Non c'era nessuno per le strade del villaggio, niente orme sulla neve fresca, gli unici segni di vita erano le poche fiammelle accese in alcune delle case.
Era notte inoltrata quando un uomo, alto e possente, attraversò la via principale per poi uscire dal villaggio, inoltrandosi nella campagna innevata. La sua destinazione era la vecchia tenuta dei Vorotnikov, una fattoria nel mezzo di enormi campi che in primavera si ricoprivano di fiori.
Entrò nell'area residenziale della tenuta, assicurandosi che la porta rimanesse chiusa e il freddo all'esterno, poi si tolse il lungo mantello nero che lo proteggeva dalla neve: "Sei tornato tardi Mert" la voce di Lukyan Vorotnikov proveniva dal salotto, l'unica stanza illuminata da un caminetto a legna.
L'uomo entrò nella stanza togliendosi anche i pesanti scarponi in pelle e mettendoli ad asciugare affianco al fuoco: "Lo so, scusa, ma ho avuto dei problemi con dei lupi selvatici" Lukyan annuì, osservando l'uomo sedersi su una sedia accanto a lui: "Ho trovato quello che cercavi" Lukyan lo fermò con un gesto della mano: "Mertvykh, il braccio" l'uomo rimase un poco perplesso a quel commento, poi sospirò e allungò il braccio destro nella sua direzione: una profonda ferita, composta da tre graffi paralleli, tagliava in due l'avambraccio.
Lukyan scosse la testa e gli fece cenno di avvicinarsi: "Te l'ho detto mille volte: devi dirmelo quando ti ferisci" aprì un vecchio bauletto in legno appoggiato affianco alla poltrona e ne tirò fuori un ago e un filo.
Mertvykh osservò attentamente i movimenti di Lukyan mentre gli suturava le ferite.
Quando Vorotnikov finì il lavoro il filo iniziò a brillare e divenne tutt'uno con la pelle attorno ai graffi, ricucendo completamente il braccio mezzo staccato: "Mi lasci sempre senza parole" sussurrò Mertvykh, muovendo le dita per assicurarsi che fosse tutto al suo posto.
Lukyan sorrise contento e tornò a guardare il fuoco, giocherellando con l'ago in ferro: "Mi stavi dicendo che hai trovato quello che cercavo" Merfvykh annuì e si avvicinò: "Sì, esatto" si schiarì la voce e iniziò a parlare: "Sembra sia un altro essere immortale seguito da due uomini non-morti, si sposta di continuo ma non si sa il perché di queste continue migrazioni. Non si sa nemmeno se sia un maschio o una femmina, ma penso che questo non sia un gran problema per te" Lukyan annuì, punzecchiandosi la mano con l'ago: "No, questo non mi importa. Hai scoperto altro?" Mertvykh annuì e proseguì con le sue scoperte: "Sembra sia capace di resuscitare i morti mantenendo la loro coscienza intatta, ma solo se morti da poco" Vorotnikov annuì in silenzio, aspettando altre informazioni, ma Mertvykh non continuò a parlare: "Questo è tutto quello che ho trovato" ammise a testa bassa.
Lukyan rimase in silenzio per qualche minuto a guardare le fiamme danzare nel camino, poi lanciò l'ago contro una cartina del suo paese: "имя*" disse, alzandosi per riprendere il punteruolo in ferro.
Mertvykh si schiarì la voce e, ancora prima che potesse pronunciare quel nome, sapeva che Lukyan gli aveva letto la mente: "Sephtis"
*in russo: "nome/il nome"
Pronuncia: imya.
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Sephtis' Adventures
Fantasy(one shot) Sephtis, essere immortale dalle sembianze androgine, gira per il mondo alla ricerca di altri esseri immortali. Non è un viaggio facile, e la sua memoria fa spesso cilecca, ma di sicuro dei cadaveri che camminano sono un ottimo passatempo.