Ragazzi scusate ma ho deciso che la storia chiude qui per problemi personali e problemi con l'iPad.
Vi ringrazio per aver letto e seguito la mia storia, ma è arrivato il momento di chiudere dato che questa storia non la riesco a sentire più mia spero riusciate a godervi quel poco che è rimasto.Chiusi la cerniera della mia grande valigia e mi voltai verso la mia camera ormai vuota per controllare se avevo preso tutto; alzai il trolley col magone ed indossai gli occhiali da sole sentendomi confusa.
"Sei pronta?" Chiese mio padre, io annuii prendendo la borsa in spalla.
Sempre in viaggio.
Mai una volta che rimanessi nello stesso posto, no. Ero sempre pronta ad andare via, ma non sapevo nemmeno se era quello che volevo, in realtà sapevo che era ciò che i miei genitori desideravano.
Salii in macchina, altri tre anni fuori.
Avevo sentito tutta la sera i ragazzi, Giorgio mi aveva promesso che sarebbe venuto a trovarmi e così anche Adele e Giulio.Arrivai alla stazione dei treni e i miei genitori scesero con me, arrivammo un'ora e mezza prima perché loro dovevano andare a lavoro
"Mio dio come stai crescendo, ormai sei una donna" disse mia madre abbracciandomi, ma era un abbraccio gelido e vuoto, come la mia testa in quel momento. Anche mio padre mi strinse tra le braccia, ma non disse nulla se non baciarmi la testa "sii sempre attenta" disse sciogliendo l'abbraccio
"Se volete potete anda-" non riuscii più a parlare per l'emozione vedendo tutti i ragazzi guardarsi intorno, erano lì per me.
Erano tutti lì.
I miei genitori si voltarono a guardare ciò che guardavo io.
Poi Adele mi vide e allora corremmo ad abbracciarci "come farò?" Disse ridacchiando "a badare da sola a tutti loro?"
Risi anch'io "a questo non c'avevamo pensato"
"Eh no"
Salutai tutti ma poi mi guardai intorno confusa "Giorgio?"
"Era a posteggiare" disse Luca passandomi un braccio intorno alle spalle.
Finalmente arrivò ed io alzai debolmente la mano per farmi vedere, lui mi sorrise, ma era un sorriso veramente leggero, quasi forzato.
Mi baciò sulle labbra fregandosene della presenza dei miei genitori "come stai?" Mi domandò circondandomi la schiena
"Non sono proprio convinta che sia ciò che voglio"
"Puoi sempre rimanere qui"
"Sei ancora qui tu" enunciò mia madre verso Giorgio
Lui annuì con un sorriso scaltro "credo che starò qui ancora per un pò" disse guardandomi ed io sorrisi a mia volta.Quando salii sul treno il cuore mi batteva forte, continuavo a salutare i ragazzi da dietro al vetro del vagone, Adele piangeva ed io cercai di essere forte e trattenermi, almeno fino a quando non fossi partita.
Andai via nuovamente, lasciai un pezzo di me in tutti quei ragazzi ma lasciai il pezzo più grande a Giorgio che mi aveva fatta innamorare.
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Rose nere
FanfictionÈ incredibile a pensarci, ci vuole una vita per essere felici ma una notte per tornare alle origini della tristezza. Ci vuole un secondo per stravolgere la tua vita, per innamorarti, per provare odio e per essere viva, ma soprattuto per andarsene. ...