~Casa

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La mia gravidanza era così traumatica, non facevo altro che avere urlare, piangere, i miei sbalzi ormonali erano fortissimi, sentivo che Al stava impazzendo, non aveva tutti i torti però, ero insopportabile, me lo sarei detto da sola.

Ormai avevo un po' di rigonfiamento alla pancia, ero già al settimo mese, ma la mia pancia non era particolarmente evidente, la cosa bella è che sentire il bambino scalciare, era bello, molto bello, nonostante fosse abbastanza doloroso.

<Gli puoi parlare ancora? Ti prego!> Parlavo con Charlie, che era con me, mentre Al era in giro a fare chissà cosa, quando qualcuno parlava al bambino si calmava, sembrava che solo io lo infastidissi tsk. Charlie si avvicinò a me e iniziò a parlare col bimbo, sembrava che gli raccontasse una storia, ma va bene tutto, basta che si calmi. <e quindi fu così che la zia Charlie diete una lezione a quella brutta stronza della tv> non avevo seguito il racconto, ma capii subito di chi si trattasse, ridacchiai. <Grazie, sembra si sia calmato> la ragazza si sedette vicino a me sul letto, a gambe incrociate, <Allora? I nomi?> oh non ne avevamo parlato, ma sapevo come avrei voluto chiamarlo, sia se fosse stato femmina che se fosse un maschietto. <Non parliamo di questo ora, piuttosto, dov'è Al?> Charlie mi guardò tesa, sa qualcosa, la guardai sospettosa, ma non approfondii il suo sguardo <s-sarà solo in giro a sbrigare le sue cose... da Al>, scossi la testa per non pensarci, <Beh, allora vado a cercarlo> mi alzai, ignorando Charlie che intanto cercava di dirmi di rimanere a letto e stare tranquilla, andai a passo tranquillo verso la porta, ma prima che io potessi uscire, la porta si spalancò e dietro c'era Al, <Hai ragione, ti ho lasciata sola tutto il giorno, perdonami> si avvicinò a me abbracciandomi piano per non schiacciare il pancione <Ora però, seguimi, ho qualcosa da farti vedere> alzai un sopracciglio, lui mi prese la mano e mi portò nella Hole, mi fece sedere nel solito divanetto e davanti a me fece spuntare una bacheca, una piccola bacheca con delle case, <continuo a non capire> ridacchiai guardando il demone seduto vicino a me, che mi guardava col suo solito sorrisone <Andiamo a vivere insieme. In una casa vera> spalancai gli occhi e feci un grande sorriso, <Stai parlando sul serio?> il demone annuì, ed io gli saltai letteralmente addosso continuando ad urlare "sisisi" un sacco di volte.

Qualche settimana dopo.

Sono 7 case, 7 case che abbiamo visitato negli ultimi giorni, nessuna di queste che mi è piaciuta, comincio a sentirmi come se fossi il problema, fortunatamente Al non era in disaccordo su me per la maggior parte delle volte, solo 2 gli erano piaciuti, ma beh, erano troppo cupe per me, solo perché siamo all'inferno non significa che tutto debba essere cupo e macabro.

<Hai ragione, questa non aveva neanche un giardino> il demone stava con le gambe incrociate dentro la limousine di Charlie, che ci aveva portato alla casa, la casa che aveva appena visto era penosa, troppo piccola e poi non aveva nessun tipo di spazio aperto. Sbuffai annoiata, non avevo ancora trovato niente, non mi piace niente.

Tornammo all'hotel e io, insieme ad Al, andai fino al piano di sopra, dovevo assolutamente riposare, mi sentivo svenire. Al uscì dopo avermi lasciata in camera, doveva cercare altre case a detta sua, ma non mi convinceva molto, e il mio istinto non mente mai. Senza pensarci troppo mi buttai a peso morto sul letto, guardando fissa verso il vestitino del bambino o della bambina, <Non abbiamo scelto il nome...> parlavo tra me e me, pensando ad alta voce.

Mi addormentai per almeno due orette, ma quando mi svegliai Al non c'era ancora, decidi di alzarmi per mettere a posto alcuni vestiti, presi la roba lavata e stirata appoggiate sulla sedia vicino all'ingresso, c'era la Giacca di Al, quella che aveva addosso quando siamo andati a vedere la casa, la presi per metterla a lavare, controllai nelle tasche se ci fossero fazzoletti o roba simile, era un piccolo vizio che mi portavo da tanto, nonostante Al non fosse il tipo da dimenticare qualcosa nella giacca. Iniziai a controllare ogni tasca, e mi resi conto, che in quella sinistra c'era effettivamente qualcosa, c'era un bigliettino di carta, perfettamente piegato, riposi la giacca sulla sedia e aprii il
bigliettino, c'era disegnato un progetto, il progetto di una casa, a due piani, e con un grande giardino.

Come ti vedo io~ {Alastor x reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora