chapter:19

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Istanbul, turkey📍

Erano passati due giorni, due fottuti giorni che non parlavo con pierre, dopo quella sera avevo chiesto a charles di non parlare più con lui. La sua insicurezza mi aveva messo troppi dubbi, mi sentivo come un cerbiatto che appena sente lo sparo del fucile corre nella foresta cercando di mettersi al riparo, cercando di scappare dal dolore.
Oggi era il giorno delle qualifiche, durante le interviste e le prove libere evitavamo ogni singolo contatto, anche visivo. Scappavamo continuamente l'uno dall'altro, ammetto che avevo paura, avevo paura di andarci a parlare, di dirgli che aveva frainteso tutto e che volevo avere qualcosa con lui.

Durante i giorni con lui ero certa che la sua risposta sarebbe stata come la mia, specialmente dopo che mi aveva fatto conoscere la madre, ma dopo averlo visto così insicuro, che scappava da questo "problema" non potevo dirglielo, forse era meglio così, magari era un messaggio da qualche mondo astratto che mi diceva di star correndo troppo, o forse speravo che era così.

Mi trovavo nel box, mentre sorseggiavo il mio classico cappuccino, guardando un punto fisso, che chi passava poteva darmi della pazza, ma non potevo fare a meno di pensare a tutto quello che mi stavo perdendo.

La nostra relazione aveva due possibilità: potevamo farci male, o potevamo farci male amandoci, sembrano entrambe molto tragiche, molto stile Romeo e giulietta, ma noi eravamo fatti così, non ci potevamo aprire tutto di un colpo, a piccoli passi, come i passi delle formiche, ma che alla fine arrivano a una meta.

A riportarmi nel mondo reale fu proprio il capo, che mi disse:
"Benedetta, settimana prossima le prime prove libere le farai tu"
"Davvero capo?"
"Davvero"
Sentii il mio battito accelerare, sentivo che il sangue diventava fuoco, stavo avendo una scarica di adrenalina, e cavolo se mi piaceva;
"Congratulazioni"
"Max,che ci fai qui?"
"Ero venuto a vedere come stavi, ma direi più che bene"
Disse ridendo e rise anche lui, guardai al volo l'orario sul monitor, e dissi:
"Max devi andare dieci minuti e iniziano le qualifiche"
"Corro, congratulazioni ancora"
Gli lasciai un bacio sulla guancia e lo vidi uscite di corsa dal box, girai lo sguardo verso destra quando lo vidi, vidi i suoi occhi che mi osservavano, per la prima volta dopo due giorni, distolsi lo sguardo, presi una sigaretta dalla borsa e andai di fuori, dovevo respirare, ma non aria pulita, avevo bisogno del bruciato, dell'aria sporca, dell'aria che mi tranquillizza.

Fumai tre sigarette, se non vedevo i giornalisti correre verso la mia direzione ne avrei fumata anche una quarta, ma decisi di rientrare subito al box, non volevo rotture di palle. Sapevo che le qualifiche erano iniziate, quando stavo di fuori sentivo l'aria che veniva spaccata dalla velocità delle macchine, quando rientrai vidi che ero stata fuori più del previsto, mancavano 5 min alla fine del Q2, e pierre era ottavo, se stroll e Alonso facevano un tempo migliore del suo era fuori, insieme a yuki che Andreas mi aveva detto che era uscito nel Q1.

Per puro miracolo pierre passò nel Q3, ma anche qui non si stava impegnando, era decimo, era andato sotto le alpine, e questo non potevo permetterlo, andai dal suo ingegnere di pista, e gli dissi:
"Lasciami parlare con lui"
"No"
"Ti prego, può fare meglio di così lo sai anche tu"
L'ingegnere finalmente acconsentì, e accesi la radio:
"Gasly, sai chi sono, e questa cosa farà molto scalpore, quindi non fartelo ripetere due volte, io sono quella che ha il diritto di fare schifo, tu no perché non mi ha voluto ascoltare, ma ora non mi frega, io voglio e pretendo che tu in questo preciso momento spinga quel cazzo di piede sull'acceleratore   e che corra come hai sempre fatto, non voglio sentire obiezioni."
Spensi la radio perché non volevo una risposta, e tornai a guardare il monitor, vedendo che pierre dopo queste parole mi aveva ascoltato, e stava facendo tempi da quinto tempo, almeno questa volta mi ha voluto ascoltare.

La pole position la fece Hamilton, secondo verstappen e terzo lando, quarto invece si era riuscito a classificare charles ed ero davvero molto fiera di lui, mentre pierre era riuscito a raggiungere il quinto tempo, non so se è successo per le mie parole o semplicemente perché ha capito che doveva svegliarsi, ma l'importante era che aveva dato il meglio di se, mentre yuki era 15esimo.

Avevo deciso di mettere da parte l'orgoglio ed andarmi a congratulare con lui, del resto era sempre una parte, anzi la parte principale del team, mentre attraversavo il box, vidi che stava parlando con una giornalista, e non mi avrebbe dato fastidio se non fosse che stavano spudoratamente flertando, decisi di non tirarmi indietro e di lasciargli fare, decisi di spegnere le emozioni e di essere quella che sono stata per anni, andai a passo svelto verso di loro, e mi rivolsi al francese:
"Già mi rimpiazzi con così poco?"
Dissi indicando la ragazza da due soldi e vestita in modo poco sobrio accanto a me, quest'ultima stava per parlare, ma la precedetti:
"Senti biondina fatti da parte e vatti a cercare un altro pilota da scopare, a lui piacciono le more"
La ragazza non disse nulla e se ne andò, pierre mi guardò con faccia allibita, e io dissi:
"Che ti guardi?"
"Che mi guardo? Non hai il diritto di fare così"
"Io non ho il diritto di fare così gasly? Te ne sei andato, mi hai lasciato da sola, piena di insicurezze, non mi hai voluta scordare perché già avevi deciso come doveva andare, e ora ti trovo già a rimpiazzarmi con una sciaquetta vestita più attillata del solito, ma sai che ti dico con te sto solo perdendo tempo, vai a fanculo gasly!"
"No vaffanculo tu"
"No vaffanculo tu"
Urlai di rimando per chiudere il discorso, e corsi fuori dal box sbattendo fortemente la porta, dovevo stare sola, dovevo stare da sola prima che potessi riprendermela con qualcun altro se non con me stessa.

pov's pierre:

Quando sentii la porta sbattere avevo capito di aver fatto la cazzata più grande della mia vita, corsi a cercarla per il paddock ma nulla, appena vidi charles gli chiesi:
"Ehy amico, hai visto benedetta? Abbiamo litigato e io l'ho persa di vista"
"Oddio che è successo?"
Raccontai tutto per filo e per segno a charles, rimanendo sempre dalla parte che lei non doveva comportarsi così, e quando finii di raccontare tutta la litigata charles mi disse:
"Ma te proprio non ci arrivi vero?"
"A cosa?"
"Amico quel giorno voleva dirti di fare un tentativo, voleva mettersi con te, ma tu non l'hai lasciata parlare, e l'hai riempita di insicurezze, e prima che lo dici, bro lei è gelosa, era ed è gelosa di quella lì, perché lei tiene a te, e tu sei solo un coglione"
"Sono un coglione"
"Quello che ho appena detto"
Sorvolai sull'ultima frase di charles, ora non avevo tempo di continuare a rispondergli, dovevo trovarla:
"Devo trovarla"
"E dove scusa?"
Pensai ai giorni che avevano passato insieme, non avevo la più pallida idea di come trovarla, quando mi ricordai, che lei aveva sempre voluto vedere il tramonto qua in Turchia, vicino il Bosforo sulla cima della torre galata, così salutai subito il monegasco dicendogli:
"Ho capito vado a raggiungerla"
E corsi via sentendo di sottofondo le parole:
"Dove ao?"
Ma non risposi corsi solo verso la mia macchina, per cercare di rimediare, dovevo rimediare.

Arrivai in poco tempo, la torre non si trovava troppo distante dalla pista, pagai il biglietto e corsi le scale fino a raggiungere la cima, e fu lì che la vidi, mi avvicinai lentamente e dissi:
"Ehy"

pov's di benedetta

"Ehy"
Sentii quella maledetta voce alle mie spalle che purtroppo avrei riconosciuto ovunque, così a malavoglia risposi, non distogliendo mai lo sguardo dal tramonto:
"Come mi hai trovato?"
"Mi sono ricordato che ti è sempre piaciuto vedere il tramonto da quassù"
"Pierre per favore va via"
"Ti prego fammi parlare"
Acconsentii sapendo che probabilmente mi sarei fatta male da sola, e pierre mi disse:
"Ho sbagliato, ma capiscimi avevo paura, avevo paura di perderti, avevo paura di essermi affezionato così tanto che ne sarei rimasto ferito, e ti prego dimmi qualcosa, ma qualcosa di buono, perché sono qui per te"
"Non ho nulla da dirti"
"Io non posso dirti quelle due parole"
"Neanche io"
"Ma posso dimostrartelo"
"Anche io"
Risposi, avevo preso la mia decisione, avevamo preso la nostra decisione, ci saremmo fatti male amandoci, e con il tempo saremmo stati due normali ragazzi che si amano, ma solo grazie al tempo, mentre il sole stava per tramontare, pierre posò le sue morbide labbra sulle mie, provai la solita sensazione come se fosse il mio primo bacio, le nostre lingue si unirono, mentre la luce ormai fioca del sole ci illuminava i volti, forse era un errore tutto questo o forse no, nel mio piccolo sapevo che era un errore, ma sarebbe stato il mio errore preferito.

SPAZIO AUTRICE:
Ce l'hanno fatta!
Bacii💘

~my favorite mistake~ Pierre Gasly Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora