La stazione brulicava di migliaia di persone: ovunque Draco si voltasse c'era qualcuno.
Donne, bambini, uomini, anziani: ognuno troppo impegnato nella sua routine quotidiana per far veramente caso agli altri.
Il vento era freddo, gelido, e ogni folata che colpiva la pelle delicata e pallida del biondo lo rendeva sempre più irritabile, e rosso.
Quel giorno l'uomo non doveva prendere un treno, né doveva incontrare qualcuno: quel giorno Draco si trovava alla stazione per trovare l'ispirazione giusta, quella scintilla che gli avrebbe dato la possibilità di finire quel maledetto libro a cui stava lavorando da mesi, senza aver scritto neanche un input degno di tale nome.
Dopo aver concluso un bestseller indiscusso, l'anno precedente, aveva finito per firmare un contratto che gli richiedeva di inviare entro la fine di quel mese almeno la trama o il primo capitolo del futuro romanzo.
Peccato che Draco non avesse ancora idea di cosa scrivere, come e dove: casa sua era diventata troppo opprimente per fargli da studio, la casa dei suoi genitori era troppo fredda e vuota per far sì che fosse abbastanza concentrato sul lavoro e l'appartamento dove abitavano i suoi due migliori amici aveva troppe fonti di distrazione per essere anche solo preso in considerazione.
In breve, Draco sarebbe stato completamente rovinato se entro fine mese non si fosse fatto venire in mente una trama degna di tale nome o un maledetto prologo che potesse definirsi tale.
Non poteva - e non voleva - credere che la stesura del suo primo libro fosse stata solo una botta di fortuna che lo aveva portato a fare palate di soldi con la sua conseguente pubblicazione.
Un minimo di talento doveva pur averlo avuto, dato tutto quel successo che gli aveva cambiato la vita.
Con quel libro si era comprato una casa, una macchina, si era potuto permettere diversi viaggi che prima non poteva neanche sognare e si era guadagnato milioni di fan in giro per tutto il mondo.
Il biondo non poteva davvero credere che tutto quello sarebbe finito solamente dopo un anno e soprattutto non poteva credere che tutto sarebbe finito solamente perché non riusciva più a scrivere nulla che gli sembrasse all'altezza.
Probabilmente la fama gli aveva messo troppa pressione e sommata anche a tutti i solleciti ricevuti riguardo il nuovo romanzo dalla sua casa editrice, semplicemente la sua ispirazione lo aveva abbandonato in un terribile blocco dello scrittore che Draco non aveva la minima idea di come superare.
Aveva qualche vecchia storia abbandonata anni prima che poteva riutilizzare per scrivere qualcosa, ma non voleva limitarsi a pubblicare un libro tanto per il gusto di farlo.
Come quello precedente, voleva che fosse apprezzato e giudicato come un buon romanzo e non solamente come un libro come tanti da tenere ad impolverare sul comodino sulla pila dei libri da leggere.
Draco, prima di uscire con il bestseller - di cui andava infinitamente fiero - non aveva mai scritto seriamente qualcosa, se non per un hobby personale che non aveva mai seriamente coltivato.
Era stata sua madre a mandare il manoscritto - perché, sì, l'uomo era rimasto ai vecchi tempi, quando ancora le macchine da scrivere non esistevano - e spingerlo a controllare cosa avrebbe risposto la casa editrice.
L'aveva ringraziata molto per averlo fatto, anche se inizialmente si era arrabbiato come non mai con la donna per aver prima di tutto frugato fra le sue cose e poi per aver mandato un suo scritto senza chiedergli il permesso.
Ma probabilmente se la donna non l'avesse fatto quel libro sarebbe ancora solamente dentro la testa del biondo e non in milioni di librerie a vendere ancora centinaia di copie al giorno - e questo solo a New York - dopo quasi più un anno dalla sua pubblicazione.
Proprio quando Draco fece per alzarsi e tornare a casa, senza ancora aver trovato nulla degno di nota che lo spingesse a prendere appunti sul suo fedelissimo taccuino, un uomo di più o meno la sua stessa età occupò il posto accanto al suo, sbuffando pesantemente e levandosi una bombetta dalla testa.
«Giornata incredibile, eh? Non credo di aver mai faticato tanto in vita mia, e sono solo le dieci del mattino! O Signore, non credo di potercela fare. Ha da accendere? Se non fumo immediatamente potrei davvero sentirmi male»
Draco lo osservò attentamente, porgendogli nel frattempo il suo pacco di fiammiferi con cui l'uomo accese la sua pipa.
Una volta che il moro prese a fumare beatamente il suo tabacco, Draco captò nei suoi occhi una scintilla di divertimento.
«Cosa la diverte, signore?»
«Il fatto che lei mi stia fissando come se fossi l'uomo più interessante che lei abbia mai visto, per esempio. Sono solo Harry e non sono così interessante. Lei invece è...?»
Draco gli porse la sua mano infreddolita e la strinse, presentandosi a sua volta: «Draco. E non la stavo fissando, stavo semplicemente cercando di capire se lei è più degno di nota delle centinaia di persone in questa stazione oppure no»
«La risposta?»
«Non lo so, ad essere sincero»
Harry rise, mettendo da parte la sua pipa e rimettendosi in testa la bombetta: «Sa, Draco Malfoy, è stato un vero piacere fare la sua conoscenza» quando ebbe afferrato la sua ventiquattr'ore nera e fu salito sul treno che stava passando in quel momento, Draco si permise di lasciarsi scappare una risata.
Quell'uomo sapeva il suo cognome e questo non poteva che significare che aveva letto il suo libro, o che perlomeno ne aveva sentito parlare.
Per la prima volta dopo un po' di settimane a quella parte, finalmente tornò a casa con qualcosa che magari non era finalizzata alla scrittura del suo libro, ma almeno di interessante a cui pensare per il resto della giornata.
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Medioevo||Drarry
FanfictionCosa sarebbe successo se Draco Malfoy fosse stato uno scrittore senza ispirazione e Harry Potter fosse diventato la sua musa? {Gli avvenimenti non sempre seguono quelli della saga originale della Rowling} ATTENZIONE! Tratta argomenti delicati, tra...