Dopo la nuova scoperta fatta non ho fatto a meno di fare ricerche per tutta la notte, maree di articoli su archi temporali mi hanno impedito di chiuder occhio e mi ritrovo qui a quelle che dovrebbero essere le sei di mattina, se il tempo è corresse, davanti al mio pc a sperare che l’alba attraversi il cielo, ma non lo fa ormai da molto. Il giorno è una presenza costante qui e la notte mi manca così tanto, il momento in cui tutti i pensieri iniziano a fiorire, che siano brutti o buoni, tu sei lì ferma per la prima volta nell’arco della giornata e non puoi far altro che farli scorrere, ascoltarli e capirli, a volte riescono a mangiarti e a farti credere di non essere abbastanza, altre volte ti cullano e ti danno consigli. Non fraintendetemi, tutti noi qui continuiamo a pensare nonostante la luce sia l’unica cosa che ci accompagni, ma la notte ha una magia che facilmente dimentichi.
Mentre mi perdo nei miei pensieri vedo una luce che ricorda un piccolo fulmine nel cielo, non mi sembra di averlo mai notato prima, devo dirlo almeno a Murph , credo sia l’unica in grado di darmi una risposta concreta.
Giungo dopo una breve camminata a casa sua e non riesco a non fermarmi a guardare le nostre foto di un tempo, di quando eravamo piccole e spensierate. Mi soffermo su una foto, quella di un pomeriggio in cortile, il pomeriggio della festa di compleanno di suo fratello Noah , sin da quando eravamo bambine trovavamo scuse per fargli scherzi e lui non faceva a meno di ricordarci di quanto fossimo piccole e stupide, nonostante i suoi soli due anni di più.
Proprio mentre sto osservando la foto arriva Noah.
-Capita anche a me di osservarla a volte- mi dice mentre entra dal retro della casa sorridendo e aggiustando la sua maglia da basket che mette quando è nostalgico.
-Mi dispiace che tu non sia potuto andare al college per questa situazione- dico voltandomi dopo aver sentito la sua voce.
-Non importa, forse non era quello che volevo- risponde lui.
- Avevo bisogno di te all’inizio di tutto questo- mi rivolgo a lui arrabbiata, avevamo una relazione un tempo, ma lui aveva scelto di lasciarmi prima di partire, anche se non ha potuto più farlo.
-Mi dispiace per tua madre Trix, ho viaggiato per la città con un camper, era difficile per me rivedere casa- dice con le lacrime agli occhi, non riuscendo nemmeno a guardarmi e all’improvviso mi tornano in mente i pomeriggi al parco, quando non smettevamo di ridere e fissarci e i miei occhi color nocciola si perdevano nei suoi simili agli alberi che ci circondavano.
-Credi che per me non sia stato difficile perdere mia madre e non averti accanto nemmeno per un minuto?- dico nonostante i bei ricordi passati, non ho mai portato rancore, non mi è mai appartenuto, ma averlo amato mi ha distrutto in un momento in cui non potevo permettermelo. Aveva giurato che ci sarebbe stato e se n’è andato quando il mondo mi è crollato addosso.
-Trix stai salendo? Non tutti possono ascoltare le scoperte della squadra speciale- urla all’improvviso Murph dal piano di sopra.
Decido di salire piuttosto che continuare quella conversazione che sapevo non avrebbe mai avuto un lieto fine.
-Mi dispiace- mi ripete ancora una volta Noah mentre salgo le scale.
Non gli rispondo e mi dirigo verso la camera di Murph, entro sorridendo non facendole notare il mio stato d’animo. Sa tutto di noi, ma Noah è pur sempre suo fratello. Le spiego subito la situazione, ma sta volta sembra non comprendere ciò che succede.
-Forse ci serve l’aiuto di Jeremy- dice mentre prende il telefono per chiamarlo, ma so che non ha finito il discorso-Sai forse mi piace- continua ridendo.
Finisco per ridere assieme a lei e rifletto su ciò che ha passato ed è riuscita ad affrontare, capisco le paure che ha superato nel corso della sua vita e non posso fare a meno di essere fiera di lei e di ogni cosa bella che le accada.
Murph è una ragazza timida e spesso la sua mente genera complessi che ogni ragazza di solito ha alla nostra età, non vuole legarsi a nessuno per questo e spesso si chiude nei suoi pensieri, ma finisce sempre per innamorarsi del primo ragazzo che le dà attenzioni, probabilmente per via delle mancanze del padre sempre troppo assente per il lavoro. Non l’ho mai vista davvero presa, ha chiuso molte relazioni eppure non ha mai sofferto per nessuno. A volte scompare e ad un occhio sconosciuto può sembrare disinteressata o quasi egoista, ma la realtà è che a volte non riesce a prendersi cura nemmeno di se stessa ed estraniarsi dal mondo le pare l’unica soluzione possibile. Jeremy mi sembra quello giusto per lei, un ragazzo maturo pur essendo di due anni più piccolo e un ragazzo che forse potrebbe farle tornare la felicità che non vedo nei suoi occhi da tempo.
-Sai credo che sia il miglior ragazzo che fin ad ora ti sia piaciuto- le dico continuando a ridere.
Capiamo ben presto però che la situazione è molto seria, quindi decidiamo di chiamarlo.
-Hai per caso visto qualcosa da lì?- domando appena ci risponde.
-Niente di nuovo, perché?- chiede a sua volta incuriosito.
Gli spiego la situazione e cerca il suo binocolo per capire se ci sia qualcosa nella zona in cui c’è stato quel piccolo fulmine.
-Cazzo- esclama dopo vari minuti.
- Che succede?- gli chiede Murph essendo preoccupata.
-C’è una persona, qualcuno che non è mai arrivato prima in città, un forestiero- ci risponde immediatamente Jeremy.
Murph ed io stacchiamo la chiamata e ci dirigiamo stupite da Bellamy, l’ultimo del gruppo che conoscerà la nuova scoperta avvincente.
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Evergreen-la città dal tempo zero [COMPLETA]
Science FictionCompleta Primo libro della futura trilogia "Evergreen" Cosa potrebbe succedere in una città in cui il tempo si ferma improvvisamente per sempre? È l'1 Settembre 1990, siamo a Evergreen, una piccola città londinese e tutto sta per cambiare inevitabi...