The cut

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Una ragazza iniziò ad essere picchiata malamente, dal dolore cadde a terra piegandosi su se stessa, gli usciva del sangue dal naso, iniziai a tremare e l'unico pensiero che potevo avere era ringraziare dio che non fossi stata io al suo posto, un pensiero egoistico ma non potevo farne a meno.

Dalla paura non mi resi conto dell'arrivo di qualcuno che iniziò a guardare la scena proponendola interessante.

Era lui, l'uomo meschino dagli occhi spenti e agghiaccianti che mi aveva sfigurato la mente e il corpo.

<<(Smettetela oppure la ucciderete prima del previsto)>> disse il corvino con il suo tono tedesco, serio e deciso intervenendo sull'accaduto, posizionato sul muretto accanto all'entrata della stanza a mani incrociate, di fronte a tutti i presenti.

'prima del previsto?' pensai.

I soldati scomposti si rimisero in ordine, e quasi spaventati da quell'uomo di ghiaccio smisero immediatamente di calpestare la povera ragazza.

<<(Smettere? Eppure è solo spazzatura.)>> Uno di loro disobbedí all'ordine del più grande e iniziò a strattonare la ragazza in malo modo.

Non riuscivo più a guardare la scena straziante davanti ai miei occhi. Stavo per distogliere lo sguardo quando improvvisamente vidi il corvino atterrare il soldato, colpendolo con un pugno nello stomaco.

<<(Non osare disobbedire i miei ordini, soldato)>> disse senza scomporsi e degnare uno sguardo alla sua vittima.

<<(Capitano Ackerman, mi dispiace per il casino che ha creato questo soldato, è un novellino, mi prenderò le sue responsabilità.)>> Sputò impaurito uno dei soldati sotto le occhiatacce del corvino, chiedendo perdono.

'Ackerman... Sarà il suo cognome?' perché mi iniziò ad interessare? Me lo stavo chiedendo anche io.

<<(Tch, seccature)>> roteò gli occhi annoiato e li incrociò con i miei, realizzando chi fossi, ghignò.
Mi spaventai, iniziai a tremare ma non distolsi lo sguardo dal suo nemmeno un secondo.

Mantenendo lo sguardo su di me, il corvino si avvicinò all'uomo incaricato di privarci dei capelli, sussurrandogli qualcosa all'orecchio che attirò la sua attenzione. L'uomo annuì, senza dire una parola, il soldato poi si allontanò silenziosamente.

Noi ragazze restammo tutte raggruppate, ancora impaurite dall'accaduto. Tuttavia, mi affrettai a soccorrere la ragazzina caduta, aiutandola ad alzarsi e mettendola in fila prima che i soldati potessero rivolgerci nuovamente delle minacce.

<<Tutto ok?>> Chiesi con un filo di voce alla povera fanciulla.
<<Oh... Si, s-sto bene.>> Mi rispose, alzando due grandi occhi azzurri pieni di lacrime verso il mio viso.
<<Come ti chiami?>> Bisbigliai, cercando di rassicurarla.
<<Crhista.>>
<<Davvero un bellissimo nome! Io sono t/n>> dissi sorridendogli a trentadue denti, posizionandola dietro di me sulla lunga fila che si era appena creata.
<<G-grazie>> rispose lei arrossendo.

'I suoi capelli assomigliano a filamenti d'oro, sarà un peccato.'

Passarono alcuni minuti e la stanza si riempì sempre di più di teste rasate, insieme al rumore delle forbici dal manico rosso sangue impugnate dal barbiere, finché arrivò il mio turno.
Mi accingevo a sedermi quando il barbiere mi interruppe.

<<No, tu no.>> rispose l'uomo, rimasi immobile.

'cosa io no?'

<<I tuoi capelli non verranno tagliati, quindi vai dalla altre, hundin.>> Sputò acida la donna di prima dagli occhi gelidi, tirandomi i capelli e trascinandomi al gruppo di ragazze che avevano appena finito la rasatura.

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