Capitolo 11 Al castello

13 3 0
                                    

Celeste aprì e chiuse gli occhi più volte. Doveva aver sentito male, non c'era altra spiegazione. "Co...come scusa??!"
"Bhe...in tutta onestà non siamo così sicuri di ciò, sono voci che girano per tutti i regni ma...il tuo braccio..."
Celeste si voltò verso Caroline ancora sulla porta che la guardava con lo sguardo stravolto. "Il br...br...braccio?" sussurrò Celeste confusa. "Sì...le stelle sul braccio" le rispose Stefan. A un tratto Celeste si ricordò, il bruciore insopportabile, la sensazione di prendere fuoco... Si guardò l'avambraccio destro dove c'erano ancora le due piccole stelline che erano apparse dal nulla, ma ora non erano più rosse ma di un tenue rosa. "E questo cosa dovrebbe significare?"
"Bhe il fatto è che noi personaggi di favole, film eccetera ce le abbiamo sul braccio dalla nascita" le spiegò Mulan stendendo il braccio destro. Anche tutti gli altri lo fecero e Celeste notò su tutti gli avanbracci le stesse stelline rosate, tranne in quello di Rocco che erano rosse, come se la pelle fosse infiammata. "Ma...ma io non le ho mai avute prima d'ora...mi sono apparse quando una vecchia in autobus mi ha toccato il braccio..."
"Come? Una vecchia?" esclamò Caroline. Tutti si guardarono. "Puoi spiegarci bene cosa è successo?" le chiese dolcemente Enzo. Celeste così raccontò della sua esperienza sull'autobus con quella signora strana che poi è sparita nel nulla. A fine racconto tutti rimasero silenziosi per un po' e poi finalmente Damon parlò: "È Madre Ghotel, non ci sono dubbi"
"Ma...non è la matrigna di Rapunzel?" chiese la ragazza guardandolo accigliata. "Sì, esatto... Lo ha già fatto altre volte di intrufolarsi nel mondo reale da quando è successo tutto questo."
"Ma non ho capito mi avete detto che qui siete imprigionati..."
"Sì esatto, noi sì...ma lei fa parte della banda dei cattivi che ci ha rinchiusi qui dentro...loro prendono ed escono a loro piacimento comprandosi un sacco di roba mentre noi muoriamo di fame."
"Ma quando l'ho incontrata su quell'autobus non aveva l'aspetto che ha nel film..."
"È il prezzo per uscire di qui anche solo temporaneamente" esclamò Rocco "devi modificare il tuo aspetto."
Celeste lo guardò improvvisamente con una faccia sconvolta: "Tu sei uscito, sei venuto da me...non è che anche tu fai parte dei cattivi?"
Rocco scoppiò subito a ridere: " Bhe, no...io sono una loro vittima"
"In che senso?" lo incalzò Celeste, ma lui rimase zitto con lo sguardo basso. "Vabbè ragazzi basta perdere tempo, mancano ancora un paio d'ore di cammino prima del castello" esclamò Mulan alzandosi dal pavimento dove si era seduta. "Ehi, ehi bambolina dimentichi che sono stato trasportato qui con la mia bellissima auto" le disse Damon con un sorrisetto malizioso. "Ci vuoi accompagnare? Non se ne parla non ti voglio tra i piedi" rispose Mulan con sguardo gelido. "E va bene come volete andate pure a piedi! Spero che ti vengano le vesciche cara la mia principessina!" sbottò Damon di rimando facendo il finto offeso. Celeste sorrise. Mulan sbuffò e aprì la porta. "Seriamente ragazzi, non importa che veniate con noi."
"Sì invece! Io, Elena e Matt ci incamminiamo con voi!" esclamò Bonnie sorridendo. Anche Mulan le sorrise. Sembrava che stesse per piangere. "Grazie amica."
"Noi altri rimaniamo qui a controllare la situazione" esclamò Alaric. Il gruppetto si rimise in marcia. Celeste chiaccherò allegramente con i ragazzi della serie tv, con loro che le raccontavano aneddoti e cose buffe. Per un po' alla ragazza sembrò come se fosse a casa con le sue migliori amiche a ridere e a scherzare di cose senza senso. Però poi un tetro paesaggio in lontananza la riportò alla realtà. Era un castello sì, ma completamente in rovina. Era quasi mangiato dai rampicanti e alcuni alberi morti si ergevano tutti intorno. Per renderlo meno sgradevole erano state fissate dei pezzi di stoffa colorata alle finestre. Il gruppetto si avvicinò e improvvisamente Bonnie gridò. "Ehi Bon Bon pensavo fossi più coraggiosa!" Damon era sbucato all'improvviso e, con la sua velocità da vampiro, si era messo dietro a Bonnie e le aveva fatto paura. Tutti risero tranne la strega che lo guardò in cagnesco. Lì davanti c'erano anche Stefan, Caroline e Tyler. "Dei vampiri e un lupo mannaro non hanno bisogno di avere una macchina per arrivare veloce nei posti" esclamò Caroline. Mulan incrociò le braccia: "Non importava che veniste così in tanti...ma vabbè fate come volete."
Il gruppo si avviò verso l'ingresso del castello. O almeno si avviò a quello che poteva definirsi "ingresso": il portone originale era quasi del tutto scardinato e scrostato dalle intemperie. Delle guardie in armatura si trovavano lì davanti. "Oh wow sembra di essere proprio nei film!" venne da esclamare a Celeste. Entrarono e si trovarono davanti una scalinata di pietra che portava al piano di sopra. Iniziarono a salire e si ritrovarono in un enorme sala di pietra, una vera e propria sala del trono di qualche antico regnante. Su un trono di pietra dai braccioli decorati sedeva Rapunzel. La Rapunzel con i corti capelli castani, con quegli occhi verdi penetranti e le dolci lentiggini sul naso. Sembrava proprio lei, ma allo stesso tempo c'era qualcosa di diverso in lei: era più grande, adulta, con il peso delle responsabilità sulle spalle. In piedi al suo fianco c'era Eugene che teneva una mano posata sulla spalla della moglie. A vederli così non sembravano i sovrani provvisori di un regno che nessuno mai avrebbe voluto, ma sembrava che stessero governando un regno prospero e pacifico. Appena li vide Rapunzel si alzò in piedi e sorrise. "Benvenuta Celeste, sono giorni che ti aspetto!" le disse la donna spalancando le braccia. Celeste si avvicinò timidamente e Rapunzel la abbracciò. "Siediti" le disse dolcemente indicandole un piccolo panchetto di Minas. La ragazza si sedette e poi alzò di nuovo lo sguardo sulla regina che nel frattempo si era riseduta sul trono. "Immagino che vorrai sapere finalmente tutta la storia" le chiese Rapunzel in tono triste. Celeste annuì. "Bene...iniziamo. Tutto ha avuto inizio circa 5 mesi fa, quando un'alleanza segreta tra alcuni cattivi che hanno continuato a seguire la strada del male ha escogitato tutto ciò. Si tratta di Jafar, Ursula, Madre Ghotel, Capitan Uncino e il Dottor Facilier. Avrebbero voluto essere di più ma gli altri cattivi hanno preferito abbandonare il male e mettere su famiglia...basti pensare che lo ha fatto addirittura Ade!"
"Cavolo da non credere!" esclamò Damon. Rapunzel riprese: "Grazie a questa alleanza e alle abilità magiche di Jafar hanno creato questo sortilegio per riunire tutti i mondi di fantasia sotto un unico regno e dominare così il nostro mondo. Per costruire questo luogo hanno usato il potere di quattro cristalli fatati, nascosti in quattro luoghi diversi. Trovandoli e togliendoli dalle loro ubicazioni si porrà fine a tutto questo. Però noi non possiamo agire. I cristalli sono stati impregnati della stessa magia nera che impregna tutto questo mondo, perciò solo una persona non contagiata dal sortilegio ma comunque con della magia nel sangue può mettere fine a tutto."
"Scusa Rapunzel...ma come fai a sapere che è proprio così?"
"Bhe io ci ho provato a togliere i cristalli" rispose "ma mi è andata male. Appena li ho toccati sono stata sbalzata via da una forza invisibile. Poi ho sentito una risata gelida: era Ursula che era venuta a gongolare e mi ha spiegato quello che ho appena detto, che solo qualcuno con la magia nel sangue ma appartenente al mondo mortale può toglierli. La magia ha sempre bisogno di una scappatoia e loro pensavano di aver trovato la scappatoia impossibile. Ma avevano fatto male i conti. Sono tornata immediatamente qui al castello e ho convocato tutte le persone magiche del nostro mondo immaginario. La professoressa di Harry Potter, la Cooman, mi ha prestato una delle sue palle di cristallo e mago Merlino ha fatto l'incantesimo per cercare qualcuno di magico nel tuo mondo. Eravamo disperati e quello era un tentativo disperato ma poi...la luce della speranza. Sopra l'Italia si è accesa una luce bianca che pulsava di vita...eri tu. Eravamo così entusiasti che non ci siamo accorti di essere spiati. I cattivi lo sono venuti a sapere e hanno elaborato un piano per ucciderti: non volevano sporcarsi le mani personalmente, così hanno catturato Peter e Jafar ha incantato il suo tatuaggio per soggiogare Peter al suo volere. Gli ha poi cambiato aspetto e lo ha spedito nel tuo mondo per ucciderti."
"Bhe, per fortuna sono riuscito a contrastare la maledizione per la maggior parte del tempo" continuò Rocco "ma è stata durissima. Ricordi quella sera che sono entrato dalla tua finestra?"
Celeste annuì cautamente.
"Ebbene, ero volato fino a lì sotto l'influenza di Jafar: voleva che ti uccidessi nel sonno. Poi ti ho trovata sveglia e parlando con te sono riuscito a contrastare il mio impulso omicida. Dopo che ti sei addormentata sono dovuto scappare via perché il tatuaggio ha iniziato a bruciarmi in modo inimmaginabile. Jafar era furioso. Capendo che con me non avrebbe ottenuto nulla, mi ha lasciato in pace. Così ti ho potuta recuperare con Vento e portarti qui per aiutarci."
"Ma scusate, e Madre Gothel che lei dice di aver visto sull'autobus? Come lo spieghiamo?" chiese Caroline. Rapunzel spalancò gli occhi: "Ti è apparsa Madre Gothel?? Ma...che voleva?"
Con l'ultima forza di volontà che le rimaneva, Celeste rispiegò l'accaduto alla regina, che rimase pensierosa. "Mmm...è strano, ti ha aiutata...non me lo spiego proprio. Vuoi vedere che hanno un traditore tra le loro file? Bhe ciò gioca a nostro favore."
"Scusate ma...io ancora non ho capito. Come posso essere parte di questo mondo se sono nata e cresciuta nel mio? Nel senso ho decine di foto di me da piccola...non può essere."
"La mia spiegazione più logica è che qualcuno abbia modificato la memoria tua e dei tuoi genitori."
"Ah quindi...i miei veri genitori non mi hanno voluta..."
Un silenzio carico di tensione aleggiò nell'aria. Dopo qualche secondo Rapunzel si alzò, le si avvicinò e le sussurrò: "Su dai Celeste, hai bisogno di riposo, ti accompagno in una camera." All'improvviso Celeste si sentì stanchissima. Annuì e Rapunzel la condusse su per delle scale e attraverso un portone. Una stanza buia e polverosa si aprì loro davanti. Un letto di Minas era appoggiato ad una parete. Celeste si coricò. La regina si chinò e la bacio dolcemente sulla fronte e rimase ad accarezzarle i capelli finché Celeste, sfinita, non si lasciò scivolare tra le braccia di Morfeo.

La favola della mia vita (Concluso da revisionare)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora