Capitolo 18

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Questa ff è stata scritta con la collaborazione di SmileBlackSnow (Dolcesangue su EFP).




CAPITOLO 18


Harry's POV


La sera era giunta sull'isola ed a quell'ora il sonno doveva aver accolto la maggior parte delle persone risiedenti a palazzo. Eppure Morfeo non sembrava intenzionato a farmi visita, lasciandomi a far fronte ai mille pensieri che affollavano la mia mente.

Erin dormiva tranquilla al mio fianco ed il suo respiro era l'unico flebile suono che infrangeva quella notte silenziosa. Le sue ali nere e blu spiccavano contro il candore delle lenzuola, esattamente come le piume dorate che adornavano le mie appendici. Dovevo ancora farci l'abitudine, ma quei supplementi erano magnifici ed unici nel contempo.

Sospirai debolmente, chiudendo gli occhi, sperando di assopirmi.


Il fragore delle cascate doveva risultarmi assordante e fastidioso, invece accoglievo con un sorriso quel chiassoso e continuo scroscio d'acqua. L'aria era molto più umida, ma pura come solo la natura incontaminata poteva essere.

Un'insolita vibrazione provenne dal mio palmo, su cui abbassai lo sguardo. Una pietra lucida e chiara giaceva nella mia mano aperta. Una pietra che racchiudeva un grande potere al suo interno.

<< Erin >> sussurrai.

Alzai il braccio e lanciai quella pietra tra le acque cristalline ed impetuose del fiume.

Nessuno sarebbe mai riuscito a trovarla in quel luogo.


Aprii gli occhi e mi sedetti con uno scatto, respirando con affanno.

Dalla finestra riuscii a scorgere le prime luci dell'alba. Mi alzai, arrancando a causa delle gambe tremanti, finchè non poggiai le mani sulla mensola di pietra. La brezza fresca carezzò il mio corpo sudato, facendomi rabbrividire e stringere le ali contro la mia schiena. Le piume erano tiepide e riuscirono a placare i tremori che mi scuotevano lievemente.

Una strana inquietudine mi colse all'improvviso, prima che un gemito lasciasse le labbra di Erin. Mi voltai di scatto, scorgendo la mia donna agitarsi tra le lenzuola con un'espressione terrorizzata a distorcerle i lineamenti.

Tornai subito sul letto, sedendomi accanto a lei.

<< Erin >> la chiamai.

<< N-No >> mormorò.

Ora le emozioni che coglievo si erano intensificate: paura, dolore, ansia. Erin stava sicuramente avendo una visione su un avvenimento catastrofico, probabilmente fatale.

Lei, che era l'Angelo della Morte, ne era capace. Era la sua 'condanna', il suo potere più forte. Le sue premonizioni erano incentrate esclusivamente su quel terribile momento, al contrario di Apocalisse che poteva vedere 'tutto'.

<< Erin >> provai a svegliarla ancora.

Le sue palpebre si alzarono, mostrandomi i suoi occhi azzurri. Terrore e sofferenza erano le uniche emozioni presenti nel suo sguardo.

<< Amore, calmati >>. Le carezzai la guancia, continuando a fissarla.

Erin iniziò a placarsi, coprendo con la sua la mano che tenevo sul suo volto.

Pentalpha - Il segno dei cinqueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora