Ormai erano passate ore - oppure mesi? - da quando Tommy era morto. Il ragazzo se ne stava per lo più da solo ignorando gli sguardi di Schlatt e le continue attenzioni di Mexican Dream; l'unica persona da cui avrebbe voluto avere una qualche reazione invece lo aveva altamente ignorato fino ad adesso e sembrava intenzionato ad andare avanti; Tommy non riusciva a comprendere il perché di tutto ciò.
Tommy stava come al solito fissando il suo vuoto, la testa rivolta verso quella luce lontana che brillava imperterrita, vicina e lontana allo stesso tempo. Che cos'era? Una volta aveva provato a raggiungerla ma quel senso di sentire tutto e niente aveva ricominciato ad aumentare ad ogni passo, quindi arrancando Tommy si era costretto a tornare indietro.
"Wilbur", Tommy si sedette accanto ad il suo comandante, nonché suo fratello e la persona che più odiava ed amava al mondo. Rimase lì a guardarlo ma non sapeva neanche cosa dire. "Wilbur", ripeté Tommy cercando di attirare l'attenzione di quest'ultimo, che anche se a qualche centimetro da lui non lo guardava neanche in volto rimanendo girato dall'altro lato con il viso perso nella sua fermata poco illuminata, il ragazzo non riusciva neanche a capire se Wilbur l'avesse ignorato apposta oppure se non l'avesse neanche sentito, perso com'era nei suoi pensieri.
"Tommy, cos'è successo a L'Manburg?", chiese tutto d'un tratto Wilbur girandosi con uno scatto verso Tommy e guardandolo con aria indecifrabile.
"Io-", Tommy si spostò leggermente indietro, se fino ad un secondo prima aveva solamente voluto guardare l'uomo che un tempo aveva più adorato, adesso desiderava solamente che lo lasciasse in pace. "L'hai fatta esplodere", disse con un filo di voce, "Wilbur, volevo chiederti-".
Il comandante lo interruppe con un gesto della mano. "Cos'è successo dopo? Cosa sta succedendo adesso?", guardò Tommy con sguardo di fuoco.
"Io- Wilbur non ha importanza!", Tommy lo guardò con uno sguardo un sconsolato, "Siamo morti, cazzo", scosse la testa non riuscendo più a guardare Wilbur, "E poi dovresti saperlo, no? Tu ci sei nel mondo dei vivi".
"Cosa?", Wilbur non capiva, che cosa aveva appena farneticato Tommy? Lui nel mondo dei vivi? Forse Tommy era impazzito dopo la sua morte e soffriva di allucinazioni? Di certo anche l'aspetto non lasciava intendere che se la passasse bene, era pieno di lividi - che non facevano male - aveva i vestiti strappati ma soprattutto quel perenne sorriso e l'umorismo tagliente e spesso indesiderato che una volta componevano la sua persona erano spariti, lasciando spazio a quello che sembrava un bambino sospinto a caso dal vento, senza una meta a cui arrivare od una casa a cui tornare.
"C'è il tuo fantasma lì", disse Tommy indicando il nulla, "Sei lì che giri spensierato da mattina a sera con una pecora blu", Tommy sentì le lacrime arrivargli agli occhi, aveva desiderato così tanto rincontrare Wilbur, ma non in questo modo. "Cazzo, sono stato con te praticamente tutti i giorni da quando è apparso il tuo fantasma!".
"Di cosa stai parlando?"
Tommy spalancò gli occhi, "Quindi non eri neanche tu?", si portò una mano in faccia, sentendo gli occhi così stanchi da poter svenire da un momento all'altro. "Non lo so, allora, ma c'è un fantasma nel mondo dei vivi che ti assomiglia, lo chiamiamo Ghostbur", disse a Wilbur, poi a bassa voce aggiunse più per se stesso che per altri: "Ovvio che non fosse Wilbur, era troppo gentile". Ci fu qualche secondo di silenzio, in cui Tommy cercava di racimolare le idee. "Wilbur", disse poi, la voce rotta dalla disperazione, "Ma noi siamo davvero morti?".
Wilbur non lo stava neanche ascoltando, aveva la testa persa chissà dove, a pensare solamente al suo ritorno. Quindi c'era un fantasma con le sue sembianze, loro due erano collegati? Potevano in qualche modo unirsi? Questo Ghostbur poteva fargli da tramite in qualche modo?
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Quello che viene dopo || Dream SMP
FanficQuando Schlatt aveva capito di stare per morire aveva accolto quell'idea con terrore, ma forse l'unica cosa che desiderava veramente era la morte: il nulla, scomparire e lasciarsi indietro i suoi peccati. Ma dopo la morte non c'era il nulla. Dopo la...