Black. 7

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Quando mi svegliai delle braccia forti mi cingevano la vita.
Non avevo la minima intenzione di alzarmi, così mi voltai verso Giorgio. Le sue ciglia sfioravano i suoi zigomi mentre le sue labbra carnose erano leggermente socchiuse mentre respirava tranquillamente.
Tracciai con l'indice i contorni del suo viso, sfiorai i suoi occhi, il suo naso ed in fine le sue labbra, quando tracciai il loro contorno e quando sfiorai la sottile linea che le divideva la punta del mio indice venne catturata da esse.
Ridacchiai "buongiorno" disse mentre le sue braccia mi portavano sopra di lui
"Giorno" fece lui ancora con gli occhi semichiusi.
Tenevo le gambe ai lati del suo bacino, posai la testa sul suo petto scoperto mentre mi toccava i capelli
"Cosa vuoi fare oggi?" Mi chiese, alzai il viso lasciando che i miei capelli finissero sul cuscino ed intorno al suo viso.
"Ho sonno" dissi mentre lui si alzava aprendo la finestra
"Guardiamo un film?" Propose prendendo una sigaretta dalla sua giacca di pelle posta sulla poltrona nera all'angolo della camera.
Mi alzai seguendolo verso la finestra, poi uscii una sigaretta dal suo pacchetto. L'accesi aspirando
"Che film guardiamo?" Chiesi sistemandomi la sua felpa sulle gambe
"La casa?" Odiavo i film horror
"La bella e la bestia"
"Annabelle" protestò lui guardandomi negli occhi
"La fabbrica di cioccolato" erano film stupidi, ma saremmo comunque arrivati a un compromesso.
"E cresci!" Si lamentò, io aspirai avvicinandomi a lui maggiormente, poi tracciai la linea dei suoi addominali, dei bicipiti fino ad arrivare all'ombellico lentamente
"Immaginati, mentre ci vediamo un film dolce" feci segno verso al letto "coricati" continuai soffiandogli il fumo in viso, lui si leccò il labbro inferiore, ma un ghigno nacque sulle sue labbra
"E se..." Gli mollai un pugno sul petto e lui rise
"Allora mettiamo quello che dico io" disse lui lanciando il filtro dalla finestra, aspirai ancora "va bene, basta che smetti di chiedermi di venire a letto con te" lui sorrise vedendo il mio imbarazzo crescere
"Sei così piccola" disse alzandomi il voltò
"Basta che tu non n'è approfitti" dissi tornando a letto dopo aver finito, balzai sul posto quando mi lasciò un pizzcotto sul sedere "Giorgio!" Urlai mentre lui se la rideva.
Mi sedetti sul letto, aspettando che Giorgio mettesse il film.

"Verrai stasera?" Mi chiese mentre tenevo la testa sul suo petto orripilata dalle scene del film
"Dove?" Domandai a mia volta essendo all'oscuro
"Io è Giulio ci esibiamo in un locale" disse sorridendo
"Avete una battle?" Chiesi ancora
"No, una specie di concerto se lo vuoi chiamare così" disse guardando la tivù
Gemette quando mi sedetti sulla sua pancia facendolo ridere "quando volevi dirmelo?"
"Magari anche stasera" disse lui rivolgendomi lo sguardo
"Certo che vengo! Il mio migliore amico si esibisce" dissi notando il suo sopracciglio sinistro inarcarsi
"E anche tu ovvio" continuai mentre con rapidità mi afferrava per la vita facendomi stendere, ci guardammo negli occhi e poi lo baciai, prima di tornare a guardare il film.

Quel pomeriggio tornai a casa e corsi subito nella mia stanza per darmi una sciacquata e per cambiarmi.
Aprii l'armadio prendendo un abito corto, nero con uno scollo profondo sulla schiena e un paio di converse tutte nere, non ero tipo da tacchi alti o roba del genere.
Mi truccai e lasciai i capelli sciolti.
Passò a prendermi alle nove e mezza con la sua moto.
Aprii il cancello attraversando il vialetto, era appoggiato alla vettura mentre utilizzava il cellulare
"Ehi" dissi arrivando a qualche centimetro da lui, che posò il telefono nella tasca del suo chiodo in pelle
"Hai mangiato?" Mi chiese di botto
"No, perché?" Domandai mentre mi baciava la testa
"Vieni, non puoi stare digiuna tutta la sera" salimmo sulla sua moto.

Quando finii di mangiare insistette per offrirmi la cena e quando vinse lui uscimmo e andavo verso il locale dell'esibizione.
Entrammo, ma alle dieci quel luogo era ancora chiuso, così entrammo dalla porta sul retro trovando già Luca, Giulio, Adele e Valerio
"Alla buon'ora" ci schiernì Valerio, Giorgio non rispose, mi tolse semplicemente il braccio da intorno alle spalle andando a salutare i ragazzi, io abbracciai Adele "hai qualcosa da dirmi?" Fece lei stringendomi
"Probabile" mi scostai sentendo qualcuno parlare.
Credo che fosse l'organizzatore per via delle specifiche indicazioni che fornì ai due ragazzi. Poi ci invitò ad uscire da dietro le quinte.

Alle dieci quell'uomo urlò "siete pronti alle bestie del rap?" Cominciammo ad urlare mentre con Adele e Valerio ci mettemmo sotto al palco.
Meno di un quarto d'ora dopo Valerio era da qualche parte con una ragazza mentre io è Adele urlavamo e cantavamo i loro testi.

"Adesso canto una dei miei ultimi pezzi, si intitola La mia Rihanna. È per una ragazza che è qui. Ciao stronza"
Urlò al microfono, io in risposta gli alzai il terzo dito e lui mi lanciò un'asciugamano sudato, io lo presi tra due dita mentre Adele mi guardava "è per te?"
Io annuii sentendo il sangue affluire alle guance. I suoi occhi si spostavano dal pubblico a me mentre io cantavo a bassa voce il testo che portavo segretamente nel cuore.

Quando finirono l'esibizione era circa l'una del mattino, con la mia amica ci dirigemmo all'entrata come stabilito con i ragazzi.
Ma quando arrivammo le mie sopracciglia si corrucciarono per via dello spettacolo che mi si presentava davanti, sentii qualcosa al centro dello stomaco.
Giorgio stava lì, in mobile a guardare una ragazza che stretta nei suoi abiti poco casti si strusciava in modo ripugnante su di lui, lui le disse qualcosa scusandosi ma lei lo afferrò per la maglia
"Per chi era dedicata quella canzone, perché, sai... Mi piacerebbe essere la tua Rihanna" disse tracciando con l'indice il centro del suo petto fino al bottone dei suoi jeans, Giorgio la guardava in modo strano, stringendo i pugni.
Ero presa da uno strano fastidio, nel vedere quella ragazza toccare lui. Così mi avvicinai sentendo la risata di Adele nascere dietro di me.
Le diedi un colpetto sulla spalla, era poco più alta di me, lei si voltò infastidita. Giorgio ghignò
"E tu chi sei?" Disse squadrandomi
"La sua Rihanna" fui prepotente, ma non mi dispiacque.
"Io avrei detto una bambina di sedici anni"
"Beh, ti sbagli" dissi scrollando le spalle.
Giorgio guardava la situazione divertito mentre la ragazza davanti a me fremeva dalla rabbia.
"E adesso perché non alzi quei tacchi da zoccola e vai via?" Dissi ancora indicando dietro le sue spalle, lei fece minacciosa un passo avanti intimidatoria "beh, lui non si metterebbe mai con una verginella come te"
Sgranai gli occhi ma non le risposi, non mi abbassai al suo livello, semplicemente mi voltai
"Non mi abbasso ai tuoi livelli" dissi soltanto, ma poi un urlo uscì dalle mie labbra quando la mano della ragazza mi afferrava i capelli, mi fece voltare mollandomi un ceffone sulla guancia
"Lasciala stare! Non ho mai sfiorato una ragazza e non voglio che stasera sia la prima volta" le intimò Giorgio mentre sfiorai il mio labbro che adesso sanguinava.
"Come ti senti?" Disse Giorgio stringendomi tra le braccia
"Voglio andare a casa" bisbigliai poggiando la testa sul suo petto.
Gli altri ragazzi guardarono la scena allibiti, Giulio corse subito verso di me quando uscì dalla porta sul retro "cos'è successo?" Domandò stringendomi tra le braccia "una tizia mi ha picchiata" dissi sentendo gli occhi pizzicare, mi scostò passandomi un dito sotto al labbro spaccato.
"Immagino che tu le abbia detto ciò che pensavi" disse stringendomi ancora, io annuii sentendo la sua risata vibrare "tu è la tua lingua lunga" ridacchiai pure io.

Eravamo davanti casa mia, ed i nostri visi erano illuminati dalla pallida luce della luna.
Scese dalla moto mentre io mi voltavo rimanendo con i piedi a svariati centimetri dall'asfalto, si insinuò tra le mie gambe e mi accarezzò una guancia
"Stai bene?" Chiese circondando la mia vita con le braccia
"Si" dissi passando il mio braccio dietro alla sua nuca, mi baciò scostandosi con un mezzo sorriso "hai le labbra che sanno di sangue" ridacchiai, sotto al suo sguardo attento e un po' furbo.

Mi svegliai con comodo e mi alzai con poca delicatezza aprendo il mio armadio per potermi poi fare la doccia . Quando presi i vestiti mi voltai chiudendo le ante prendendo poi il cellulare che squillava, Adele.
"ehi Ade" la salutai sbadigliando
"Che ne pensi di uscire oggi pomeriggio?" Mi propose
"Con chi?"
"Solo noi due, credo che io è te abbiamo molti discorsi da femmine da fare" disse facendomi ridere
"Va bene"
"Evvai!" Gioì lei, "a più tardi, allora" risi ancora "ciao stupida".

SCUSATEEE
Allora, rieccomi.
Volevo dirvi che è meglio se vi godete il capitolo perché domani parto per Milano e non so quando posso continuare.
Spero vi piaccia e soprattutto grazie per il supporto

Rose nereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora