso sopra, come per sentire che effetto faccia. È strano, è nuovo.
La mia bocca scende sul suo mento e inizio a depositare baci qua e là. Mi soffermo maggiormente su qualche punto, dedicandogli qualche attenzione in più.
Le mie mani scorrono tranquille tra i suoi cappelli, un percorso che ormai conoscono fin troppo bene. Prendono alcune ciocche, le rotolano intorno alle dita. Sono più chiari, merito del sole probabilmente. Poi tornano a massaggiarli, con quel ritmo che ho imparato essere rilassante per lui non più di quanto sia rilassante per me.
-Cosa ho fatto di buono per meritarmi tutto questo?- esordisce un Sangiovanni ancora a metà tra il mondo di Morfeo e il nostro.
-Niente..- rispondo io, che nel frattempo ho spostato la mia attenzione verso il collo.
-Niente?- ribatte, mentre pian pianto inizia a muovere le sue mani sul mio busto -Ancora meglio allora..- alzo la testa e lo vedo sorridere, felice e rilassato. Gli occhi ancora semichiusi dal sonno. In una frazione di secondo sono sulle sue labbra. Lui non se lo aspettava probabilmente, io mi rendo conto che non stavo aspettando altro se non questo contatto.
È un bacio tranquillo, placido e rilassato inizialmente. Un bacio che piano piano si trasforma, cambia colore e si fa sempre più intenso. Le sue mani scendono sempre più in basso, lentamente, con un ritmo che ricorda più una tortura che un piacere. Le mie mani si spostano sotto la sua maglia, carezzano quella pelle lattea. Sento la sua pelle rabbrividire sotto il mio tocco.
Piano piano mi sposto e mi posiziono sopra di lui, continuando a baciarlo. Lui perfeziona finalmente la sua presa sul mio sedere. Alterna carezze a strette più possessive. Ci stiamo riscoprendo pian piano. Scendo di nuovo a baciargli quel punto del collo che so piacergli particolarmente, passandoci poi la lingua ripetutamente. Lui inizia a spostare una delle sue mani sotto la mia maglia e carezza la mia pancia, vicino l'ombelico, in quel punto che mi ha sempre fatto scoppiare a ridere. E vorrei ridere anche questa volta, se non fosse che le mie labbra sono nuovamente catturate dalle sue.
Ci stiamo anche imparando a conoscere da un punto di vista nuovo, pian piano, attraverso contatti che anni fa non erano possibili. Lentamente, come se avessimo tutto il tempo del mondo a nostra disposizione. Senza pensare a niente, senza pensare a ieri sera, al nostro passato. Ci siamo solo noi due in questo momento. Noi due e i nostri respiri che si fanno sempre più affannati. Sento sotto di me la sua eccitazione sempre più evidente. In modo istintivo mi stringo ancora più a lui, premendoci contro, cercando di dare sollievo a quel bruciore che sempre più intensamente si fa strada dentro di me. Lui emette immediatamente un mugolio di piacere, così intenso e affascinante che smuove tutto dentro di me.
-Driiin!!! Driin!!!- la sveglia.
-Dimmi che è uno scherzo..- sussurra Sangio, che per la prima volta da quando è sveglio di concentra seriamente per aprire gli occhi.
-E' la sveglia- rispondo io, cercando piano piano di alzarmi da lui, recuperando qualche barlume di lucidità.
-Possiamo far finta di non averla sentita?- chiede ribaltando le posizioni, facendo sì che sia io stavolta a finire sotto di lui.
-Nei prossimi cinque minuti ne suoneranno come minimo altre dieci..- rispondo poco convinta, sicuramente più attratta dalla sua proposta e dalla sua testa che pericolosamente sta scendendo sul mio petto. Le mie mani si inseriscono di nuovo tra i suoi ricci, in automatico. Come sempre.
-E che problema c'è? Le spengiamo..- risponde strusciando il naso sopra il mio seno, ancora coperto dalla maglia.
-Il problema è che dobbiamo andare.. ahhh- emetto un sospiro più forte quando le sue labbra si chiudono sopra un mio capezzolo -a lavoro- cerco di concludere la frase.
-Sai che non sembri molto convinta neanche tu?- ride beffardo.
-Te credo.. - gli rispondo, cecando di spostarmi di nuovo per mettermi seduta. Tentativo che inizialmente non va in porto.
-Dai Giò.. facciamo tardi- dico alzandogli la testa per guardarlo negli occhi.
-Giulia non puoi capire cosa sei in questo momento..- inizia a dire passandomi le mani tra i capelli. -Gli occhi lucidi, i capelli scompigliati e le labbra già gonfie.. avvinghiata a me..- lo sento che sospira, poggiando la testa di lato al mio collo, immerso quasi nel cuscino sotto di noi.
Sorrido. Non posso vedere me ma posso vedere lui, e la sua descrizione potrebbe benissimo rispecchiare quello che i miei occhi stanno vedendo. - E se ti dicessi che ho i Pan di Stelle?- gli dico, cercando una valida alternativa a questo letto che possa motivarlo ad alzarsi.
-Pan di Stelle?- alza subito la testa per tornare a guardarmi.
Annuisco sorridente.
-Ok, andiamo- ed in dieci secondi è fuori dal letto con una mano testa nella mia direzione, con tutto l'intento di aiutare ad alzarmi.
-Basta così poco per convincerti?- chiedo sorridente, alzandomi piano dal  letto e facendo attenzione alla caviglia ancora dolorante.
-Non è poco, sono Pan di Stelle Giulia.. i biscotti per eccellenza- risponde fiero.
-Se lo dici tu..-
-Certo che lo dico io.. come va la caviglia?- mi dice una volta che sono in piedi.
-Meglio, sta tranquillo..-
-Prima di uscire mettiamo di nuovo la crema, d'accordo?-
-Ok- e così dicendo ci incamminiamo verso la cucina, con le nostre mani ancora legate assieme. Anche se non serve, anche se siamo in casa da soli. Solo perchè è bello, perchè è naturale, spontaneo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 25, 2021 ⏰

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