07 - Il conforto di un abbraccio

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"La smetti di fissarmi?", disse quasi ringhiando Schlatt, girò la testa con uno scatto per guardare Mexican Dream che lo fissava, seduto sul vuoto del petrolio.

Mexican Dream fece scorrere le dita sull'erba, abbassando lo sguardo dall'alcolizzato, "Scusa, amico", disse con un sorriso; poi con un balzo saltò in piedi, correndo fino a Schlatt, come se avesse già dimenticato tutto, "Facciamo un gioco", disse soltanto.

Schlatt si tirò indietro, allontanando la sua faccia dalla maschera dell'altro, "No", disse con sicurezza, alzando con una mano la bottiglia e bevendone un grande sorso, non aveva voglia di seguire le stupide richieste dell'altro.

"Per favore, amico", disse Mexican Dream appoggiando le mani sul tavolo dell'altro e sporgendosi sempre più verso di lui, "Solo un gioco".

"Smettila", disse Schlatt tirando un forte colpo sul tavolo, facendolo tremare con un forte rumore.

"Dai amico".

"La potete smettere?", Wilbur li aveva osservati per l'ultima decina di minuti e si era decisamente scocciato di quei due che battibeccavano continuamente, "O tu accetti", disse accennando a Schlatt, "O tu ti fermi", disse a Mexican Dream.

"Dai, amico", Mexican Dream fissò con intensità Schlatt ignorando del tutto le parole della terza persona.

Un sonoro sbuffo uscì dalla bocca dell'ex-presidente, e l'altro lo interpretò come un si, "Bene amico", disse risedendosi sull'erba e guardandolo l'alto dal basso, "Puoi bere ogni tre ore", staccò un filo d'erba da terra, "E ti darò un premio".

Schlatt guardò di striscio la bottiglia appoggiata sul tavolo, poi aprì la bocca per dire un sonoro no; ma fu come se qualcosa l'avesse bloccato, una remota parte di lui sapeva che era sbagliato bere in quel modo, ma tanto erano morti, che cosa sarebbe cambiato?

"Sentiamo", disse comunque, sistemandosi meglio sulla sedia, come valutando la proposta di quel pazzo.

"Vediamo", Mexican Dream si alzò e cominciò a girare mestamente intorno al tavolo - che lui vedeva come una grossa pietra in mezzo al prato - poi ci si appoggiò sopra, "Posso darti un abbraccio, amico".

"Sei serio?", Schlatt non sapeva se mettersi a ridere o se prendere a pugni l'altro, che sembrava comunque serio, per quel che poteva.

"Serissimo amico", disse Mexican Dream andando dietro alla sedia di Schlatt, in modo che lui gli stesse di spalle, poi lo abbracciò con tutta la forza che aveva, affondando la maschera nella nuca dell'altro, che si irrigidì immediatamente.

Schlatt non poteva vedere la faccia dell'altro, ma quel contatto inaspettato gli fece davvero strano; sentiva come qualcosa bloccato nel suo petto che quasi lo faceva piangere, l'ultima persona che lo aveva abbracciato in quel modo era stato suo figlio.

Senza neanche accorgersene con una mano strinse forte il braccio di Mexican Dream, che rimase semplicemente ad abbracciarlo, piano piano si rilassò sempre di più, sentendosi decisamente meglio.

Forse non era una proposta così inutile.

Il messicano era rimasto - giorni? - a guardare Schlatt; ogni volta che prendeva un sorso di quella bottiglia gli si stringeva il cuore, Schlatt era decisamente una persona triste e scorbutica, ma sotto sotto sapeva anche fare del bene, ricordava - anche se con un po' di fatica - che era stato proprio Jonathan ad andargli accanto quando quell'entitá l'aveva fatto svenire; doveva in tutti i modi restituirgli il favore.

Wilbur era seduto a qualche metro di distanza, accasciato in uno degli angoli della sua fermata; la visione di quei due abbracciati era alquanto strana, ma sembrava confortante.
Girò la testa con uno scatto, "Non devo distrarmi", disse con voce sconsolata, "Devo uscire da qui ed uccidere Dream", disse strascinando la voce, "E Tommy- no, ma che diavolo dico?", si portò le mani alla testa, "-e quelli con Dream", cercò di calmare il suo respiro, "Poi devo fare esplodere L'Manberg", disse con un sorriso, "Aspetta", scosse la testa, "No, L'Manberg è già andata- posso ricostruirla?", guardò a terra, cercando di evitare di vedere gli altri due, "Devo distruggere".

Quello che viene dopo || Dream SMPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora