Autore: sistinte
Pacchetto: Cancro
Citazione: "Lasciar andare. Tutti ne parlano come se fosse la cosa più facile al mondo. Distendere le dita una per una, fino a che la tua mano non sarà aperta. Ma la mia è chiusa in un pugno da tre anni ormai. E' congelata." (Gayle Forman)
Una leggerissima brezza primaverile scompigliava i capelli del ragazzo seduto sul tetto dell'appartamento, gli occhi puntati dove il cielo si univa in una linea con la terra. Firenze da lì in alto era bellissima: il sole, che giocava a nascondino dietro l'orizzonte, colorava il cielo di una delicata tonalità aranciata, di quelle che solo l'alba sa presentarti davanti con la sua magnificenza. In lontananza, tra gli alti edifici, si intravedevano i cipressi e il grande tiglio al centro del campus universitario, proprio quello che svettava davanti alla facciata dell'ateneo.
Tommaso, come tanti, aveva passato la nottata a una di quelle squallide feste di Alessandro, piene di alcool e qualche pastiglia, e ora si ritrovava barcollante sulla via ciottolata verso casa, accompagnato dal cinguettare allegro dei passerotti in quel sabato mattina.
Ancora un po' confuso, senza un vero motivo apparente, aveva alzato la testa verso la casa rossa che condivideva con Samuele, Leonardo ed Elia, il suo migliore amico, e lì lo aveva visto.
- Elia, che fai là sopra? - aveva riso divertito, la testa gli girava ancora per l'alcool delle ore precedenti - Scendi giù - gli aveva fatto un gesto sghembo con la mano.
Nessuna risposta: Elia se ne restava con le gambe al petto e lo sguardo in avanti - Elia, dai, è pericoloso là su - il tono era ancora scherzoso, ma anche leggermente preoccupato.
Elia, ancora in silenzio, si era alzato e si era spostato in avanti, verso il ciglio del tetto.
- Elia! - tutta la confusione di Tommaso era scomparsa con una spugnata - Cosa cazzo stai facendo? Scendi subito!
- No - era stato secco il castano, gli occhi azzurri che scandagliavano la figura del minore e la voce che rimbombava nel giardino vuoto.
- Hey, che è tutto sto baccano? – si era affacciato dal terrazzino dell'appartamento Leonardo, ancora assonnato, e aveva guardato sopra la sua testa, proprio dove Tommaso non riusciva a far a meno di puntare lo sguardo – Elia, cosa stai facendo lì in piedi?!
- Si vuole buttare Leo, Elia si vuole buttare di sotto!
Leonardo e Samuele, svegliato di fretta dal suo compagno di stanza, si erano catapultati davanti alla casa con i nasi puntati in su.
- Scendi da lì.
- Vieni giù!
- Elia, per favore, scendi giù da quel tetto - la voce di Tommaso era spezzata dalla paura - Ti prego. - No - i fari azzurri del ragazzo brillavano illuminati dal sole mattutino.
- Perché?!
- Ti prego, non crederai di averci deluso dopo quello che è successo - il tono di Tommaso suonava più comprensivo che accusatorio - Cristo santo Elia! Qua ti vogliamo tutti un mondo di bene e tu pensi averci deluso? Adesso scendi subito da lì! – stranamente il minore non capiva in quel momento, Elia non era mai stato quel tipo di persona che si arrende così facilmente.
Le urla avevano fatto in modo che si creasse una piccola schiera tutta intorno ai tre amici: universitari trattenevano il fiato osservando il ragazzo sul bordo delle tegole, un gruppetto parlava a bassa voce forse cercando un modo per evitare il peggio e qualche ragazza guardava rapita la scena dal balcone della casa davanti.
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Storie sotto le stelle
Narrativa generaleIl nuovo contest estivo del Club dell'Inchiostro. Testardi come un Toro? Ambiziosi come un Capricorno? Fascinosi come uno Scorpione? I segni zodiacali, a volte, raccontano tante cose di noi: spesso ci ritroviamo nelle caratteristiche tipiche del nos...