After. 3

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Come stabilito, alle dieci scesi le scale verso la porta d'ingresso
"dove vai?" Mi bloccò la voce di mio padre
"Con amici" risposi chiudendomi la porta alle spalle velocemente, per evitare che mi facessero ancora domande.

Beh, con amici un paio di palle! Conoscevo a malapena Giorgio, Giulio era chissà dove a fare non so cosa con Adele e mi aspettava una serata diversa.

Mi sistemai i le calze sotto ai miei stivaletti in attesa che il cancello si aprisse del tutto. Quando mi rimisi in posizione eretta l'imponente figura di Giorgio mi si presentò davanti, portava dei jeans neri, una maglietta larga, una giacca di pelle e un paio di sneekers, spostai i capelli su una sola spalla molto imbarazzata
"Ciao" bisbigliai
"Ehi" rispose lui squadrandomi con un ghigno sulle labbra, vedendo che non rispondevo fece un cenno verso una moto posteggiata poco lontano dal mio portone e in silenzio ci avviammo verso essa, tutto ciò che disse quando salimmo fu "tieniti" ed io imbarazzata circondai i suoi fianchi con le braccia, le sue mani strinsero i manubri e diede gas.
Durante il tragitto mi domandai ripetutamente perché stavo andando con lui, così fermandoci ad un semaforo gli domandai "dove stiamo andando?"
Mi guardò dallo specchietto "in un locale" tagliò corto.
Perché aveva tanto bisogno di qualcuno?

Quando arrivammo la musica sfondava i timpani, mi guardai intorno fermandomi un secondo, era un quartiere che non avevo visto nemmeno da piccola. Poi sentii una mano afferrarmi il polso e mi risvegliai dalle mie osservazioni seguendolo.
Entrammo e alle dieci e mezza già l'aria era straziante, mi strinsi alla maglia di Giorgio urlando quando un ragazzo mise una mano sul mio sedere
"Staccati coglione!" Lo intimò Giorgio polverizzandolo con gli occhi il ragazzo che fece subito ciò che gli era stato detto
"Grazie" dissi alzando lo sguardo verso il ragazzo che mi stringeva, mi lasciò subito dopo come fosse scottato, poi il suo sguardo si spostò su qualcosa oltre le mie spalle "andiamo" disse prendendomi per il polso, le nostre altezze erano completamente differenti ed in quel momento non mi sentii più intimorita da lui.
Camminammo in mezzo alla pista, le persone stavano accalcate, strusciandosi in modo poco casto, gente ubriaca e sudata, non capivo cosa c'era di divertente in tutto ciò.
Ci fermammo davanti ad un tavolo, i ragazzi che vi stavano attorno alzarono gli occhi quando Giorgio vi si parò difronte
"Mostro" biascicò un ragazzo
"C'è l'hai?" Domandò andando al punto, un altro dei ragazzi fece scivolare una birra sul tavolo "chi è questa bellezza?" Domandò un altro mentre io strinsi tra le mani la stoffa della giacca di Giorgio
"Nessuno" rispose secco guardandomi.
Già nessuno, ma infondo cosa pretendevo da uno come lui?
"C'è l'hai un nome?" Fece ancora quel ragazzo
"Eleonora" risposi spostandomi al suo fianco
"Devo ammettere che è un piacere" il suo sorriso era contaminato da un espressione contorta mentre i suoi occhi mi studiavano
"Non sono qui per questo" fece Giorgio parandosi davanti a me, guardai sul tavolo, la birra era ancora lì, intatta, chiaro segno che non saremmo rimasti per molto. Allora un ragazzo si alzò e gli venne in conto, occhi verdi, alto quasi quando lui, gli si avvicinò e in modo rapido si scambiarono qualcosa che non ben individuato, non mi ci volle molto a capire che non era erba.
"Vorrei tanto sapere cosa ti passa per la testa, ultimamente sei per i cazzi tuoi, praticamente ti sei perso in te stesso"
"Ho tante cose per la testa" disse lui afferrando la birra dal tavolo prima di voltarsi e mettermi un braccio intorno alle spalle, rimasi confusa da quel suo semplice gesto.

Ripensai a quando Lucas faceva lo stesso, mi cingeva sempre le spalle, mi resi conto che erano due tocchi completamente diversi, quello di Lucas era gentile, era una specie di abitudine che mi faceva stare bene, mentre Giulio aveva una stretta quasi protettiva, come se avesse paura di qualcosa.
Una fitta asfissiante mi colpì al petto.
Nostalgia.
Nostalgia di quei piccoli gesti.
Di quei sorrisi rassicuranti.
Nostalgia di Lucas.
Mi voltai verso Giorgio che ci faceva spazio tra la massa di gente sulla pista, spingendo e ricevendo alcuni insulti.
I suoi lineamenti, se pur duri, erano attraenti e maturi e il suo piercing sul labbro inferiore intrigava maggiormente, quando si voltò verso di me scostai il mio sguardo imbarazzata, lo guardai di sottecchi notando che stava sorridendo.
Quando finalmente uscimmo si fermò scostando il braccio per afferrare una sigaretta dalla sua tasca "grazie per essere venuta"
"Figurati, non avrei avuto nient'altro da fare" accennai un sorriso
"Cosa ti va di fare? Vuoi tornare a casa?" Chiese aspirando avidamente la sua sigaretta
"Beh, se tu hai altro da fare, puoi andare" domandai imbarazzata, qualcosa in me, forse una piccola parte, chiedeva che rimanesse con me, sentii quasi il bisogno di dirglielo e così, mentre i nostri occhi si scrutavano un "andiamo" fu soffiato dalle sue labbra, mi scappò un sorriso "ti faccio vedere una cosa" continuò mentre andavamo verso la sua moto.

Rose nereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora