Capitolo 10

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Ci sedemmo su una panchina arrugginita. Era piuttosto scomoda, ma smisi di pensarci.
Ero priva di parole, sbattevo il piede destro a terra per il nervoso.
C'era il prato, c'era lui. Tutto coincideva. Il cuore, quello batteva come non so cosa. Mi stava per uscire dalla carne. Respirai.

"Ehi ehi Cloe, sta calma. Non ti mangio. Non essere nervosa."- mi disse.

"Io? Nervosa? Macchè!"

Mi prese la mano. Tremavo.
Mi fece tranquillizzare.
Il contatto con lui mi rilassava, mi faceva sentire viva, tranquilla.
Le guance incominciavano a schiarirsi. Da rosso fuoco a rosso delicato.

"Sei bellissima, lo sapevi? Sapevi che quando arrossisci sei dolcissima? Sapevi che ti amo? Che ti amo dal primo giorno che ti ho vista, quando sei scappata con quella tua camminata un po' buffa, che fai di solito quando sei confusa? E te l'ho mai detto che quando sorridi io mi dimentico di tutto, perchè entrò nel tuo cuore? Che quando tu sorridi io non posso non essere felice? Che quando ti guardo, i tuoi occhi brillano. Brillano di luce propria. Che cazzo, anche il tuo profumo, la tua presenza, il tuo contatto mi fa sentire me stesso? Che anche la tua voce è melodia per le mie orecchie. Il sole alla mattina, le stelle alla sera, il cioccolato al pomeriggio, la musica, la forza, la terra, il cuore.. Mi parlano di te. Sempre. Sei ovunque." - "Sei quella cosa che non si può dimenticare, perchè è così impressa dentro di me, che niente e nessuno, neanche io posso evitare di ricordare. Sei in ogni mio sorriso, in ogni mia sigaretta, che mi fa stare maledettamente bene."- "Mi hai cambiato. Ti ho trovata. Può sembrare strano, ma io ci credo nell'amore a prima vista. Vorrei renderti felice, vorrei telefonarti ogni mattina dicendoti che ti amo, come non ho mai amato nessuna fin'ora. Spuntare sotto casa tua con un mazzo di fiori bellissimo, ma mai quanto te. Con un pacco di cioccolatini dolcissimi, ma mai quanto te."- "Non so se hai capito." - disse tra un respiro e l'altro.

Non ero in me. Pensai "Se questo è un altro sogno, giuro che dico addio alla vita."
Mi diedi dei pizzicotti.. Oh merda. Non era un sogno.

"Oh mio Dio. Non so.. Non so che dire." - dissi imbarazzata.

"Non dire nulla."

Si avvicina, mi accarezza la guancia, un brivido percorre la mia schiena.
BOOM.
Le nostre labbra si toccarono, mi sentii.. Insomma mi sentii unica. Mi sentii la persona più felice del mondo. Non potevo spiegare.
Non esistevano parole per descrivere quel momento. Il migliore di tutta la mia vita.

Il bacio duró qualche secondo.
Poi ci staccammo, ci guardammo, mi ero innamorata pazzamente di lui.
Andrea aveva la faccia di uno che credeva che non mi era piaciuto il bacio. Dovevo rimediare, fargli capire in quei pochi secondi che invece non desideravo altro che baciarlo di nuovo.
Mi presi di coraggio, lo baciai. Lo baciai più forte, e ancora di più.
Staccammo le labbra solo per sorriderci.
Mi prese in braccio. Era tutto vero. Era incredibile.

Squilla il telefono.
"No merda! Chi è adesso che rompe?!"- dissi con aria arrabbiata ma nello stesso tempo felice.

"Pronto?"
"Cloe, sono mamma, dove sei?"
"Ehi mamy, sono qui al parco, adesso arrivo"- dissi frettolosa.

"Ok ma sbrigati!" - disse mia madre chiudendo.

"Andrea, cosa siamo adesso noi due?" - dissi con le lacrime agli occhi.
"Siamo due innamorati. Due persone che si amano." - rispose.

Non desideravo risposta migliore.

"Che bello.. Mi hai reso felicissima, adesso peró devo andare. Scusa se non te l'ho detto prima, ma ti amo. Ciao amore."

"Ciao bellissima." - disse salutandomi con un occhiolino.

Ho paura di me stessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora