Capitolo 9 Hercules

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Celeste, Rocco e Mulan stavano avanzando su una strada sterrata affiancata da alti alberi, quando ad un tratto, in lontananza, a Celeste sembrò di scorgere il profilo di un tempio. Man mano che si avvicinavano iniziò a distinguere nettamente figure di templi dalle imponenti colonne. Non era una semplice città, si trovavano nell'antica Tebe! Mulan notò lo sguardo meravigliato di Celeste e sorridendo le chiese: "In che favola siamo secondo te?"
"Bhe semplice! In Hercules! Oh adoro quel film credo che sia uno dei miei preferiti!"
"Bhe, grazie!" rispose Mulan incrociando le braccia al petto e guardandola male...ma si vedeva che cercava di trattenere a stento un sorriso. Celeste scoppiò a ridere: "Eddai senza offesa!"
Continuarono a camminare in silenzio per un po', la ragazza era immersa nei suoi pensieri. "Tutto ok?"  le chiese Rocco. "Sì solo che...non mi è ben chiara una cosa: voi personaggi siete esseri umani in carne ed ossa quindi non ho ben capito il fatto che i film siano cartoni...non capisco il collegamento ecco."
"Giusta domanda!" rispose Mulan. "È un concetto un po' strano da spiegare...sediamoci lì." La donna indicò una panchina in pietra situata ai confini della città. I tre si sedettero e Mulan attaccò a parlare: "Partiamo dal principio. Noi personaggi di fantasia dei cartoni nasciamo dalla fantasia di chi ci scrive e ci pensa. Quando il caro Walt e chi dopo di lui inizia a scrivere una storia, a preparare la sceneggiature eccetera noi personaggi nasciamo. Nasciamo proprio nel vero senso del termine. Nasciamo da varie cose: c'è chi deve la sua vita ad una goccia di inchiostro caduta sul terreno, chi a petali di fiori mossi dal vento nei pressi della casa del creatore e che quindi hanno catturato l'essenza della storia...cose così. Nasciamo da tutto ciò che cattura la fantasia. Appena il creatore ha finito di delineare la trama e tutto il resto noi ci svegliamo in questi piccoli mondi sparsi per il mondo e celati agli occhi dei semplici umani mortali. Ma chi di mestiere crea storie e realizza cartoni sa benissimo che questi mondi esistono e anche come trovarli. Viene da noi, viene girato il film dove noi siamo attori a tutti gli effetti e poi viene cartonizzato. E noi continuiamo a vivere."
"E...siete immortali quindi?"
"Bhe diciamo che noi viviamo finché di noi c'è memoria...se le persone si dimenticassero di noi piano piano spariremo e...non sono sicura che esista un' Aldilà per quelli come noi!"
Lo sguardo di Mulan si fece improvvisamente triste. Celeste le mise una mano sulla spalla: "Non ci pensare nemmeno! Nessuno mai si dimenticherà di voi te lo prometto!"
L'asiatica posò i suoi occhi neri su quelli castano-verdi di Celeste e le sorrise.
"Dai ora basta lacrime, rimettiamoci in marcia!"
I tre si alzarono e si rimisero in viaggio.
Entrarono nella città. Celeste era estasiata, andare in Grecia era sempre stato il suo sogno...e ora eccola lì in mezzo a statue e templi ma... c'era qualcosa di strano nelle statue e nelle costruzioni. La ragazza si avvicinò ad un busto, lo toccò e...era morbido! Ritirò la mano di scatto. "Non preoccuparti, non hai sciupato niente!" disse una voce dietro di lei. Una giovane donna vestita di un peplo bianco e con i lunghi capelli castani si era avvicinata e stava sorridendo tristemente. "Ti conosco!" esclamò Celeste "sei una delle muse che canta le canzoni nel cartone!"
"Mi chiamo Calliope e tu devi essere Celeste...ho sentito parlare di te! Comunque tranquilla per la statua, sono fatte di Minas non si distruggono facilmente!"
"Di...che cosa?!"
"Oh giusto non lo sai...bhe devi sapere che noi in questo luogo siamo praticamente stati imprigionati, strappati via dalle nostre case, dai nostri mondi...fino a qualche mese fa non avevano niente, costretti a dormire per terra in mezzo ad una strada e a mangiare ciò che ci offrivano gli alberi. Poi però abbiamo fatto una riunione e abbiamo capito che dovevamo fare qualcosa. La fortuna ha voluto che, per caso, scoprissimo proprio nel sottosuolo una sostanza simile all'argilla: il Minas. È una sostanza magica creata dalle fate secoli fa, morbida e facilmente modellabile anche da un bambino ma resistente come il marmo. Potresti colpire questa statua con un enorme martello: questa si deformerebbe e poi ritornerebbe alla forma data come se nulla fosse. Solo le fate possono distruggere una scultura in Minas con la loro magia. Credo che in qualche modo ci sia lo zampino delle fate dell' Isola-Che-Non-C'è!" lanciò uno sguardo di riconoscenza a Rocco che sorrise. "Con questo materiale ogni popolo ha costruito le proprie case, ha in qualche modo ricreato il suo "habitat" se vogliamo così dire. Però ci sono molti effetti collaterali: il Minas, purtroppo, non è impermeabile, non è stato creato per le abitazioni, ma a scopo di abbellimento. Le fate che lo crearono vivevano nei boschi, in mezzo alle piante, era il loro mondo. Quando gli uomini scoprirono l'arte della scultura, le fate, incapaci di maneggiare pensanti materiali come la pietra, inventarono questa sostanza per non essere da meno e iniziarono anche loro a costruire statue e utensili. Mai fino ad ora erano state create case con il Minas, in realtà mai era stato maneggiato da esseri che non fossero fate. Ed ora eccoci qui, con le nostre case fatte di un materiale che quando piove purtroppo piove dentro...i nostri bambini sono sempre raffreddati e i nostri migliori scultori sono in giro per aiutare nelle costruzioni. Però c'è anche chi è messo peggio di noi: il mondo di Ariel. Non c'è il mare qui, le sue sorelle e suo padre e tutto il popolo del mare è costretto ad abitare in enormi vasche come se fossero in un acquario! Cose mai viste prima."
"Ma...è orribile!" esclamò la ragazza con una mano davanti alla bocca. "Cercherò di fare il possibile per aiutarvi!"
La musa le sorrise: "Sei una bravissima ragazza Celeste, abbiamo fiducia in te! Ora scusa ma devo andare, le mie sorelle si staranno chiedendo che fine ho fatto. Spero di rivederti presto!"
Così si voltò e sparì tra la folla. In quell'istante si sentì qualcuno urlare: "Non ci credo, Peter Pan e Mulan! Oh ragazzi fatevi abbracciare!"
Celeste si voltò di scatto e trattenne a stento una risata. Chi aveva parlato era nientepopodimeno che Filottete, il simpaticissimo satiro! Quest'ultimo arrivò zampettando sui suoi zoccoli e abbracciò i due. Poi si voltò verso di lei e disse: " Oh ecco la ragazza venuta a salvarci! Vieni con me, Ercole e Meg vorrebbero molto conoscerti!"
Detto questo la afferrò per un braccio e la trascinò in una costruzione lì vicino. La ragazza entrò timidamente ma fu subito accolta da baci e abbracci da parte della coppia e... sorpresa! In un lettino dormiva beata una bellissima bambina. "Wow, siete diventati genitori è fantastico!" esclamò Celeste in preda all'euforia. "Ha quasi un anno ormai. Però non avrei mai pensato per lei una vita da prigioniera..." mormorò tristemente Meg. "Ehi, farò il possibile per aiutarvi, davvero!"
Meg la guardò sorridendo, mentre una lacrima le rigava il volto: "Sei molto determinata vedo...hai la tempra giusta per diventare un'eroina!"
"Non esageriamo adesso."
"E invece noi siamo sicuri che un domani faranno su di te anche un film!" esclamò Ercole.
"Si sta facendo tardi dobbiamo proseguire. Grazie ragazzi, alla prossima!" disse Mulan salutando la coppia. Così i tre uscirono dal villaggio con il cuore pesante e pieno di speranze.

La favola della mia vita (Concluso da revisionare)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora