Epilogo

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Celeste scese le scale dell'università sospirando. Dopo 4 ore intense di lezione aveva solo voglio di prendere il tram e tornare nel suo appartamento. O meglio quello che condivideva con la sua coinquilina nonché cara amica Rosanna appena fuori dal centro di Firenze. Era marzo ed era tardi pomeriggio e il tramonto infuocava il cielo. Celeste alzò gli occhi sulla cupola del Duomo in lontananza. Si sentiva felice. Si mise a camminare velocemente per non perdere il tram. Montò e dopo circa 15 minuti scese alla sua fermata. Arrivò sotto casa e iniziò a cercare freneticamente le chiavi nella borsa. Aprì il portone e salì le scale. Finalmente aprì la porta di casa e ai buttò sul vecchio divano verde in salotto. Rosanna non c'era. Le scrisse un messaggio e l'amica le rispose subito dicendo che aveva fatto tardi a lezione ed aveva perso il tram e che stava aspettando quello dopo. Celeste sorrise. Aveva un po' di tempo per sé. Sì cambiò e si mise in tuta e si preparò una tisana calda. Poi aprì le finestre e si mise a guardare il cielo che piano piano stava diventando viola. Era tutto perfetto. Eppure c'era un qualcosa, un vuoto che non riusciva mai a colmare. Proprio sul cuore. La ragazza sospirò sorseggiando la bevanda quando qualcuno bussò alla porta. Si voltò di scatto spaventata. Non ricevevano mai visite. Forse era la signora del pianerottolo che aveva finito lo zucchero? Celeste si avvicinò alla porta e disse: "Chi è?"
Nessuna risposta. Sì avvicinò e spiò dallo spioncino. Non c'era nessuno. Alzò le spalle e in quel momento sentì una folata di vento caldo alle sue spalle. Si voltò lentamente. E lì seduto sul davanzale della finestra c'era un ragazzo. Con dei bellissimi ricci biondi e occhi verdissimi. La fissava sorridendo. Celeste ricordò. Fece cadere la tisana a terra ma non le importava. Gli corse incontro e lo baciò mentre in cielo spuntavano le prime stelle. E il vuoto si colmò.

La favola della mia vita (Concluso da revisionare)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora