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A: "allora oggi è venuto Ettore, come è andata?"

G: "è andata bene, mi ha fatto piacere vederlo"

A: "sai, oggi stavo parlando con alcuni dei tuoi medici, alcuni di loro pensavano di fare gli esami definitivi alla fine dell'estate, altri pensavano alla fine dell'anno"

G: "ma siamo a gennaio"

A: "lo so Giorgio, in parte la decisione spetta anche a me ma non sembravano volergli fare prima, potrei dire per fine estate"

G: "ok, va bene"

A: "devi avere un po' di pazienza"

G: "come sempre"

A: "non devi prendertela con me, con nessuno anzi, stiamo solo cercando di aiutarti"

G: "lo so, davvero, ma se foste al posto mio non vi sareste stancati ormai?"

A: "è comprensibile che tu lo sia, perciò non voglio che questi mesi ti pesino, farò il possibile per farteli passare velocemente"

G: "grazie"

Quella notte l'avevo sognato, era un sogno semplice: stavamo facendo una delle nostre solite sedute, trovavo il coraggio di confessare i miei sentimenti e lui mi diceva di ricambiargli, poi ci alzavano entrambi e al minimo contatto che avevamo avuto mi ero svegliato; non era un sogno lucido, infatti io ero solo un osservatore esterno, non avevo controllo delle mie azioni ma onestamente non avrei cambiato nulla, era tutto perfetto.

A: "come stai oggi?"

G: "diciamo bene, tu invece come stai?"

A: "sto bene ma dovrei essere io a chiedertelo non credi"

G: "giusto, senti ma ti penti mai di aver scelto questo lavoro?"

A: "ad oggi non è mai successo, poi in futuro potrebbe succedere come non potrebbe"

G: "nemmeno dei piccoli ripensamenti?"

A: "magari possono esserci periodi in cui sono particolarmente stressato ma non ho mai pensato di lasciare, per di più odio lasciare qualcosa che ho iniziato a metà e se lo facessi non me lo perdonerei mai, penserei sempre a cosa sarebbe potuto succedere se avessi continuato"

G: "e non ti chiedi mai cosa sarebbe successo se avessi smesso?"

A: "perché tutte queste domande, vuoi che io molli?"

G: "nono, era semplice curiosità, dato che non ho un lavoro non so cosa si provi"

A: "sai, non ho mai pensato di mollare ma c'è stato un periodo in cui pensavo che non fossi all'altezza, tutti abbiamo le nostre insicurezze e la mia è quella del fallimento"

G: "perché pensavi di non essere all'altezza?"

A: "il mio non è un lavoro per tutti, per carità lo amo ma richiede una grande forza mentale, diciamo; devi avere un maggiore controllo della tua mente di quello della persona che hai davanti"

G: "e adesso è così"

Non capì se fosse una domanda o meno da come la formuló, ma a prescindere dalla risposta le sensazioni che provavo in sua presenza sottomettevano la mia razionalità e non avevo alcun controllo della mia mente: potevo star parlando di qualcosa di serio ma intanto nella mia testa nascevano fantasie di tutti i tipi e tutto ciò che potevo fare era nascondere ciò che stessi pensando.

A: "senti di avere il totale controllo della tua mente?"

G: "come dovrei fare a dirlo"

A: "quando hai il totale controllo è tutto sotto il tuo comando, i pensieri intrusivi vengono placati e hai totale scelta delle tue azioni e pensieri"

G: "allora non credo di averlo"

A: "pensieri intrusivi?"

G: "cosa intendi tu per pensieri intrusivi"

A: "quando stai facendo qualcosa e la tua mente ti dice di fare un qualcosa di diverso, ma sempre in relazione a quello"

G: "non credo di aver capito"

A: "si non mi sono spiegato bene, per esempio stai tagliando un pezzo di carta e la tua mente ti dice per un minimo secondo di tagliarti i capelli, hai presente?"

G: "più o meno, tu hai mai pensieri intrusivi?"

Mi dicono di dichiararmi a te in continuazione.

A: "penso sia normale averne, c'è stato un periodo in cui ero particolarmente stressato e ne avevo in continuazione"

G: "quindi dipende dall'umore"

A: "diciamo di si, se si è molto stressati non si ha il totale controllo di se perciò i propri pensieri prendono il sopravvento"

G: "capisco, grazie per la lezione di psicologia"

A: "non so se si possa definire proprio psicologia"

G: "hai capito cosa intendo"

E d'un tratto il suo sguardo si era fatto più serio.

Magari una settimana fa poteva non essere il momento giusto ma quello mi sembrava che lo fosse, lo sguardo di Giorgio sembrava volermi guardare dentro e io mi sentivo completamente messo a nudo davanti a lui.

A: "vuoi sapere qual è un pensiero che ho in continuazione?"

Mi alzai, volevo avvicinarmi a lui ma ogni passo mi sembrava così difficile da compiere, magari stavo sbagliando ma così come non avevo la forza di continuare non avevo quella di tornare indietro. Speravo che avesse già capito e che non dovessi fare altro ma dal suo sguardo non riuscivo a dirlo: sembrava confuso ma al tempo stesso comprensivo, preoccupato ma felice; sostanzialmente ai miei occhi appariva come un enorme punto interrogativo.

A: "Giorgio, a volte questi pensieri non sono un qualcosa di negativo"

Ero a pochi passi dal letto ma non riuscivo ad andare oltre, lui si alzò e mi si avvicinò.

Quando c'era lui non avevo più il controllo di me, da una parte ciò che provavo erano belle sensazioni ma dall'altra mi spaventano; penso sia così per tutti, quando ci si innamora di qualcuno.

The boy from room 8B - TheBadNautsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora