𝘾𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙏𝙧𝙚𝙣𝙩𝙖

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"Non mi hai detto che canzone siamo
E adesso non so scordarti
Che qualsiasi musica alla radio
Sembra quella nostra giusta per scappare al mare
Per svegliarsi assieme
E fare l'amore
E mangiare bene"

《CHE CANZONE SIAMO-Aiello》

Il sole splende in cielo ed è una bella giornata. Sono passati 2 giorni da quanado è successo quel che è successo e io continuo ad avere lo stesso incubo da quella sera: appena chiudo gli occhi rivedo quella scena,non credo che potrò mai cancellarla dalla mia mente,nonostante voglia farlo in ogni caso. Ho ricominciato a soffrire di attacchi di panico e non sono molto facili da calmare,soprattutto se non hai la persona giusta al tuo fianco

Sto entrando nel cortile della scuola e sento gli occhi di tutti addosso,per quanto riesca a non darlo a vedere in questo periodo non sono stabile mentalmente per questo ho deciso di cominciare ad andare dallo psicologo almeno fin quando non mi sentirò meglio. Supero il cancello ed evitando gli sguardi delle persone vado verso il mio gruppo di amici "ehi" dico con voce stanca "hei,come stai?" "Come una che ha il fidanzato in ospedale per colpa propria" "non dire così" prova a rincuorarmi Marika "È la verità Mari,dovevo esserci io li sopra e invece ce lui per una cosa che non ha fatto" dico tentando di non piangere.

Le lezioni iniziano e alla ricreazione, nell'unico momento che posso passare in pace senza disturbi vado in bagno e mi sto 5 minuti. Tornata in classe persone con cui non ho nemmeno un briciolo di confidenza cominciano a parlarmi ma io non le ascolto perché il loro unico interesse è Lorenzo "Non mi serve la vostra pietà. Se siete qui per rinfacciarmi quanto Lorenzo non si meriti di stare su quel lettino potete anche andarvene" se ne vanno lasciandomi sola con le lezioni che ricominciano. Durante la lezione di italiano mi arriva un biglietto dalla segreteria,la apro e la leggo a bassa voce

Ciao fefe
Come stai? Io mi sono svegliato da poco e so che tu sei a scuola e che probabilmente non potrai venire subito ma tranquilla dopo le lezioni ti aspetto qui,seduta accanto a me a farci le coccole e parlare come abbiamo sempre fatto

-Con amore,Lorenzo

Faccio vedere il biglietto a stella,che lo fotografa per sicurezza. Passa un po' di tempo e dopo la scuola vengo richiamata dal preside "salve signor preside" dico cordialmente "Salve signorina,si accomodi pure" chiudo la porta alle mie spalle "voglio comunicarle che insieme al corpo docente del suo corso,abbiamo stabilito che lei debba stare a casa per 15 giorni per riprendersi dall'accaduto e poi potrà tornare a svolgere le attività didattiche in totale regolarità" "se posso chiedere,perché lo state facendo?" "Abbiamo notato che il suo andamento è calato notevolmente e le evitare che ci siano ripercussioni poi dopo,le stiamo dando l'opportunità di rimettersi in sesto questi giorni" "va bene,signor preside. Come vuole lei" "A presto signorina,spero che possa stare meglio" esco dall'ufficio passo dall'aula e prendo lo zaino,per poi avviarmi verso l'ospedale

Arrivo in ospedale e vado verso la stanza di Lorenzo,sull'uscio vedo la famiglia di Lore e mia sorella "ehilà,come sta? Lo avete visto?" "Siamo stati con lui 10 minuti e poi ci hanno fatto uscire per le medicazioni" mi spiega Adriana "Vuoi entrare?" Mi chiede Enrico dopo che gli infermieri escono "siete sicuri di non voler entrare prima voi?" Chiedo cortesemente "si cara,vai pure. Noi arriviamo tra poco" Gli sorrido riconoscente e poi entro. Lo vedo con la testa girata verso la finestra e le dita che si accarezzano lo stomaco,ormai ricucito "Pensatore anche in ospedale,eh?" Chiedo e lui si gira sussultando "Amore mio,mi sei mancata vieni qui" mi fa spazio accanto a lui sul lettino e mi stendo poggiando la testa sulla sua spalla "ti faccio male se sto qui?" La mia premura nei suoi confronti non è scontata,mi preoccupo per poche persone e lui è in cima alla classifica dopo mia sorella e i miei genitori. "Amore se sei tu non potrei mai sentire dolore" "perché?" "Perche sei tu la mia medicina" adesso posso dire che nel mio stomaco non ci siano delle farfalle che svolazzano ma bensì ce uno zoo intero in movimento "Ti amo tanto Lorenzo" dico prima di accarezzargli la guancia "Ti amo tanto anche io,piccola" questa volta è lui a zittire me unendo le nostre labbra. Quando ci stacchiamo sentiamo delle mani battere "Edoardo ma sei coglione? Potevi farli stare così ancora un po' " "Sempre gentile oh! È anche mia sorella e lui non ha ancora il permesso per scambiare saliva con lei" "ma state zitto,che stai con la sua migliore amica" ridiamo tutti e racconto anche ciò che mi hanno proposto a scuola,omettendo il fatto che vengo vista come fossi la salvatrice sociale che sta con lui solo per essere conosciuta. Arrivano le 8 e l'orario di visite finisce,solitamente con lui resta la madre la notte ma stavolta la madre mi spinge a restare con lui e provare a consolarlo in qualche modo. Per tutto il tempo che abbiamo passato insieme l'ho visto col sorriso,non con l'aria di chi è preoccupato o triste "amore,sei sicuro di avere sonno?" "Si,amore sto morendo di sonno. Non vedo l'ora di uscire di qui per poter dormire abbracciato con te" dice con gli occhi già chiusi "anche io amore,anche io. Adesso dormi che sennò ti perdo nei discorsi" è l'unica cosa che gli dico prima di vederlo chiudere gli occhi e dargli un bacio in fronte


Spazio autrice
Aggiornamento serale,sono fantastica lo so. Scherzi a parte,solo io sono carica per la partita di domani contro la Svizzera? Bhe spero di non essere la sola! Detto ciò:sul mio profilo troverete il primo capitolo della storia su Federico e Benedetta,quindi miraccomando andate a leggerlo che vi osservo👀. Che ne pensate del capitolo? Spero vi piaccia,fatemi sapere che ne pensate e lasciate una stellina e un commento e ci vediamo alla prossima
-F🌍

𝗥𝗲𝘀𝘁𝗲𝗿𝗲𝗺𝗼 𝗻𝗼𝗶||𝐋𝐨𝐫𝐞𝐧𝐳𝐨 𝐂𝐡𝐢𝐞𝐬𝐚||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora