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Io e Chiara venimmo convocati; dopo quella chiamata di novembre mi confessò che le piacevo e sperava di piacere anche a me. Le dissi che purtroppo da parte mia non era ricambiata e che si, mi piaceva come persona, ma non in quel senso; disse che capiva. Entrambi volevamo che il rapporto continuasse, magari con il tempo l'amicizia si sarebbe migliorata, ma a distanza di mesi non potevo negare che l'imbarazzo fosse palpabile nell'aria.

C: "sono un po' in ansia, anche tu?"

A: "si"

Lo ero molto, negli ultimi mesi avevo notato come il mio senso di protezione nei confronti di Giorgio andasse ben oltre il rapporto professionale. Magari mi sbagliavo, ero solo stressato e iniziavo a immaginarmi scenari assurdi. Avevo visto molti film dove lo psicologo finiva per innamorarsi del suo paziente o viceversa, ma appunto erano semplicemente film mentre questa era la vita vera dove se avevi una relazione sentimentale con un tuo paziente venivi licenziato e sanzionato, rischiando di non trovare più lavoro in quel campo.
E questo senso di protezione unito al mio senso morale mi spingeva a non volermi allontanare da Giorgio ma a cercare di aiutarlo a tutti costi perché ormai la mia felicità dipendeva dalla sua sanità mentale e sembrava tutto così assurdo e sbagliato ma ciò che provavo in sua presenza era una sensazione stupenda, talmente stupenda da sembrare irreale e da spaventarmi.

Sperai che nessuno l'avesse notato, che fossi stato bravo a nasconderlo più di quanto lo fossi a sopprimere questi sentimenti.

x: "entrate pure"

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Alla fine mi ero preoccupato per niente: il nostro capo, vedendo i risultati positivi che Giorgio stava raggiungendo, si era stupito di questi miglioramenti e voleva promuoverci, a me permettendomi di avere un mio studio dove tenere le mie sedute e a Chiara di diventare mia assistente o di un altro psicologo; se avessimo accettato avremmo indubbiamente avuto un aumento ma ciò avrebbe significato cambiare struttura.

Chiara sembrò pensierosa ma finì per accettare, io non ci dovetti pensare: se avessi accettato me ne sarei dovuto andare e non aveva fatto riferimento a nessun trasferimento di Giorgio nella struttura nella quale sarei andato. Così, sotto lo sguardo stupito di Chiara, rifiutai.

Chiara fu concedata così che potessimo parlare da soli, le venne detto che avrebbe avuto tutte le informazioni che voleva quella sera stessa, così da cominciare la prossima settimana.

x: "Alessandro pensiamo che tu abbia ottime capacità e che tu qui sia..sprecato ecco, vorremo darti la possibilità di crescere maggiormente perché siamo sicuri del tuo successo, sei una persona capace di instaurare da subito un attimo rapporto con i propri pazienti e riteniamo che saresti perfetto per aiutare persone con problematiche maggiori rispetto a quelle del tuo attuale paziente"

A: "mi scusi ma non crede che se me ne andassi, lasciando così il mio lavoro incompleto, il mio paziente potrebbe avere una ricaduta?"

x: "è qui da tre anni e potrebbe rimanerci per altrettanto, sarebbe del tempo sprecato per l'accrescimento della sua carriera"

A: "ormai è maggiorenne, a breve secondo il mandato dovrebbe fare gli ultimi controlli, per decidere se guarito o meno, fino ad allora io sarò il suo psicologo e se venisse deciso di tenerlo ancora in cura ciò significherà che resterò anch'io"

x: "stai perdendo un'ottima offerta"

A: "se quest'offerta è limitata ad ora mi ritrovo costretto a rifiutare, qualora fosse sempre valida allora la accetterei volentieri solo una volta completato il mio incarico"

Non sembrò contrariato e capì che se avesse ribattuto io sarei sempre rimasto della mia idea. Uscì dal suo ufficio e trovai Chiara fuori ad aspettarmi, le dissi che non sarei andato con lei e sembrò capire, mi abbracciò e le augurai buona fortuna.

Quel pomeriggio non avrei visto Giorgio, dato che ci eravamo già visti la mattina e verso la sera avrebbe ricevuto visite. Era capitato, in questi mesi, che i suoi amici venissero a trovarlo ma mai i suoi parenti, non uscì mai l'argomento con lui e quando mi parlava di come stesse non nominava mai i suoi genitori perciò aspettavo e basta che fosse lui il primo a parlarne; ogni volta che venivano a trovarlo ed ero con lui mi chiedeva di fargli compagnia, non nego di essermi trovato ogni volta a disagio perché ero certo che non potessero dirgli tutto quello che volevano a causa della mia presenza. Ne parlammo, inizialmente ci rimase male e le prime volte mi trattava con freddezza, poi sembrò capire: noi ci vedevamo sempre mentre con i suoi amici non era lo stesso, perciò era ovvio che volessero passare del tempo da soli con lui.

Fosse stato per me avrei passato ogni giorno della mia esistenza con lui, ad ascoltare i suoi problemi e a sentirlo parlare delle cose che ama. Nella mia testa si creavano talmente tanti scenari, come noi due che guardiamo la luna o noi che ascoltiamo musica. Ai miei occhi Giorgio suonava come la mia canzone preferita: l'avrei ascoltata per ore senza mai stancarmi.

The boy from room 8B - TheBadNautsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora