capitolo 7

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Laura

Mi sveglio perché qualcuno bussa alla porta dell'ufficio, alzo la schiena dal divano per mettermi seduta, ma un dolore atroce percorre tutto il corpo. Guardo il piede ed è terribilmente gonfio, quasi nero e fa malissimo. Accidenti. Bussano di nuovo alla porta.
"Avanti". Entra Mario.
"Signorina Laura come va?" Gli indico il piede e appena lo vede spalanca gli occhi.
"So che sei una gran testa dura, ma ora basta, hai bisogno di un dottore. Ora finisco il turno e ti porto in ospedale, e non ammetto repliche".
"Mario calmati, vado in ospedale, ma tu vai a casa, devi riposare, chiamo Luigi, mi faccio accompagnare da lui, stai tranquillo."
"Sicura?"
"Si, anzi, potresti passarmi il telefono?"
Mi passa il telefono e mi dice che va a cambiarsi. Guardo l'ora sullo schermo, cavolo è tardi, sono le 8:00, chiamo Luigi.
"Hei Laura, ciao, se mi chiami per fare colazione, sappi che quel rompicoglioni di mio cugino mi è già  venuto a prendere per andare a lavoro". No, questa proprio non ci voleva.
"Senti Luigi, non voglio che tuo cugino sappia quello che ti sto dicendo, ok?"
"Si, dimmi" dice parlando serio.
"Hai la possibilità di venire qui un attimo, ho bisogno di aiuto, sono in hotel" rimane un attimo in silenzio.
"Ok, arrivo" e stacca.
Tiro un sospiro di sollievo, provo ad alzarmi ma non ci riesco, fa troppo male, così mi arrendo e aspetto sul divano.
Bussano alla porta, mentre si sente già il via vai degli ospiti dell'hotel,
"Avanti", dalla porta sbuca la testa di Luigi, ma il suo sorriso si spegne appena mi vede. Entra,  chiude la porta e si accovaccia al mio fianco.
"Hei, cosa c'è?" Gli indico il piede, e lui sbianca, 
"Mi porti in ospedale?"
"Ma cosa hai combinato?"
"Emmm... niente, non è niente"
Mi guarda severo. "Quando è successo?"
"Ieri sera". Si alza in piedi, mette le mani sui fianchi, in suo viso è serio,
"Cosa è successo ieri tra te e mio cugino? Era strano stamattina, ora vengo e ti trovo in questo stato, avete avuto un incidente? O avete discusso e tu come al solito poi ti metti a correre come un pilota di moto gp?" Preoccupato si passa una mano tra i capelli.
"Senti Luigi, devo andare in ospedale, mi accompagni o chiedo al personale?" Domando spazientita.
Mi aiuta ad alzarmi sostenendomi sotto alle braccia, andiamo nel parcheggio e non vedo la sua auto,
"Dov'è la tua auto?"
"Ero con Alessandro, stamattina è venuto lui a prendermi a casa, così ho preso la sua auto". Mi aiuta ad entrare e si siede al posto di guida, "Mi dici cosa è successo ieri sera?" Sbuffo perché so che non mollerà,
"Ti ho detto niente, tuo cugino è un coglione, ecco tutto, ma lui non c'entra con questo". E indico il piede.
Arriviamo in ospedale, in silenzio, non so cosa gli frulla per la testa, ma non è mai stato silenzioso come ora.
I medici ci avvisano che ci vorrà del tempo, così dico a Luigi di tornare al suo lavoro, mi guarda incerto, ma alla mia ennesima rassicurazione, va via.
Ed eccomi tutta sola, come sempre, ma questa volta i miei pensieri non corrono nella direzione di sempre, adesso la mia mente corre a ieri sera, a quel "Togliti il casco, voglio baciarti", qualcosa in lui mi attira, ed ho davvero pensato che potesse capire cosa voleva dire per me mostrargli quel posto, gli ho scoperto uno spiraglio sul mio mondo, ma ha rovinato tutto. La sua aria di superiorità, quella che odio da quando lo conosco, è capace di distruggere tutto intorno a lui, il suo modo di giudicarmi facendomi sentire inferiore, sbattermi in faccia una realtà che non mi appartiene ma che sogno tutti i giorni, pur sapendo che è un sogno e rimarrà tale, Mi ha abbattuto, ed io che non so alzarmi e combattere, fuggo e mi distruggo.

 I dottori mi hanno messo un tutore e mi hanno dato una stampella per aiutarmi a camminare, ma mi hanno detto chiaramente che se voglio guarire in fretta la frattura, dovrò restare a riposo. Appena entro in albergo, dopo aver pagato il taxi, subito dalla reception mi viene incontro Paolo con lo sguardo preoccupato, 

"Cosa le è successo? Come posso aiutarla?"

"Paolo va tutto bene, devo solo riposare un po', vado nella mia camera, se succede qualcosa qui in hotel mi vieni a chiamare subito, capito?" Annuisce e mi dispiace vedere la preoccupazione sul suo viso. Entro in camera, mi tolgo i vestiti che ormai sono sudici, penso di fare una doccia, ma l'effetto degli antidolorifici sta finendo e sono stanchissima, cosi, con in dosso solo l'intimo, mi metto sul letto e cado in un sonno profondo.

Alessandro

Luigi è strano da quando è tornato dalla sua visita a Laura, il fatto che ci siamo immersi nel lavoro tutta la giornata non mi ha impedito di vedere la sua agitazione, il fatto che controllava continuamente il telefono, anche ora mentre siamo in auto per accompagnarlo a casa, non smette di chiamare qualcuno che evidentemente non risponde. Che sia Laura? Decido di stuzzicarlo un po'.

"Ehi, ma non avevi detto che tra di voi non c'era nulla? Laura ti ha messo KO da stamattina."

Giara la testa di scatto verso di me "Te l'ho detto, è come se fosse mia sorella. Ma dimmi, cosa è successo ieri sera tra voi due?" Non capisco il suo tono accusatorio.

"Niente, perché che cosa ti ha detto?" sbuffo e poi continuo "Senti Alessandro, sarà pure una bellissima ragazza, ma è la classica figlia di papà, una bambina che ancora sogna ad occhi aperti guardando il mare, credimi, deve crescere".

"Ma che cazzo ne sai tu di lei? Non ti permettere di parlare di lei in questo modo, non sai niente di lei, ed io ringrazio Dio se dopo tutto quello che ha passato, è stata capace di alzarsi".

Il suono acuto della sua voce mi rimbomba ancora nella testa, sono senza parole, lo guardo mentre digita qualcosa sul telefono e poi se lo porta all'orecchio, "Buonasera, la signorina Laura è lì?... Capisco va bene, sono Luigi, le dica che ho chiamato". Sbuffa e guarda fuori dal finestrino, poi, finalmente si rivolge a me.

"Laura non è quella che sembra, fidati, devi guardare sotto la corazza, ha sofferto e soffre ancora tanto ma non è mai voluta essere un peso per nessuno. E' una persona straordinaria, con una forza incredibile, per gli altri  si fa in quattro. Conoscila meglio e poi mi dirai, okay?" Dice l'ultima frase mentre mi guarda sorridendo e aspetta una risposta.

"Okay, va bene. Forse ieri ero un po' troppo preso dalla rabbia, dopo la discussione con tua mamma, ed ho esagerato un po'"

"Perché cosa le hai detto?"

"Mi ha portato in un posto, lei lo ha definito il suo posto speciale, ma io... ecco sono stato un coglione, le ho detto che doveva crescere, che avevo bisogno di altro, le ho detto di tornarsene a casa dai suoi." Si passa una mano tra i capelli e mi dice "Sei proprio uno stronzo, lei si è fidata di te, portandoti nel suo posto speciale, che per inciso nessuno di noi sa dove sia, e tu l'hai trattata così? Aveva ragione lei, sei proprio un coglione, l'hai distrutta, ora capisco tutto."

"Ma perché ti ha chiamato stamattina se non per raccontarti di ieri?" Io l'ho distrutta? E poi, cosa ha capito? Bhe, io non ci sto capendo niente.

"Te l'ho detto, conoscila meglio e poi mi dirai, anche se non so se per lei è un bene averti vicino".

"Cugino, non ti seguo, comunque il minimo che io possa fare è scusarmi, come posso fare?" Proprio non capisco come possano essere tutti così affezionati a quella ragazza, cosa avrà di tanto speciale proprio non lo so, certo, io non ne so proprio niente di sentimenti, sono cresciuto nella menzogna e per quanto riguarda i sentimenti, bhe non so cosa siano.

"Vieni stasera a cena da noi, la porterò lì. Ora portami subito a casa, ho da fare". Annuisco, invaso da mille pensieri, e al centro di tutto c'è una moretta tutta ricci, che stuzzica sempre di più la mia curiosità...







Buonasera a tutte, spero il capitolo vi sia piaciuto, 

vi saluto tutte e mi scuso per la prolungata assenza, 

sono tornata, ed ora sono più decisa che mai a far vivere i nostri Ale e Laura.

Capita a tutti un attimo di stop, questo è stato il mio, ma ora basta pause. 

Come sempre aspetto ansiosa i vostri commenti, e se vi va tante⭐⭐⭐

Baci baci baci.... a prestissimo xo xo

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