chapter:14

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Melbourne, Australia📍

Oggi era il giorno della gara, avevo dormito tutta la notte in camera di Max, avevo bisogno di lui, non riesco a gestire la mia rabbia da sola, e non volevo prendermela con qualcuno che magari non c'entrava niente. Max fin da quando ero piccola mi aiutava, lui ci è sempre stato per me, ed io ogni giorno cerco di ricambiare, sperando che lui si possa fidare di me come io mi fido di lui.

Camminavo per il paddock per prendere un po' d'aria prima di entrare nel box e subirmi la tensione di tutti, avevo pensato molto a quello che era successo ieri, e per una volta dovevo mettere l'orgoglio da parte ed aiutate pierre, doveva andare bene in questa pista, non lo avrei sopportato, vederlo incazzato un'altra volta, solo perché lo distraggo.

Entrai nel box, e in modo deciso andai da pierre, ora stavo davanti a lui, ci guardavamo e insieme dicemmo:
"Scusa"
Rimasi sorpresa quando lui disse questo, così con sguardo confuso chiesi:
"Aspetta cosa?"
"Scusa Benedetta, non dovevo trattarti così, non mi scuso mai con nessuno e credo che questa sia la prima volta, quindi ti prego perdonami."
"Pierre io non so cosa dire, ti chiedo solo una cosa, corri e vinci, se vuoi dimostrarmi che ti dispiace, vinci, impegnati e corri come se fosse la tua ultima gara, impegnati basta solo questo."
Dissi girandomi di spalle, cercando di nascondere un sorriso, mentre stavo per uscire dal suo hospitality mi urlò alle spalle:
"Stasera andiamo a cena fuori"
"Che ristorante?"
"Questo dietro il paddock"
"Ci penserò"
"Non era una domanda"
Disse, così aprii la porta e sorrisi, ricordandomi di quella volta che mi disse, che se avrei accettato una cena con lui lo avrei potuto conoscere, conoscere la sua storia.

La gara era iniziata da molto, stavamo all'ultimo giro, pierre era primo, era fottutamente primo, ce la stava facendo.

Vidi la sua alphatauri tagliare il traguardo, sentii vanzini urlare, "pierre gasly vince, vince il gran premio di Australia!" Tutti nel box esultammo e ci abbracciamo, ce l'aveva fatta, aveva vinto, mi aveva ascoltato.

Tutti ci precipitammo sotto il podio, a pierre venne assegnato il trofeo, mentre lo teneva in mano mi guardava, ci guardavamo, tutto il mondo, le urla si erano fermate, tutto era ovattatato, c'eravamo solo io e lui, alzò il trofeo, ma non interruppe il contatto visivo, me lo stava dedicando, nessuno poteva capirlo, solo io, per la prima volta riuscivo a capirlo, si stava aprendo, e il mio cuore iniziava a fare le capriole.

Aprii la porta dell'hotel, e vidi charles seduto sul letto, così dissi:
"Ehy monegasco"
"Cherie"
"È successo qualcosa?"
"Pierre mi ha detto che andate a cena fuori stasera"
"Oh si, te lo avrei detto prima di andare"
"Sei sicura?"
"Sicura di cosa?"
"Di andare a cena con lui, non penso che tu sia pronta, non voglio vederti a pezzi di nuovo, pierre è uno stronzo, non so come volevo che stette insieme."
"Charles, ricordati che a me gli uomini non possono distruggermi, sono cambiata e sono andata avanti, fidati di me"
"Va bene cherie, attenta ti prego"
"Certo mon amour"
Dissi lasciandogli un bacio sulla guancia e andando in bagno a farmi una doccia, sapendo che appena uscita dal bagno, charles sarebbe andato dalla sua ragazza che ancora mi deve presentare.

Uscii dal bagno tutta pronta e profumata, portavo un semplice vestito nero, forse un po' scollato, con sotto dei tacchi neri, decisi di andare a piedi, almeno potevo schiarirmi le idee.

Arrivai nel ristorante e il cameriere mi disse:
"Signorina brown?"
"Si"
"Venga il suo tavolo è laggiù"
Mi feci scortare dal cameriere fino al tavolo, e fu lì che lo vidi, portava una camicia bianca con dei jeans azzurri, era perfetto, appena mi vide mi disse:
"Sei bellissima"
Sorrisi e mi sedetti, stavo per dire qualcosa ma poi pierre mi precedette:
"Ho già ordinato?"
"E cosa scusa?"
Dissi ridendo, ma lui rispose:
"Bistecca al sangue con patate arrosto"
"Ma è il mio piatto preferito"
"Lo so"
Risi e continuai a perdermi nei suoi occhi.

Ridemmo e scherzammo per tutta la serata, non lo avevo mai visto così, così spensierato, ed io per una volta stavo bene, non pensavo a nulla, non pensavo a e se e ma, mi godevo il presente, sti cazzi del futuro.

Di colpo l'atmosfera divenne più seria, iniziai a preoccuparmi, ma poi lui disse:
"Condividiamo le camere?"
"Cosa?"
"Ogni volta che partiamo ci facciamo dare una camera insieme"
"Pierre, non sai nemmeno il mio secondo nome, e io non so che profumo metti, non so dove abiti, non so niente di te"
"Secondo te io so qualcosa di te?"
"No pierre ma non me la sento mi dispiace"
"Allora conosciamoci"
Ci pensai su, e poi presi una decisione:
"Conosciamoci"

Mangiammo il dessert, e poi pierre mi disse:
"Andiamo ti accompagno in hotel"
"No tranquillo vado a piedi"
"No ti accompagno fine"

Discutemmo un po' prima di andare via per cercare di pagare la mia parte del conto, ma pierre ebbe la meglio, salii nella sua Aston Martin nera, stesso modello di quella di Max, c'era un silenzio profondo, così decisi di mettere della musica, ma pierre ebbe la stessa idea, le nostre mani si toccarono, e solo con quell'insignificante contatto, sentii una scossa lungo la mia schiena, lo guardai, e sentii il mio cuore battere all'impazzata, cosa mi stava facendo questo ragazzo.

Salimmo le scale, e ora stavamo davanti la mia porta, in silenzio, a romperlo fu proprio lui:
"Allora buonanotte"
"Buonanotte"
Risposi, ma nessuno dei due voleva abbandonare la propria posizione, i nostri corpi erano così vicini, i nostri respiri si mescolavano, e sapevo, sapevo che stavo per fare un cazzata, una vera e propria stronzata, ma fanculo, fanculo a tutto.

Quando sentii pierre finalmente così  vicino, gli buttai le braccia al collo e lo baciai, mi staccai non essendo per la prima volta sicura di quello che stavo facendo, pierre mi guardò, e poi a sua volta si fiondò sulle mie labbra, le sue mani scesero sempre di più, tirandomi il più possibile vicino a lui, le nostre lingue si unirono, ed iniziarono a ballare, le mie mani finirono nei suoi morbidi capelli, glieli tirai leggermente, e quando ci staccammo ormai senza fiato, ci guardammo e sorridemmo entrambi.
Mi buttai, aprii la porta, pierre la rinchiuse con un calcio, e continuò il bacio, gli sbottonai la camicia sfilandola, ammirai il suo fisico stupendo, e passai la mano sopra i suoi pettorali, mi abbassò lentamente la zip del vestito, e mi liberò anche da quello, rimasi in intimo, davanti a lui, ma mi sentivo così bene, gli sfilai lentamente i jeans, e all'orecchio mi sussurrò:
"Sei perfetta cazzo"
Risi, e ci coricammo sul letto, mi sfilò l'intimo, e rimasi completamente nuda, libera da tutto, sentivo i suoi occhi su di me che mi guardavano, si sfilò i boxer, e stavamo lì, nudi a guardarci, pierre riprese il bacio ma dovetti interromperlo:
"Devo dirti una cosa"
"Dimmi"
"Sono ancora vergine"
"Te la senti di farlo?"
Non risposi e pierre continuò:
"Riformulo la domanda, te la senti di farlo con me?"
Annuii, non interrompendo mai il contatto visivo, il suo modo di toccarmi era cambiato, era leggero e delicato, come se fossi fatta di porcellana, e fu in quel momento che mandai a puttane tutto, io mi fidavo di lui.

SPAZIO AUTRICE:
Lo avevo detto che ci sarebbe stata una sorpresa, che ne pensate?
Ci vediamo al prossimo capitolo
Bacii💘

~my favorite mistake~ Pierre Gasly Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora