Caldo Afoso (pt. 2)

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-Deserto del Sahara, 1890 circa

"Cosa credi sia stato?" chiese Fenrir dopo diverse ore di viaggio: "Pensi anche tu che sia stato Quello?" Sephtis annuì in silenzio, al centro della fila: "Non lo penso, ne ho la certezza" Aleaqrab li ascoltava in silenzio, consapevole di essere nuovo in quel mondo: "E' arrivato fin qui?" il cacciatore era allerta, molto più di quanto fosse prima: "No, credo ci abbia seguito" Sephtis non mostrava emozioni, non sembrava neanche smaniare dalla voglia di parlare: "Magari sono stati dei banditi" cercò di rassicurarli Aleaqrab, a capo della fila: "Certo, il fatto che non ci abbiano notato è strano, ma la vostra capanna era abbastanza lontana dalle altre" Fenrir non rispose, apprezzando quel pensiero.
"Conosci bene il deserto, Al?" chiese, invece, Sephtis, cercando di cambiare discorso: "Abbiamo bisogno di un posto in cui fermarci: abbiamo molte cose da spiegarti" il mercenario annuì e indicò il deserto alla sua destra: "Dovrebbe esserci un'altra oasi verso est, se ho capito bene dove siamo. Comunque, anche se ci perdessimo, abbiamo abbastanza provviste per tornare indietro e trovare l'oasi" il medico annuì, sorridendo dolcemente: "Allora affido a te il compito di guida" Aleaqrab annuì, spronando i cammelli ad andare più veloci.
Sapevano che qualcosa li stava seguendo ma cercarono di non farci caso, continuando il viaggio verso l'oasi più vicina. 

Le ore passavano inesorabili nel caldo torrido del deserto. 
Aleaqrab era in capo alla fila di cammelli, concentrato sul mantenere la direzione dell'oasi, mentre Fenrir e Sephtis erano dietro di lui: "Ci sono molti serpenti in questa zona" commentò il mercenario, superando delle rocce basse: "Meglio non rischiare e non scendere" Sephtis annuì, avvicinandosi a lui: "Lo sapevo, ho fatto bene a riportarti in vita" Aleaqrab sorrise e indicò delle dune in lontananza: "Dovremmo esserci quasi, spero soltanto che una volta arrivati questo fischio sparisca" lo sguardo di Sephtis divenne puro terrore e fermò il cammello: "Come hai detto?" Aleaqrab lo guardò incuriosito, fermando a sua volta l'animale: "Ho detto che spero che, una volta arrivati all'oasi, sparisca questo fischio che sento da almeno dieci minuti" Fenrir affiancò Sephtis, avvicinando la mano al pugnale che teneva alla cintura: "E' vicino" sussurrò, guardandosi attorno paranoico. 
Sephtis annuì, facendo cenno ad Aleaqrab di stare attento: "Se vedi qualcosa muoversi, saltagli addosso" il mercenario prese una delle due zulfiqar che si portava sul fianco e annuì. 
Continuarono a dirigersi verso l'oasi, lentamente, prestando maggior attenzione a ciò che li circondava, finché Aleaqrab azzardò una domanda: "Scusi, alsayid  Sephtis, mi potrebbe spiegare di chi ha paura?" Sephtis lo osservò per qualche secondo, poi sorrise: "Punto primo: non darmi del lei, non ho così tanti anni. Punto secondo: la cosa che ci sta dando la caccia è un altro essere immortale, come me" il mercenario sembrò confuso: "Un altro essere immortale?" Sephtis annuì: "Sì. Lo chiamiamo Carestia, non è esattamente un tipo ragionevole e ce l'ha un po' con me" Fenrir sospirò, avvicinandosi ai due compagni di viaggio: "Sono anni che lo abbiamo addosso, anche se di solito perde interesse in poco tempo" Aleaqrab annuì nuovamente, in silenzio, osservando i veli dell'abito di Sephtis muoversi assieme al vento. 
Non fece in tempo a sorprendersi di quel pensiero che un grido disumano squarciò l'aria. 
Il cammello di Fenrir lo disarcionò, facendolo finire con la faccia nella sabbia, mentre Sephtis iniziò a girare in tondo, osservando l'orizzonte in cerca di segni di movimento: "Cos'era quel grido?" chiese Aleaqrab, allarmato: "Era quello Carestia?" Sephtis annuì, intimando a Fenrir di risalire sul cammello, ma non riuscì a vedere il cacciatore. 
Imprecò a mezza voce, girandosi poi verso Aleaqrab: "Dammi la tua spada, ora" quello annuì e gli lanciò una delle zulfiqar, prendendo l'altra per proteggersi. 
Sephtis passò due dita sulla lama della spada, pronunciando sotto voce un incantesimo: "In the name of  doom, I allow you to Kill the Gods"  la lama si illuminò di luce dorata e delle rune antiche apparvero lungo il filo, poi tornò normale. 
"Riprendila" disse Sephtis, rendendo la zulfiqar al suo proprietario: "Con questa puoi ferirlo" Aleaqrab annuì, riprendendosi la spada: "Sembra più leggera" mormorò, osservando le rune incise sul filo della lama: "Non so se è un bene, ma succede sempre così" spiegò Sephtis: "Ma quello è l'unico modo in cui si può ferire un Essere Immortale" Aleaqrab annuì, riponendo la spada nel fodero: "E Fenrir? Dov'è?" l'immortale scosse la testa, facendogli cenno di non allontanarsi: "Sta bene, ci è già successo in passato, ora dobbiamo solo concentrarci sul fronteggiare Carestia. Sono stanco di lui" il non-morto annuì, avvicinandosi al suo novo padrone. 

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