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⚠️TW: disturbi cerebrali

"Non sono sicuro di pronunciarlo bene. Forse c'è un errore ortografico." sono le parole del medico che tiene la cartella medica di Stiles tra le mani. "Lo chiami Stiles." afferma Noah in tono automatico, deve essere abituato a scene del genere. Io, Scott e Stiles ci guardiamo abbozzando un sorriso, cercando di nascondere la tensione che proviamo. Ogni cosa nella stanza, bianca e azzurra, sembra essere impregnata di un pesante odore di ansia. "D'accordo." dice il dottore, poi si rivolge al pallido ragazzo seduto con le gambe a penzoloni sul lettino del grande apparecchio. "Stiles, ti avviso: sentirai dei rumori durante la risonanza a causa degli impulsi che attraversano le bobine metalliche del macchinario. Se vuoi possiamo darti dei tappi per le orecchie o delle cuffie." "Oh no, no non mi servono." risponde subito lui, grattandosi una tempia. "Hey, noi saremo dall'altro lato del vetro. D'accordo?" lo tranquillizza suo padre, con un sorriso confortante. "Okay." conclude poi, dandogli delle pacche sulla spalla prima che lui e Melissa lascino la stanza, lasciando noi tre da soli. "Sapete che stanno cercando?" rompe il silenzio Stiles. Né io né Scott proferiamo parola, immaginando che lui sapesse già la risposta e che la stesse per comunicare. E lui lo fa. "Si chiama demenza frontotemporale. Alcune parti del cervello si restringono. Ce l'aveva mia madre." ci spiega, stringendo insieme le labbra. "È l'unica forma di demenza che può - prende un respiro - colpire i giovani." fa una pausa "E... non c'è cura." conclude. A quelle parole chiudo istintivamente gli occhi, trattenendo le lacrime che riempiono i miei occhi al pensiero di perderlo. "Stiles, se ce l'hai, faremo qualcosa." esordisce Scott con la sua solita voce speranzosa, pensando che tutto abbia una soluzione, che con il potere dell'amore e dell'amicizia e restando uniti troveremo sempre una soluzione e supereremo tutto, insieme. Bhe, indovina un po' Scott: non c'è nulla, in questo caso, che tu, io o chiunque altro possa fare. Questo non puoi fermarlo, non puoi evitarlo. Lui se ne andrà, ci lascerà, mi lascerà. "Io farò qualcosa." conclude, prima di buttarsi in un abbraccio con il suo migliore amico. Quanto a me, non spiccico parola, mi limito a incatenare i miei occhi lucidi con quelli di Stiles, comunicando tutto ciò che abbiamo da dirci con un semplice sguardo. Allunga un braccio verso di me, invitandomi ad avvicinarmi a lui, e poggia le sue labbra sulle mie. Le mie lacrime sgorgano, bagnando il nostro bacio. Io e Scott usciamo dalla stanza e raggiungiamo Noah, Melissa e il medico nella saletta oltre il vetro. Una volta entrati, il dottore procede a far muovere meccanicamente il lettino verso il centro del macchinario a forma di ciambella. "Bene Stiles, ci vorranno da 45 minuti a un'ora. Ricordati che non devi muoverti." gli riferisce usando il microfono collegato all'altro lato della stanza "Neanche un pochino." specifica quando dallo schermo lo vediamo sistemarsi sul cuscino. "Stiles, ora inizieranno i rumori. Saranno forti e ripetuti, come un martello che colpisce più volte un'incudine. " lo avvisa. Dopo svariati minuti, il cellulare di Scott vibra e si scusa, prima di uscire dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle, facendomi un segno con la testa per dirmi di ascoltare. "Y/n, è Derek. Devo andare." mi dice dall'altra parte della porta.

Dopo un tempo che sembra infinito, vediamo comparire le immagini del cervello di Stiles sul monitor e per la prima volta mi maledico per aver sempre avuto la passione per la medicina. Ciò che penso viene confermato dall'espressione dell'uomo dal camice bianco. "Vedete, il tessuto qui e qui?" dice, indicando le zone del cervello colorate di arancione. Noah annuisce. Entrambi i punti mostrano segni di atrofia." constata. "Atrofia..." ripete Stilinski, il tono rassegnato di un uomo che ha già passato tutto questo. "Io - inizia il dottore - mi dispiace." Ancora una volta i miei condotti lacrimali si riempiono e premo più forte che posso il labbro inferiore su quello superiore, cercando di trattenere il dolore e le lacrime fino a quando non sarò fuori. Senza dire nulla e con la vista offuscata mi precipito fuori dalla minuscola stanza e mi dirigo correndo verso l'uscita dell'ospedale, ignorando i richiami del personale. Corro senza guardarmi indietro, fino a trovarmi nella foresta. Mi lascio cadere sulle ginocchia, i miei occhi velati si illuminano e con l'ululato più forte che abbia mai emesso, sfogo tutte le emozioni che ho tenuto sotto chiave fino ad ora. La mia unica ragione di vita. questo è ciò che Stiles era. E questo è ciò che quella malattia mi avrebbe portato via. Non avrebbe ucciso solo Stiles, avrebbe ucciso anche me.

Dopo minuti e minuti passati a piangere, urlare e prendere a calci e pugni gli alberi, la mia suoneria del mio cellulare mi riporta alla realtà. Lo tiro fuori dalla tasca posteriore dei miei pantaloni e fisso il nome di Scott sullo schermo. Striscio il dito sulla cornetta verde e porto il telefono all'orecchio, senza dire nulla. "Y/n" dice Scott. "Stiles è sparito."

𝕡𝕠𝕜𝕖𝕣 𝕗𝕒𝕔𝕖 || Stiles Stilinski, VoidStilesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora