Victorian Sephtis

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_ Londra, Inghilterra, 1888

“Devo uscire per forza?” chiese Sephtis dentro alla cabina armadio: “Insomma, posso farlo anche per conto mio” Fenris scosse la testa, alzandosi nel suo metro e novantadue: “Avanti, ti ho visto anche senza vestiti, cosa vuoi che sia con un abito da sera?” sentì il medico sbuffare e la tenda color crema si aprì in un colpo solo: Sephtis aveva un abito beige in piena moda vittoriana, i capelli sciolti sulle spalle e il corsetto ancora da allacciare. 
“Sei uno schianto” sussurrò Fenris, facendogli segno di fare un giro per vedere l’abito: “Certo, se avessi delle curve anche davanti sarebbe il top” Sephtis allargò un ghigno nervoso, lanciando al suo sottoposto uno sguardo di rabbia pura: “Prova a ripetere quello che hai detto e ti faccio tornare a come ti ho trovato” Fenris sorrise divertito, avvicinandosi al padrone: “Certo, certo. Vuoi che ti stringa il corsetto?” Sephtis annuì, arrossendo lievemente: “Fa piano, è la prima volta che ne metto uno” Fenris annuì, prendendo le due stringhe che univano i due lati del corsetto: “Quanto lo vuoi stretto?” Sephtis rimase a pensare per un po’, poi scosse la testa: “Cinque centimetri” il servitore annuì, ubbidendo docilmente. 
Sephtis trattenne tutte le imprecazioni che aveva in mente, affidandosi a Fenris: “Hai fatto?” chiese, non appena sentì il servitore legare i fili dorati del corsetto: “Sì. Mi sono permesso di stringere un po’ più di quanto mi avevi chiesto, ho pensato che ti donasse di più” Sephtis girò lo sguardo con occhi assassini, facendo indietreggiare di qualche passo Fenris: “Su, su, non è poi così male, no?” il medico sospirò, guardandosi allo specchio: “In fondo è questa la moda di adesso, no?” fece un giro per vedere il vestito, poi annuì. 
Prese una sedia, una spazzola e si mise davanti allo specchio: “Non è che mi pettineresti i capelli?” chiese, osservando Fenris dal riflesso: “Sei molto più bravo di me in quello” il servitore annuì e prese la spazzola: “Posso anche acconciarli?” Sephtis annuì e chiuse gli occhi: “Ti ho sempre affidato la mia estetica perché io non ci capisco niente in quelle cose, e hai anche un buon gusto” Fenris sorrise e iniziò a pettinare i capelli color nocciola del medico. 
Iniziò a fare una treccia e la sistemò in uno chignon basso fermato da una rosa rossa: “Come ti sembra?” Sephtis sorrise e girò la testa da entrambi i lato: “Come al solito hai fatto un lavoro egregio” si alzò in piedi e si avviò verso la porta della camera: “Hai preso l’invito?” chiese il servitore, aggiustando il panciotto sotto la giacca nera: “Certo. Non capita tutti i giorni di ricevere un invito da un nobile londinese, no?” Sephtis accennò un sorriso e uscì dalla camera da letto. 
Fenris annuì, prese il cappello a cilindro e seguì il medico fino alla carrozza. 





Spazio dell'autore:
l'idea iniziale era: mmm, Sephtis in maid sarebbe carino.
Poi si è evoluta in: ma Sephtis con un corsetto sarebbe meglio...

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